Al MAD Murate Art District e al Museo Antropologia-Etnologia di Ateneo, opere site-specific di Maree Clarke, artista indigena australiana.
Premiata nel 2023 da Creative Victoria, Australian Centre for Contemporary Art (ACCA) e TarraWarra Museum of Art con il prestigioso Yalingwa Fellowship, l’artista rappresenta oggi un punto di riferimento nella cultura contemporanea australiana, contemperando linguaggi visivi molto attuali con il prezioso recupero di tradizioni e memorie ancestrali.
Maree Clarke (nata nel 1961, Wamba Wamba/Latji Latji/Wadi Wadi Country, Swan Hill, Victoria), discendente dei Mutti Mutti, Yorta Yorta, Wamba Wamba e Boon Wurrung, è un’artista indigena australiana che, celebrando la continuità con la sua cultura e la sua storia, apre spazi artistici innovativi tra riappropriazione del patrimonio culturale nativo e sensibilità ecologica. Il lavoro multimediale di Maree Clarke esprime in modo innovativo il profondo desiderio dell’artista di riconnettersi alle pratiche perdute delle popolazioni indigene meno note, provenienti del sud-est australiano. L’approccio proposto genera uno spazio aperto alla condivisione della sua pratica artistica, secondo una collaborazione intergenerazionale volta a riattivare una conoscenza culturale partecipata.
“Welcome to Barerarerungar” è la prima monografica in una istituzione pubblica europea di Maree Clarke. L’esposizione presenta, dal 12 aprile al 28 luglio 2024, opere site-specific realizzate nel corso della residenza presso MAD Murate Art District e si sviluppa in due diverse sedi.
Il corpus centrale vede opere magistrali realizzate per il percorso espositivo di MAD e installazioni sulle facciate delle antiche carceri del Complesso delle Murate, avviando una conversazione con la storia coloniale europea attraverso un’imponente opera che abita il cuore del Museo di Antropologia e Etnologia-Sistema Museale di Ateneo, che ha sede nelPalazzo Nonfinito.
Le installazioni esposte presso MAD Murate Art District attivano un dialogo con la cittadinanza e il fiume, mentre le opere in mostra al Museo di Antropologia e Etnologia-Sistema Museale di Ateneo osservano il visitatore dal museo stesso come per riappropriarsi della storia dell’Oceania, rappresentata dai preziosi reperti custoditi dall’istituzione museale.
Commenta Renata Summo O’Connell, curatrice della mostra assieme a Valentina Gensini: «Welcome to Barerarerungar, unisce profondamente l’Arno e la sua città a una cultura lontana, attraversando il tempo e gli emisferi, in un generoso gesto di accoglienza. […La mostra] lontano dall’essere un’esperienza esotica, è l’affermazione della vitalità contemporanea di una delle culture viventi più longeve al mondo, grazie a un’artista che contesta il passato coloniale con coraggio, con l’invito a immaginarci reciprocamente in modo nuovo, immersi in un incontro inatteso e sereno».
«Una mostra importante che rappresenta un potente invito a riflettere sulla storia coloniale europea e sulla sua eredità, ma anche su temi di grande attualità come la memoria, l’identità e la sostenibilità, aprendo a un dialogo interculturale di forte valore. […]» ha detto l’assessora all’Università e ricerca Titta Meucci.
La mostra è prodotta da MUS.E nell’ambito del Progetto RIVA, da Università degli Studi di Firenze nell’ambito del Progetto Fuori Sede in occasione del centenario dell’Ateneo fiorentino e realizzata con il contributo di Fondazione CR Firenze.
IL PROGETTO “FUORI SEDE” DELL’ATENEO
«La mostra Welcome to Barerarerungar è il primo evento del progetto Fuori sede, un’iniziativa di public engagement del centenario dell’Ateneo fiorentino, che, attraverso la formula della residenza di artista, si propone di portare l’arte contemporanea nei luoghi universitari. A inaugurare questo percorso, svolto in collaborazione con il Comune di Firenze, è Maree Clarke, un’artista che si è fatta apprezzare in tutto il mondo per l’incessante impegno volto a preservare e tramandare la memoria dei popoli nativi australiani, tema su cui ha saputo sensibilizzare, all’interno di alcuni incontri, studenti provenienti da diversi corsi di laurea del nostro Ateneo. […] spiega Frida Bazzocchi, delegata della rettrice per la valorizzazione del patrimonio immobiliare dell’Ateneo.
IL LAVORO DI MAREE CLARKE A FIRENZE
La produzione dell’artista a Firenze è iniziata lungo l’Arno, con la realizzazione di collane di canne fluviali, simbolo di passaggio sicuro e amicizia nella tradizione indigena australiana, e infatti indossate come protezione nei viaggi tribali. In questo senso la loro presenza nell’esposizione fiorentina acquisisce un significato simbolico. Il recupero di tale pratica ancestrale, in cui le canne sono tinteggiate e intrecciate con piume, collega il fiume Arno e la sua città a una cultura lontana, attraversando epoche ed emisferi, in un atto generoso di benvenuto.
In questo modo, ancora una volta, l’arte di Maree Clarke riesce a onorare temi dolorosi come la terra perduta, le pratiche culturali e i linguaggi scomparsi, aprendo contemporaneamente il suo ricco mondo al pubblico, in un invito gentile volto a imparare, comprendere e rispettare le tradizioni dell’antichissima cultura dei popoli nativi australiani.
M.F.C.S.
Fonte: comunicato stampa del 11 aprile 2024
Immagini dell’allestimento: MAD, fornite da Ufficio Stampa MUS.E
MAREE CLARKE
WELCOME TO BARERARERUNGAR
12 aprile – 28 luglio 2024
MAD Murate Art District
Piazza delle Murate, Firenze
Orari MAD: dal martedì al sabato dalle 14:30 alle 19:30
www.murateartdistrict.it
Museo di Antropologia ed Etnologia-Sistema Museale di Ateneo
Via del Proconsolo 12, Firenze
Orari Museo: dal martedì alla domenica dalle 9 alle 17
www.sma.unifi.it