Al Teatro Grande, 120 studenti/attori mettono in scena Aristofane nella riscrittura di Marco Martinelli. Musiche Ambrogio Sparagna. In autunno a Vicenza lo spettacolo sarà al Teatro Olimpico.
L’ultima commedia di Aristofane rivive quanto mai attuale nella descrizione dei massacri della guerra alla iniqua distribuzione delle ricchezze.
La stagione estiva del Teatro Grande, nel Parco Archeologico di Pompei, si apre con “Pluto. God of gold” riscrittura da Aristofane di Marco Martinelli, drammaturgo e regista. Le musiche di Ambrogio Sparagna sono eseguite da Antonio Matrone, Vincenzo Core, Erasmo Treglia, Tammorra Trio, professionisti della scena teatrale di fama internazionale. Spazio e luci Vincent Longuemare; costumi Roberta Mattera; aiuto regia Valeria Pollice, Gianni Vastarella. L’appuntamento per il pubblico è sabato 25 e domenica 26 maggio 2024.
GLI STUDENTI/ATTORI
Protagonisti della commedia, gli studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano (Pompei, Torre del Greco, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata). Attraverso la presenza di 120 ragazzi si rende concreto il concetto di teatro come esigenza di stabilire un concreto legame con il patrimonio culturale d’appartenenza. Il progetto è realizzato grazie a un protocollo di intesa con l’Ufficio regionale scolastico della Campania. Quest’anno è Rup la dott.ssa Maria Rispoli.
IL PROGETTO “SOGNO DI VOLARE”
Il progetto è nato da un’intuizione del direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel «per restituire al teatro, per dirla con Aristotele, la sua funzione di catarsi, di purificazione delle nostre menti e anime attraverso il pronunciare una verità, a volte anche scomoda». «La scelta di fare teatro è stata dettata dall’esigenza di coinvolgere i ragazzi delle scuole e farli sentire parte attiva di un progetto. Riconquistando il senso collettivo e politico e direi anche democratico del teatro. Il teatro non a caso nasce in una società che forse per la prima volta nella storia comincia a valorizzare l’individuo, nella sua funzione politica e creativa: impiantando, attraverso un’analisi e una sintesi più contemporanea, anche un discorso sociale.
Gli autori, Eschilo, Sofocle e Euripide, gli attori, il coro, erano innanzitutto dei cittadini, e il teatro diventava una festa comune, un rituale religioso. Nel VI-V secolo a.C., era la stessa comunità che si riuniva a teatro, e le vicende rappresentate erano le storie che la collettività raccontava a sé stessa. Ed è questo che abbiamo cercato di ricreare con il progetto Sogno di volare portando nel teatro di Pompei lo stesso spirito. Con Marco Martinelli i ragazzi, attraverso un progetto triennale dedicato a Aristofane, parlano della loro società ma attraverso la riscrittura dell’impianto drammaturgico del commediografo greco che parlava di un mondo per loro lontano, ma ricco di spunti per una rilettura del presente».
PLUTO SPIEGATO DAL REGISTA E DRAMMATURGO
Dopo l’edizione del 2022 e del 2023 in cui sono state messe in scene le commedie Uccelli e Acarnesi di Aristofane, ora il progetto curato da Marco Martinelli e il suo team – prodotto dal Parco Archeologico di Pompei con il Ravenna Festival, il Teatro Nazionale di Napoli, a cui si aggiunge quest’anno un gemellaggio con la città veneta di Vicenza (dove lo spettacolo approderà in autunno, al Teatro Olimpico) – vede gli studenti “mettere in vita” Pluto, dello stesso autore. Martinelli applica la sua metodologia della non-scuola di teatro e l’ormai trentennale esperienza con gli adolescenti, con cui è stato capace di abbattere le ortodossie accademiche e recuperare il senso vitale del fare teatro.
Spiega lo stesso Marco Martinelli: «L’inquieto presente rivive tra le pietre millenarie di Pompei. Se in Uccelli avevamo esplorato il desiderio di utopia, se gli Acarnesi erano tutti protesi verso la condanna della guerra e l’esaltazione della pace, il Pluto è una favola commovente sulle ingiustizie che dilaniano la terra, legate al denaro come unico dio da venerare: il contadino Cremilo, il protagonista di questa parabola, vuole restituire la vista al dio della ricchezza, Pluto.
La cecità del dio è infatti la causa dell’iniqua distribuzione delle ricchezze, e la guarigione del dio, nel piano di Cremilo, sarà un atto dichiaratamente rivoluzionario. È incredibile come, nel capitalismo finanziario imperante di questo terzo millennio, nel consumismo che tutti ci riduce a merci, l’apologo di Aristofane funzioni come una freccia incendiaria, in grado di divertirci, sorprenderci e farci pensare. E soprattutto farci ancora “sognare” che il mondo possa cambiare, che la politica ritrovi il suo afflato di giustizia».
LA COMMEDIA
Pluto è l’ultima commedia delle undici superstiti che ci restano di Aristofane. Il contadino Cremilo è ossessionato dalle ingiustizie che dilaniano Atene: perché le ricchezze vanno solo ai malfattori? Seguendo il responso dell’oracolo, segue la prima persona che incontra, un cieco: quel cieco è Pluto, il dio della ricchezza. Per forza i soldi van sempre ai delinquenti e ai corrotti: perché il dio non ci vede! Cremilo lo cura e gli restituisce la vista, e tale atto “rivoluzionario” porterà abbondanza e serenità nelle case dei giusti.
È stupefacente come Aristofane, a distanza di millenni, sappia emozionarci con le variazioni sapienti dei suoi registri comici, sottolineando sempre le contraddizioni violente della polis, dai massacri della guerra alla iniqua distribuzione delle ricchezze. E ancor più straordinario, in questo Pluto, come la mano sapiente di Martinelli sappia “intonare” al testo arcaico le improvvisazioni vitali e scatenate di 60 adolescenti napoletani e vicentini.
MARCO MARTINELLI
Marco Martinelli, fondatore insieme a Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, è tra i più importanti drammaturghi e registi del teatro italiano, e ha vinto ben sette volte il Premio Ubu come drammaturgo, regista, pedagogo. Le sue drammaturgie sono state tradotte, pubblicate e messe in scena in dodici paesi in Europa e nel mondo.
Ha sviluppato inoltre negli anni un’esperienza di lavoro teatrale con gli adolescenti, che gli ha fruttato altri premi e riconoscimenti a livello internazionale. In Campania in particolare Martinelli nel 2006 a Napoli ha dato vita ad Arrevuoto, un progetto dell’allora Teatro Stabile di Napoli, per il quale ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e il Premio Ubu come “progetto speciale”. Nel 2007 ha diretto Punta Corsara, col sostegno della Fondazione Campania Festival. Nel 2017 ha pubblicato, per Ponte alle Grazie, “Aristofane a Scampia”, che ha vinto il premio dell’Associazione nazionale dei critici francesi come “miglior libro sul teatro” pubblicato in Francia nel 2021per Actes Sud.
Nell’estate 2022 Martinelli ha debuttato a Ravenna Festival con il Paradiso dantesco, ideato e diretto insieme a Ermanna Montanari, ultima anta del progetto La Divina Commedia iniziato nel 2017 e prodotto sempre da Ravenna Festival, coinvolgendo nell’allestimento l’intera città, come in una sacra rappresentazione medievale e nel teatro rivoluzionario di massa di Majakovskij.
C.S.M.
Fonte: comunicato stampa del 10 maggio 2024
Immagine di copertina di repertorio, Pompeii Theatrum Mundi 2018: ©pompeiisites.org
PLUTO. GOD OF GOLD
Riscrittura da Aristofane di Marco Martinelli, musiche Ambrogio Sparagna
25 e 26 maggio 2024 ore 21.00
Teatro Grande di Pompei – Parco Archeologico di Pompei
(ingresso in Piazza Esedra) 80045 – Pompei (Napoli)
Biglietti:5€ on-line su vivaticket.it
c/o biglietterie Teatro Mercadante e Teatro San Ferdinando
e c/o biglietteria degli scavi (Piazza Esedra) la sera dello spettacolo
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