Al Met Museum, nella mostra del Costume Institute, 250 capi e accessori di 4 secoli, attivati sensorialmente dalle nuove tecnologie.

“Sleeping beauties: reawakening fashion” presenta circa 250 capi e accessori collegati visivamente dal tema della natura, che funge anche da metafora della caducità della moda. La mostra, dal 10 maggio al 2 settembre 2024,

 fa rivivere le capacità sensoriali di questi capolavori attraverso un’ampia gamma di incontri: i visitatori sono invitati a percepire le storie aromatiche dei cappelli con motivi floreali; toccare le pareti delle gallerie che vengono sbalzate con i ricami di capi selezionati; e possono sperimentare, attraverso la tecnica dell’illusione nota come fantasma di Pepper, come la “gonna zoppicante” limitasse il passo delle donne all’inizio del XX secolo. A punteggiare le gallerie ci sarà una serie di “bellezze addormentate”, capi che non possono più essere indossati su manichini a causa della loro estrema fragilità.

Prima dell’apertura della mostra, il 6 maggio, si è svolto il Met Gala® – The Costume Institute Benefit, che fornisce al dipartimento la sua principale fonte di finanziamento annuale per mostre, pubblicazioni, acquisizioni, operazioni e miglioramenti del capitale.

Max Hollein, direttore e amministratore delegato francese di Marina Kellen del museo, ha precisato: «L’innovativa mostra del Costume Institute nella primavera 2024 del Met spinge i confini della nostra immaginazione e ci invita a sperimentare le sfaccettature multisensoriali di un indumento, quelle sfaccettature che si deteriorano e si perdono dopo essere entrate in una collezione museale come oggetto. Sleeping Beauties aumenterà il nostro coinvolgimento con questi capolavori della moda evocando com’era sentire, muoversi, ascoltare, annusare e interagire con essi quando potevano essere indossati, offrendo in definitiva un apprezzamento più profondo dell’integrità, della bellezza e della brillantezza artistica delle opere esposte».

Andrew Bolton, curatore responsabile del Costume Institute, ha commentato: «Quando un capo di abbigliamento entra nella nostra collezione, il suo status cambia irrevocabilmente. Quella che una volta era una parte vitale dell’esperienza vissuta di una persona è ora un'”opera d’arte” immobile che non può più essere indossata o ascoltata, toccata o annusata. La mostra si propone di animare queste opere d’arte risvegliando le capacità sensoriali attraverso una serie di tecnologie, che consentono ai visitatori di “accedere” sensorialmente a rari capi storici e a rare mode contemporanee. Facendo appello alla più ampia gamma possibile di sensi umani, la mostra mira a riconnettersi con le opere in mostra come erano originariamente intese: con vivacità, con dinamismo e, in definitiva, con la vita».

APPROFONDIMENTO

LA MOSTRA
L’esposizione dà vita agli oggetti della collezione del Met riattivando le loro qualità sensoriali e coinvolgendo nuovamente le percezioni sensoriali dei visitatori attraverso la ricerca primaria, l’analisi della conservazione e diverse tecnologie: dall’intelligenza artificiale e le immagini generate al computer, ai formati tradizionali di raggi X, animazione video, proiezione di luci e paesaggi sonori.

Sono esposti circa 250 capi e accessori che abbracciano quattro secoli, collegati visivamente da temi della natura, che funge da metafora della ciclicità e dell’effimero della moda. A punteggiare il percorso è una serie di “sleeping beauties” – capi che non possono più essere indossati su manichini a causa della loro estrema fragilità – che sono esposti in teche di vetro, permettendo ai visitatori di analizzarne i vari stati di deterioramento come se fossero al microscopio.

Entrando nella mostra, i visitatori scoprono una sequenza di gallerie autonome organizzate in tre sezioni incentrate sulla terra, l’aria e l’acqua. Presentate come singoli casi di studio, ogni galleria esplora un tema diverso ispirato alla natura, con mode storiche giustapposte a controparti contemporanee in un ambiente immersivo destinato a coinvolgere il senso della vista, dell’olfatto, del tatto e dell’udito del visitatore.

Una galleria è organizzata come un giardino e include una serra che espone cappelli che sbocciano in una varietà di fiori e sono circondati da paesaggi olfattivi che sfidano le aspettative olfattive dei visitatori.

Tra gli stilisti ci sono Cristóbal Balenciaga, Hattie Carnegie, Lilly Daché, Hubert de Givenchy, Deirdre Hawken, Stephen Jones, Guy Laroche, Madame Pauline, Mainbocher, Elsa Schiaparelli, Sally Victor e altri. La galleria presenta anche un cappotto di Jonathan Anderson per Loewe, piantato con avena, segale ed erba di grano che iniziano vivi e moriranno gradualmente durante la mostra.

Un abito da sera con “gonna zoppicante” di Jeanne Hallée del 1913-14 prende vita utilizzando la tecnica dell’illusione del fantasma di Pepper, mostrando, nel disegno, una donna che si trasforma lentamente in un insetto. Ampiamente resa popolare dal couturier Paul Poiret, la gonna zoppicante è stata criticata dal caricaturista francese Georges Goursat, che ha paragonato chi la indossa a insetti distorti a causa della loro postura curva e del passo limitato. Stretto intorno alle ginocchia, il capo presentava una silhouette allungata con un busto alto e piccolo e una lunga gonna drappeggiata che si restringeva fino a un punto all’orlo, costringendo chi lo indossava a camminare con un’andatura tagliata e minacciosa, o a zoppicare. Il design di Hallée incarna la forma segmentata parodiata da Goursat, in quanto presenta un addome dorato che si estende in un peplo svasato sui fianchi.

Due esemplari dell’abito da ballo “Butterfly” di Charles James, uno in ottime condizioni, l’altro una “bella addormentata” con danni estesi, dimostrano un raro esempio di duplicati nella collezione. James ha riflettuto e realizzato la bellezza effimera della farfalla in questo design frOM 1955, composto da una stretta guaina “crisalide” di chiffon di seta plissettata su un fondo di raso di seta e da un’esuberante gonna “alata” in tulle di nylon. La “bella addormentata” mette a nudo i vizi intrinseci dell’abito: lo chiffon in superficie presenta i danni più evidenti, causati sia dalla sua costruzione che dalla sua manipolazione; e il volume del tulle sul retro dell’abito che pone un peso considerevole su un’area relativamente piccola.

I visitatori sono invitati a sentire la forma e la decorazione floreale dell’abito “Mini Miss Dior” attraverso una maquette stampata in 3D e il ricco ricamo di un gilet 1615-20 attraverso una carta da parati goffrata interattiva. Inoltre, pezzi selezionati mettono in risalto la potenza imbrigliata nell’aura di un capo, come un ensemble metal della collezione primavera/estate 2024 di Marni e un abito composto da conchiglie di cannolicchi della collezione primavera/estate 2001 di Alexander McQueen, i cui suoni sono stati isolati e registrati in una camera anecoica.

CREDITS
La mostra è organizzata da Andrew Bolton, curatore responsabile del Costume Institute. Nick Knight è il Creative Consultant per la mostra, con SHOWstudio che sviluppa e realizza le varie attivazioni tecnologiche. L’allestimento è a cura di Leong Leong in collaborazione con il Dipartimento di Design del Met. Sissel Tolaas, ricercatrice e artista di ST, svilupperà degli odori che accompagneranno alcuni oggetti della mostra.

Un catalogo illustrato, a cura di Bolton, è pubblicato dal Metropolitan Museum of Art e distribuito a livello internazionale dalla Yale University Press e include nuove fotografie di Knight.

C.S.m.
Comunicato stampa (da area stampa), 15 aprile 2024

SLEEPING BEAUTIES: REAWAKENING FASHION
10 maggio – 2 settembre 2024

The Met Fifth Avenue – The Tisch Galleries, Gallery 899 Floor 2
1000 Fifth Avenue, New York, NY 10028
Phone: +1 212-535-7710
metmuseum.org

 
#ReawakeningFashion   #CostumeInstitute   @MetCostumeInstitute    #MetGala.