Due omaggi ad Alessandro Mendini. Triennale Milano: 400 opere e una installazione. Fondaz Cini Venezia: oggetti e disegni.

IO SONO UN DRAGO
LA VERA STORIA DI ALESSANDRO MENDINI

Triennale Milano
13 aprile – 13 ottobre 2024  

Nell’ambito del loro partenariato culturale, Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano un doppio omaggio ad Alessandro Mendini (1931-2019), architetto, designer, artista e teorico che ha segnato le rivoluzioni del pensiero e del costume del Novecento e del nuovo millennio.

Lo spazio del Cubo ospita dal 13 aprile al 13 ottobre 2024 la retrospettiva Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini”– realizzata in collaborazione con l’Archivio Alessandro Mendini. Invece nell’Impluvium, dal 16 aprile al 16 giugno 2024, viene presentata l’installazione “What? A homage to Alessandro Mendini by Philippe Starck”, ideata da Philippe Starck.

La retrospettiva e l’installazione – due progetti inediti, pensati appositamente per gli spazi del Palazzo dell’Arte – nascono dallo stretto legame che sia Triennale sia Fondation Cartier hanno intrattenuto nel corso degli anni con Mendini. Numerose opere di Mendini sono presenti nelle collezioni delle due istituzioni e vengono presentate in mostra.

LA RETROSPETTIVA
Presentata in collaborazione con Elisa e Fulvia Mendini – Archivio Alessandro Mendini, la retrospettiva è curata da Fulvio Irace. Nello spazio del Cubo di Triennale sono esposti oltre 400 lavori di formati, materiali e soggetti differenti, opere provenienti da numerose collezioni pubbliche e private, in particolare, quelle dell’Archivio Alessandro Mendini, della Fondation Cartier, di Triennale, del Museo Abet Laminati, del Groninger Museum, del Vitra Design Museum, di Alessi e di Bisazza.

Il titolo della mostra Io sono un drago riprende uno dei più emblematici autoritratti di Alessandro Mendini e vuole sottolineare la complessità della sua figura all’interno della scena del design, dell’architettura e dell’arte internazionale. L’esposizione intende restituire lo sguardo di Mendini sul mondo, la sua empatia verso gli oggetti di tutti i giorni, il mistero della poesia, capace di trasformare anche ciò che è banale in una sorpresa che rivela l’incanto del quotidiano.

[La copertina del catalogo, edito da Electa]

Il progetto espositivo, a cura di Pierre Charpin, designer che in più occasioni ha collaborato con Mendini, interpreta il concetto del “drago” come coacervo dei nuclei tematici caratteristici del “metodo Mendini”: un arcipelago di isole che ne caratterizzano i vari momenti storici e al contempo i fili di sotterranea continuità, che consentono di dare all’apparente eterogeneità della sua incessante ricerca una sostanziale continuità, basata sulla sua stessa esperienza umana.

ll percorso espositivo si articola in sei nuclei tematici: Identikit, dove viene esposta la serie degli autoritratti che Mendini ha realizzato nel corso di tutta la sua vita; La sindrome di Gulliver, una successione di oggetti fuori scala, da quelli extralarge alle riduzioni di formato di alcuni progetti realizzati per Alessi; Architetture, che presenta i lavori architettonici dell’Atelier Mendini, tra cui il Groninger Museum, il Mediazentrum Madsack ad Hannover, le tre stazioni della Metropolitana di Napoli e gli ultimi lavori in Corea del Sud, dall’Olympic Stadium al quartiere Posco a Seul; Fragilismi, nucleo dedicato alla ricerca che ha portato al manifesto del “fragilismo”: un elogio della fragilità della terra in un mondo segnato dalle guerre e dalla violenza; Radical Melancholy, sezione dedicata agli anni del radical design, di cui Mendini fu uno dei principali teorici; Stanze, dove vengono presentate tre delle camere progettate da Mendini, ambienti immersivi in cui si accumulano citazioni, ricordi, sogni e incubi.

Nella sala cinema viene proiettato un documentario. Sulla parete del mezzanino dello Scalone d’Onore di Triennale una riproduzione fuori scala del Mendinigrafo mentre nello spazio Cuore è esposta una selezione di pubblicazioni storiche di e su Alessandro Mendini. Infine, nel giardino si trova la bandiera realizzata da Mendini per il progetto Draw me a Flag.
Catalogo edito da Electa.

M.C.S.
Fonte: comunicato stampa del 12 aprile 2024
Immagine dell’allestimento: Foto: Delfino Sisto Legnani – DSL Studio – © Triennale Milano

Triennale Milano
viale Alemagna 6 – 20121 Milano
T. +39 02 724341
Prevendite: biglietteria@triennale.org  
T+39 02 72434239
www.triennale.org

[Un viso, 1996, Disegno. Fondo Alessandro Mendini – Collezione Permanente Triennale di Milano]

VISI
Fondazione Gorgio Cini – Biblioteca Manica Lunga Venezia
19 marzo – 16 giugno 2024
Ingresso libero su prenotazione

Quattordici oggetti e sei disegni firmati da Alessandro Mendini sono il nucleo di un prezioso e inaspettato progetto espositivo, curato da Aldo Colonetti e Archivio Alessandro Mendini e ospitato nella Biblioteca Nuova Manica Lunga della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, omaggio a uno dei più celebri designer italiani purtroppo scomparso cinque anni fa.

Realizzata in collaborazione con l’Archivio Alessandro Mendini e con Codiceicona, questa sorta di sorprendente capsule d’arte è dedicata alla ricerca di Mendini attorno alla potenza del corpo come matrice del progetto, e ha anticipato la grande retrospettiva di Milano. È intitolata semplicemente Visi”, perché proprio il volto è il focus di questa raccolta di lavori realizzati tra il 1987 e il 2018, a sottolineare come sia stato a lungo una attenta fonte di ricerca progettuale.

Elisa e Fulvia Mendini, che curano l’Archivio Alessandro Mendini, spiegano infatti: «Per questa mostra alla Fondazione Cini, abbiamo pensato di indagare il tema del viso, uno degli aspetti più affascinanti dell’opera di nostro padre Alessandro Mendini. Particolarmente interessato all’antropomorfismo, spesso ha progettato oggetti e cose con sembianze umane, volti, teste o anche soltanto occhi. Nella vastissima iconografia del suo lavoro, abbiamo individuato alcuni degli oggetti che rappresentano questo argomento figurativo. Sono disegni, vasi e sculture, espressi in diversi linguaggi materici, dall’argento e metalli, alla ceramica, al vetro, al mosaico».

Lo stesso Alessandro Mendini, nei suoi appunti, ha sottolineato come il viso umano rappresentasse per lui «un mezzo e un fenomeno primario di autoprogettazione», nel senso che «il viso è un luogo, un supporto pittorico, una superficie decorativa, elemento basico del progetto del “senso” di ogni persona, di ogni uomo in quanto attore sulla scena del mondo».

È del 1996 il disegno a pastello di un viso (immagine-icona della mostra) che è ritratto e maschera assieme, idea e oggetto allo stesso tempo. Per Aldo Colonetti, autore del testo che accompagna l’esposizione, «Mendini è anche l’analista di se stesso che si svela attraverso una straordinaria cultura e conoscenza delle tecniche, dei materiali ma soprattutto dei riti e dei miti che danno senso alla nostra esistenza, senza svelarsi mai completamente, ma mandando una serie di messaggi, non sempre decifrabili perché rappresentano il “portato” di un pensiero che viene da lontano e che non potrà mai approdare a un porto sicuro».

Della Lampada di Milo, ideata nel 1988, in mostra ci sono manufatto e disegni preparatori: nel 2020 Codiceicona l’ha rimessa in produzione, a testimonianza della contemporaneità di linguaggio e di stile.

C.S.m.
Fonte: comunicato stampa del 18 marzo 2024

Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore · Venezia
www.visitcini.com