Al PAV, l’artista croato immagina una città utopica contaminando i progetti di Richter, le cui opere sono in mostra.

Il lavoro di Marko Tadić (1979) rilegge la storia del modernismo socialista jugoslavo attraverso il confronto con pratiche di grandi autori che operarono alla fine degli anni ’50 in Croazia, tra questi il designer, scultore e architetto d’avanguardia Vyaceslav Richter (1917 – 2002) e il filmaker Vladimir Kristl (1923 – 2004) della Scuola di animazione di Zagabria, riconosciuta come uno dei capisaldi in ambito europeo.

Tadić individua nei residui inerti della memoria un potenziale attivo utile a rileggere e a generare nuove possibilità di narrazione.Attraverso il riutilizzo e la rielaborazione di oggetti d’epoca come cartoline, mappe geografiche, diapositive, taccuini e archivi fotografici personali, Tadić riporta alla luce un archivio sommerso sul quale interviene sovrascrivendo.

Il PAV – Centro sperimentale d’arte contemporanea presenta Heliopolis, mostra personale dell’artista croato Marko Tadić, a cura di Marco Scotini. L’esposizione, dal 18 maggio al 20 ottobre 2024, rientra all’interno di un programma annuale che vede il riuso e la circolarità non solo come strategia ecologica e culturale, ma soprattutto come mezzo utopico di sopravvivenza. In occasione dell’apertura della mostra inaugura anche The School (2024), un intervento permanente di Tadić pensato per il parco del PAV.

La mostra, concepita appositamente per il PAV, comprende un nucleo di opere dell’artista dedicate all’interazione con il pensiero di Vjenceslav Richter, tra i membri fondatori di EXAT 51 gruppo d’avanguardia di artisti, architetti, designer e teorici attivi a Zagabria tra il 1950 e il 1956 che intendeva promuovere e raggiungere una sintesi e una intersezione tra tutte le forme d’arte. Richter, del quale sono presenti in mostra una serie di opere originali, dedicò quasi due decenni della sua vita al perfezionamento di progetti tecno-utopici in ambito urbanistico. Nella città utopica di Richter ciò di cui si ha bisogno è a portata di mano e la pianificazione risponde all’esigenza di ridurre i tempi della mobilità per garantire più tempo libero.

In mostra Tadić immagina e progetta la sua città utopica contaminando i progetti di Richter con un immaginario fantascientifico e impiantando su questi sistemi complessi una riflessione ecologica. Attraverso disegni, collage e animazioni ne ipotizza un ampliamento che include nuovi quesiti riguardanti il rapporto tra uomo, ambiente e tecnologia e l’utilizzo di risorse rinnovabili.

LA MOSTRA
Heliopolis si compone di quattro isole tematiche Leaving the frame, Flow diversions, The open future e From the shell (of the old) nelle quali il rapporto tra ecologia, architettura utopica e fantascienza viene indagato attraverso una prospettiva multi scalare. Attraverso la miniaturizzazione, Tadić trasforma i detriti e gli scarti in giocattoli in senso benjaminiano. «Prodotti collettivi» che rimandano a un confronto con il mondo dell’adulto.                                                                                     

In Heliopolis l’opera di Marko Tadić rilegge Vyaceslav Richter per proporre un modello che miri a stabilire un ritmo armonioso nel metabolismo della società, alla continua ricerca di un delicato equilibrio tra costruzione e cancellazione, tra futuri possibili e trasmissione della memoria.

Heliopolis è realizzata in collaborazione con il Museum of Contemporary Art Zagreb, Croazia e con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT, della Regione Piemonte e della Città di Torino. La mostra fa parte di New Perspectives for Action. Un progetto di Re-Imagine Europe, co-finanziato dall’Unione Europea.

C.S.M.F.
Fonte: comunicato stampa del 13 maggio 2024

MARKO TADIĆ. HELIOPOLIS
18 maggio – 20 ottobre 2024

PAV Parco Arte Vivente
Centro sperimentale d’arte contemporanea
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