Donate al Museo dei progetti non realizzati, due nuove ideazioni di Marta Pierobon e di Brognon- Rollin.
MoRE – Museum of refused and unrealised art projects presenta due nuovi progettidi opere mai realizzate. Nei suoi primi dodici anni di vita MoRE ha acquisito progetti di artisti di rilievo internazionale nel panorama dell’arte contemporanea, che hanno aperto i propri archivi, e condiviso con il pubblico le loro idee che per qualche motivo non si sono concretizzate. Da oggi sono on-line all’indirizzo moremuseum.org le nuove acquisizioni donate da Marta Pierobon e Brognon Rollin.
Marta Pierobon (Brescia, 1979) ha donato a MoRE Museum il progetto non realizzato “Claying. A long-term relationship”. L’opera è una performance artistica di dieci giorni, in cui l’argilla assume un ruolo centrale nell’esplorazione del concetto di spazio. Attraverso questo medium, l’artista dà forma a una serie di personaggi e oggetti effimeri e metamorfosizzati che animano un ambiente ricco di simbolismi e suggestioni.
La performance sembra trasformarsi in un rituale attraverso una serie di abiti ideati dall’artista stessa e coinvolge attivamente i visitatori, trasformando l’ambiente in un tableau vivant in continua evoluzione, dove l’artista e il pubblico collaborano come co-autori dell’esperienza artistica. In questa cornice, lo spazio rivela la sua natura dinamica e attiva, assumendo un ruolo di protagonista nel processo trasformativo dell’opera.
L’opera stimola una riflessione articolata sullo spazio, inteso come dimensione fisica, mentale ed emotiva, mettendo in luce le intricate relazioni tra individuo, arte e ambiente spaziale. Inoltre, vuole celebrare l’argilla come materia naturale strettamente legata alla pratica scultorea dell’artista e alla terra.
David Brognon (Messancy – Belgio, 1978) e Stéphanie Rollin (Lussemburgo, 1980) lavorano con materiale sociale grezzo, spesso marginale, all’interno del quale temi ricorrenti sono il confinamento, le aspettative e il controllo. A MoRE Museum hanno donato “Ciel illuminé / Cielo non illuminato”, che consiste nella riproduzione fedele del cianometro di Horace-Bénédict de Saussure sulle pareti interne del tunnel del Monte Bianco.
Il progetto di Brognon Rollin nasce con l’idea di far idealmente scomparire la montagna e al tempo stesso dare un riferimento ai guidatori che attraversano il tunnel, indicando l’avvicinarsi dell’uscita: il lavoro ha origine infatti dalla profonda claustrofobia di cui soffre Stéphanie Rollin a ogni traversata, e dalle discussioni affrontate insieme a David Brognon per rendere più sopportabile l’esperienza. “Ciel illuminé / Cielo non illuminato” è la traduzione precisa di un dato storico, filtrata da un’esperienza personale che la trasforma in un gesto poetico.
MoRE – MUSEUM OF REFUSED AND UNREALISED ART PROJECTS
Il sito www.moremuseum.org è composto da un archivio di progetti interamente in formato digitale, reso possibile anche grazie alla collaborazione con il centro CAPAS dell’Università di Parma, uno spazio riservato a esposizioni temporanee, e una sezione destinata a ospitare interventi critici e approfondimenti sul tema del “non realizzato”.
Con questo obiettivo, intorno a MoRE si è costituito un network di professionisti provenienti dal mondo dell’arte contemporanea, storici dell’arte, critici, curatori e esperti del settore, che contribuiscono con le loro diverse professionalità alla crescita del progetto nell’ambito dell’associazione culturale Others.
C.S.m.
Fonte: comunicato stampa del 20 aprile 2024
MoRE – MUSEUM OF REFUSED AND UNREALISED ART PROJECTS
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