Al Musée de la Vie Romantique, 100 opere eccezionali celebrano il pittore, nel bicentenario della morte.
A Parigi, il Musée de la Vie Romantique celebra Théodore Géricault (1791-1824) in occasione del bicentenario della sua morte con una mostra unica che riunisce un centinaio di opere eccezionali. Attraverso l’esplorazione del tema del cavallo, motivo potente e onnipresente nell’opera del pittore, questa mostra allestita nell’ex casa del suo amico Ary Scheffer dal 15 maggio al 15 settembre 2024, offre un nuovo sguardo sull’artista romantico e politico che è Géricault.
Cavallo antico, cavallo inglese, cavallo militare, cavallo da corsa, ritratti di teste, groppe, ritratti equestri… In questa esposizione vengono mostrarti i molteplici volti del cavallo. Più di un centinaio di opere straordinarie, provenienti da collezioni pubbliche e private, permettono la riscoperta pittorica di questo animale intrinsecamente associato a Géricault.
Il poeta Théophile Gautier scriveva nel 1848: «dai fregi del Partenone, dove Fidia sfilava con le sue lunghe cavalcate, nessun artista ha reso l’ideale della perfezione equina come Géricault».
Fin dalla sua formazione presso il pittore di cavalli Carle Vernet e poi nella bottega di Pierre Guérin, Géricault ha continuato ad affermare la sua passione per il mondo equestre. Ha prodotto dozzine di dipinti e centinaia di disegni di cavalli – da semplici schizzi a fogli magistrali – dove esplora l’anatomia, il movimento, l’espressività, senza mai dimenticare le emozioni dell’animale, dalla nascita alla morte, dalla rabbia alla tenerezza, attraverso la guerra, la fatica, la miseria, la sessualità e infine la morte. La stalla – annesso ribelle della bottega ufficiale del maestro, spazio animale specifico della creatività della generazione romantica – è, per Théodore Géricault, il luogo di tutte le sue esperienze estetiche.
La mostra “Les Chevaux de Géricault” (I Cavalli di Géricault) offre ai visitatori l’opportunità di seguire cronologicamente la vita del pittore in un percorso tematico suddiviso in cinque parti: Il cavallo politico; La scuderia del santuario; Roma: la corsa dei cavalli liberi; Londra: dandy e proletari; La morte del cavallo.
Questa mostra beneficia del marchio “Olimpiadi della Cultura”. Un programma culturale multidisciplinare associato alla mostra sarà allestito in concomitanza con i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024.
APPROFONDIMENTO:
CINQUE DOMANDE AI CURATORI
Gaëlle Rio, direttrice del Museo della Vita Romantica e Bruno Chenique, storico dell’arte, specialista di Géricault
In che modo Géricault incarna l’artista romantico e quali erano i suoi legami con altri artisti romantici?
Bruno Chenique: Dobbiamo distinguere innanzitutto due forme di romanticismo: quello, incarnato da Géricault, che vuole essere politico e rivoluzionario e quello che parlerà apertamente dopo la disillusione della rivoluzione del 1830 – portando re Luigi Filippo alla guida della Monarchia di Luglio – con il concetto dell’arte per l’arte, senza impegno politico. Nato durante la Rivoluzione (nel 1791), Géricault visse grandi sconvolgimenti Europei: ascesa di Napoleone, sconfitta di Waterloo e ritorno al trono Dinastia Borbonica nel 1815. La sua arte è attenta a questi profondi cambiamenti della società francese. Géricault aveva una cerchia di amici molto ampia, la maggior parte dei quali aveva inclinazioni politiche molto impegnate, sia realisti, bonapartisti che repubblicani. I suoi legami con pittori romantici come Ary Scheffer, Horace Vernet e Eugène Delacroix sono ben documentati. Tutti erano influenzati dalla sua personalità, oscura e luminoso e dalla sua estetica audace.
Perché il tema del cavallo è ossessivo per il pittore?
Bruno Chenique: Ai tempi di Géricault, il cavallo ovviamente aveva un ruolo centrale nella vita quotidiana dei francesi ma anche sui campi di battaglia e al centro delle attività economiche. Nato a Rouen da famiglia normanna, il giovane Géricault trascorre tutte le sue vacanze a Mortain (vicino a Mont-Saint-Michel). Suo padre, avvocato, è un ottimo cavaliere. Géricault prende naturalmente passione per il mondo equestre. Se era stato allievo di Pierre Guérin con l’obiettivo di diventare pittore di storia, stupì subito il suo maestro e i suoi amici andandosene dipingere le groppe dei cavalli nella caserma di Courbevoie. Il successo è immediato e, da allora, continua ad esplorare tutte le fasi della vita del cavallo (dalla nascita alla morte, attraverso la tenerezza e la sessualità) associandolo alla sua visione altamente poetica, umanista e sociale del mondo.
Come è progettato il percorso espositivo e le cinque parti che lo compongono?
Gaëlle Rio: Siamo partiti dalla constatazione che il motivo o tema del cavallo irriga tutta la vita di Géricault, dall’infanzia alla carriera di artista, e abbiamo ripercorso la sua formazione, i suoi viaggi a Roma e Londra. Géricault non si ferma mai dallo rappresentare i cavalli, per tutta la sua vita. La sua passione per i cavalli si è sviluppata durante queste vacanze nel bocage normanno così come a Rouen e a Parigi. Géricault comincia essendo un ottimo corridore e poi “scolpisce” il cavallo, esaminandolo nei più piccoli recessi della sua carne. Così mi sembrava rilevante presentare i diversi volti del cavallo in correlazione alle fasi artistiche e di vita del pittore.
Abbiamo optato per un percorso tematico che ci permetta di classificare le diverse immagini di cavalli a seconda del contesto in cui si trovano, se sia militare, festivo, industriale o sportivo. Inizialmente avevamo una ventina di temi che abbiamo raggruppato in cinque sezioni intitolate Il cavallo politico, The Sanctuary Stable, A Roma: la corsa dei cavalli liberi, A Londra: proletari e dandy e La morte del cavallo.
Questa mostra è molto più di una mostra di animali, cosa c’è oltre la rappresentazione del cavallo?
Gaëlle Rio: Il cavallo per Géricault è qualcosa di diverso dall’animale. Se l’artista fa dei cavalli i protagonisti più importanti dei suoi quadri, si direbbe riduttivo considerarlo un semplice pittore di animali. I suoi cavalli sono presenti nei dipinti storici e nelle scene di genere. Géricault introduce anche la ritrattistica nel genere equestre, caratterizzata dall’individualità e dall’espressione di emozioni quasi umane. Il pittore guarda così il cavallo con uno sguardo diverso, politico o addirittura psicoanalitico. Il cavallo è visto da Géricault come il rappresentante dell’uomo, come un’amplificazione di sé stesso. Non dimentichiamo che il cavallo è l’unico animale che descriviamo con il vocabolario umano. Lodiamo il suo vestito e le sue gambe. Il cavallo nell’arte di Géricault è anche e soprattutto l’anima dell’uomo, i suoi istinti, la sua gentilezza, la sua violenza, i suoi impulsi sessuali e mortali.
Cosa apporta di nuovo la mostra alla conoscenza dell’opera di Géricault?
Bruno Chenique: Dal 1991, data della mostra al Grand Palais, nel bicentenario della sua nascita, ha conoscenza di Théodore Géricault è notevolmente aumentata. È interessante, in occasione del bicentenario della sua morte, provare un nuovo approccio parlando meglio con i suoi cavalli e capire cosa Géricault voleva dirci attraverso di loro. Una mostra del genere, curiosamente, non era mai stata osata. Se quest’ultima ha beneficiato di prestiti prestigioso, in particolare dal Museo del Louvre, Museo delle Belle Arti da Rouen, un numero significativo di collezioni private ha risposto favorevolmente alla nostra chiamata. Possiamo così rivedere il favoloso Mazeppa, secondo Byron, ma anche alcune opere inedite o esposte molto raramente come il grande paesaggio inglesi (offerte da Géricault a Horace Vernet) e quelle dei cavalli morti. La selezione è stata rigorosa per mostrare al pubblico l’incredibile diversità della sua arte. Géricault, come tutti i grandi geni, non ha uno stile, un modo di disegnare da pittore, ma dozzine. Questa mostra servirà a una nuova fase di ricerca su un pittore che ancora ci sorprende e affascina.
C.S.M.
Comunicato stampa del 6 maggio 2024
Immagine nella locandina: Théodore Géricault, Cheval cabré dit Tamerlan
Rouen, musée des Beaux-Arts © RMN-Grand Palais / image RMN-GP
LES CHEVAUX DE GÉRICAULT
15 maggio – 15 settembre 2024
Musée de la Vie Romantique
16 rue Chaptal, 75009 Paris
Tél. 01 55 31 95 67
reservations.museevieromantique@paris.fr
www.museevieromantique.paris.fr
www.billetterie-parismusees.paris.fr