Al MASI, sede LAC, oltre 30 fra opere astratte, sculture cinetiche e ritratti in filo di ferro dell’artista statunitense.  

L’esposizione esplora l’impatto profondo e trasformativo di questo artista rivoluzionario, delineando il suo sviluppo di un linguaggio formale e scultoreo caratterizzato da un’innovazione senza precedenti durante gli anni trenta e quaranta del Novecento.

Il MASI Lugano – Museo d’Arte della Svizzera Italiana inaugura, nella sede LAC dal 5 maggio al 6 ottobre 2024, “Calder. Sculpting time”, la più completa mostra monografica dedicata ad Alexander Calder (1898, Lawnton, Pennsylvania – 1976, New York City) da un’istituzione pubblica svizzera negli ultimi cinquant’anni.

Introducendo il movimento in una forma d’arte statica come la scultura, Calder ha esteso tale medium oltre il visivo, nella dimensione temporale. Attingendo da importanti collezioni pubbliche e private internazionali, tra cui la Calder Foundation di New York dalla quale proviene un ampio corpus di opere, la mostra presenta oltre 30 capolavori creati tra il 1931 e il 1960.

La mostra è concepita come spazio aperto, libero da pareti, e offre al pubblico l’opportunità di ammirare opere che vanno dalle prime astrazioni o sphériques di Calder fino ad una magnifica selezione di mobiles più recenti, stabiles e standing mobiles di varie dimensioni. In mostra è inoltre presentata una selezione di constellations.

Calder si inserì nell’avanguardia parigina poco dopo essersi trasferito nella capitale francese nel 1926. In questo periodo iniziò a creare il suo rivoluzionario Cirque Caldere ampliò la sua invenzione di ritratti in filo metallico, totalmente privi di massa. Nel 1930, il lavoro dell’artista si spostò in maniera netta verso l’astratto.

La mostra segna questo importante snodo nella produzione dell’artista con le sue prime sculture non oggettive, che egli descrisse come densités, sphériques, arcs e mouvements arrêtés. Tra queste opere spicca lo stabile Croisière, in cui fili sottili delineano un volume curvilineo a cui sono connesse due piccole sfere dipinte in bianco e nero. Le linee di fili metallici di Calder scolpiscono volumi dai vuoti e presentano il movimento di un’azione priva di peso e di massa.

Una delle innovazioni più importanti di Calder è stata quella di aver incorporato il movimento nelle sue opere, introducendo così la dimensione temporale. I suoi mobiles –  termine coniato da Duchamp – sono sculture cinetiche le cui composizioni in continua mutazione sono attivate dalle condizioni dell’ambiente in cui si trovano.

APPROFONDIMENTO

LA MOSTRA
La mostra a Lugano presenta uno dei più importanti mobiles, Eucalyptus (1940). La scultura fece il suo debutto nella mostra di Calder del 1940 alla Pierre Matisse Gallery di New York e in seguito fu inclusa in quasi tutte le mostre più importanti allestite durante la vita dell’artista.

La mostra include anche altri mobiles come Arc of Petals (1941) e l’imponente Red lily pads (1956), esposta nell’ultima sala, di fronte a una grande vetrata che offre una suggestiva vista sul lago e sul panorama circostante. Queste opere rispondono ad ogni minimo cambiamento dell’aria e della luce, vibrando nell’imprevedibilità del tempo e dei suoi diversi momenti.

In mostra, anche gli stabiles di Calder – termine coniato da Jean Arp per le opere statiche dell’artista in risposta a Duchamp – che esplorano invece il movimento implicito. Untitled (circa 1940) e Funghi Neri (1957) rendono evidenti le spettacolari variazioni di scala di queste opere, dalle dimensioni più ridotte a quelle maggiori.

A causa della scarsità di lastre di metallo durante la Seconda guerra mondiale, nel 1943 Calder iniziò una nuova serie di sculture astratte realizzate con fili metallici e legno, appese alla parete ad altezze inaspettate. Sweeney e Duchamp, che curarono la retrospettiva di Calder del 1943 al Museum of Modern Art di New York, proposero il termine “constellation” per queste sculture.

«L’eredità di Calder perdura non solo nella presenza fisica delle sue opere, ma anche nel profondo impatto del suo lavoro, che ha cambiato il modo in cui percepiamo e interagiamo con la scultura. Il suo contributo alla storia dell’arte si estende ben oltre l’uso innovativo di materiali e l’impiego di nuove tecniche, catturando la sottile essenza di momenti fugaci. Confrontarsi con questa dimensione temporale è l’obiettivo di questa mostra», concludono le curatrici Carmen Giménez e Ana Mingot Comenge.
Catalogo pubblicato da Silvana Editoriale in tre edizioni separate (italiano, inglese e tedesco).

C.S.M.
Fonte: comunicato stampa del 15 aprile 2024

CALDER. SCULPTING TIME
5 maggio – 6 ottobre 2024

Museo d’arte della Svizzera italiana
Sede LAC
Piazza Bernardino Luini 6 – 6900 Lugano (Svizzera)
www.masilugano.ch
https://www.facebook.com/masilugano