In 20 borghi di 20 regioni, 20 artisti impegnati nel progetto diffuso di arte contemporanea promosso da Fondazione Elpis.
Attraverso 20 interventi site specific che includono mostre diffuse, installazioni, performance, laboratori e libri d’artista, l’iniziativa attiva per tutta l’estate uno speciale itinerario culturale che si snoda lungo la penisola: un invito al viaggio e alla scoperta di luoghi inaspettati, lontani dai circuiti tradizionali dell’arte contemporanea.
Torna Una boccata d’Arte, il progetto diffuso d’arte contemporanea: 20 borghi e paesi di tutta Italia, uno per ogni regione, ospitano 20 interventi realizzati da 20 artiste e artisti italiani e internazionali a seguito di un periodo di residenza a contatto con il territorio e le comunità locali. Le inaugurazioni si terranno sabato 22 e domenica 23 giugno in tutta Italia, mentre il progetto proseguirà fino al 29 settembre 2024.
Quest’anno Una boccata d’Arte giunge alla sua quinta edizione, con 100 progetti realizzati dal 2020. Per l’occasione sono stati invitati solo artisti under 35 che, per la diversità della loro pratica e della loro ricerca, offrono un ampio sguardo sul panorama contemporaneo.
L’iniziativa di arte diffusa è stata ideata nel 2020 da Marina Nissim, Presidente di Fondazione Elpis, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico e paesaggistico di piccoli centri, attraverso la condivisione di pratiche e linguaggi dell’arte contemporanea. Diffuso in tutt’Italia, il progetto coinvolge ogni anno 20 borghi con meno di 5mila abitanti, situati in aree diverse per riscoprire l’intero territorio regionale. In virtù della loro dimensione raccolta, questi luoghi diventano il contesto ideale per la sperimentazione artistica e la creazione di nuovi immaginari.
B’A si realizza in collaborazione con Maurizio Rigillo, Cofondatore di Galleria Continua, e con Threes che ogni anno cura tre interventi incentrati sulla sperimentazione sonora, quest’anno in Abruzzo, Lazio e Molise.
GLI ARTISTI E I LUOGHI
Inaugurano sabato 22 giugno:
Augustas Serapinas a Verrès (AO) in Valle d’Aosta; Beatrice Celli a San Sebastiano Curone (AL) in Piemonte; Sasha Tishkov a Dolcedo (IM) in Liguria; Adji Dieye a Magrè sulla Strada del Vino / Margreid an der Weinstraße (BZ) in Trentino-Alto Adige / Südtirol; Tiphaine Calmettes a Porto Levante – frazione di Porto Viro (RO) in Veneto;Mariona Cañadas e Pedro Murúa a Paluzza (UD) in Friuli Venezia Giulia; Sóley Ragnarsdóttir a Berceto (PR) in Emilia-Romagna; Villiam Miklos Andersen a Serre di Rapolano – frazione di Rapolano Terme (SI) in Toscana; Ode de Kort a Otricoli (TR) in Umbria; Agostino Quaranta a Gioia dei Marsi (AQ) in Abruzzo; Emanuele Marullo a Poggiorsini (BA) in Puglia; Giulio Locatelli a Sasso di Castalda (PZ) in Basilicata.
Inaugurano domenica 23 giugno:
Sofia Silva a Palazzo Pignano (CR) in Lombardia; Caterina Morigi a San Ginesio (MC) nelle Marche; Elena Rivoltini a Bassiano (LT) in Lazio; Beatriz de Rijke a Guardialfiera (CB) in Molise; Andrea Martinucci a Letino (CE) in Campania; Lulù Nuti a Motta Filocastro – frazione di Limbadi (VV) in Calabria; Nicola Baratto & Yiannis Mouravas a Sant’Angelo Muxaro (AG) in Sicilia; Virginia Russolo a Sedilo (OR) in Sardegna.
GLI INTERVENTI ARTISTICI
Partendo dal borgo di Verrès (AO) in Valle d’Aosta, l’intervento Aosta valley wooden collars from Lithuania di Augustas Serapinas si focalizza sia sul legame che gli abitanti hanno con la valle e la loro tradizione, sia sulla contaminazione culturale tra due territori europei distanti: la Lituania, paese d’origine dell’artista, e la Valle d’Aosta.
A San Sebastiano Curone (AL) in Piemonte, La camminata dei corpi salienti di Beatrice Celli ripercorre alcuni luoghi significativi delle antiche vie del sale, testimoni della connessione tra culture e popolazioni, e generatrici di una nuova geografia del territorio.
Nel borgo di Dolcedo (IM) in Liguria, Sasha Tishkov realizza Her branches on the ground, her roots in the sky, un intervento artistico che celebra l’ulivo come simbolo di sincretismo tra culture e territori del Mediterraneo.
Interrogandosi sulla matrice cristiana della sua pittura, Sofia Silva realizza Melania pieve mostarda a Palazzo Pignano (CR) in Lombardia: due grandi tele verticali poste nella navata destra della Pieve di San Martino.
A Magrè sulla Strada del Vino / Margreid an der Weinstraße (BZ) in Trentino-Alto Adige / Südtirol, Adji Dieye si ispira a cinque donne che hanno combattuto contro le egemonie culturali coloniali e realizza Can you see me? Mi vedi? Kannst du mich sehen?, un intervento che si configura come un gioco, composto da cinque grandi forme geometriche installate nei giardini pubblici.
A Porto Levante – frazione di Porto Viro (RO), in Veneto, si sviluppa l’intervento They are looking at us di Tiphaine Calmettes, fatto di sculture intese come luoghi d’incontro, sintesi di tempi e racconti diversi, ispirati da una mitologia immaginaria.
In Friuli Venezia Giulia a Paluzza (UD), Mariona Cañadas e Pedro Murúa presentano Mandi Mandi. L’intreccio diventa suono, un’installazione attivabile dai visitatori che racconta la vita del borgo attraverso cinque tracce sonore.
Proseguendo in centro Italia, l’intervento Sign of care di Sóley Ragnarsdóttir a Berceto (PR) in Emilia-Romagna decostruisce l’immaginario antropocentrico della segnaletica classica e sposta l’attenzione sulle altre specie che vivono e transitano in questi antichi camminamenti.
Con l’intervento Rock hard milk a Serre di Rapolano – frazione di Rapolano Terme (SI) in Toscana,Villiam Miklos Andersen rimette in funzione una vecchia latteria del centro storico, concepitacome uno spazio aperto a ogni ora del giorno e della notte.
Ad Otricoli (TR) in Umbria l’opera ( ) di Ode de Kort è una scultura cinetica composta da due parentesi metalliche che, mosse dal vento, incorniciano il cielo e il paesaggio circostante in un movimento circolare.
Sibillina di Caterina Morigi a San Ginesio (MC) nelle Marche è una sorta di pala d’altare che deve la forma alla facciata, gotico fiorito-fiammeggiante, della chiesa principale del paese, la Collegiata di Santa Maria Assunta, unico esempio di questo stile nella regione.
A Bassiano (LT) nel Lazio, il progetto Archive of voices di Elena Rivoltini, a cura di Threes, riflette sui concetti di archivio, voce, cura e comunità e prevede la creazione di un archivio affettivo di voci degli abitanti del paese, la stampa di un vinile e la realizzazione di un’installazione sonora site specific nello spazio della ex chiesa di S. Maria, situata nel centro storico del borgo.
Quanto potrebbe costare il ritorno del lago? di Agostino Quaranta a Gioia dei Marsi (AQ) in Abruzzo, a cura di Threes, si ispira alla posizione strategica del borgo per sollevare domande sul fragile rapporto tra l’uomo, la natura, i mezzi di produzione e l’importanza della memoria storica.
In Molise, nel borgo di Guardialfiera (CB), Beatriz de Rijke realizza The sacred ordinary, a cura di Threes, un lavoro in tre atti che riflette sulla trasformazione semantica di oggetti quotidiani in testimoni di storia.
Il progetto Il tempo, come frusta di Andrea Martinucci è composto da un’installazione video site specific, dei giornali e un intervento pittorico pensati per il bar di Letino (CE), in Campania, uno dei cuori pulsanti dell’intero paese.
Con I figli di Afelio a Poggiorsini (BA) in Puglia, Emanuele Marullo riflette sulle idee di centralità e importanza, marginalità e periferia.
A Sasso di Castalda (PZ) in Basilicata, Giulio Locatelli invita gli abitanti a partecipare al Circo tessile, un laboratorio di tessitura per la comunità che si sviluppa in un ciclo d’incontri.
A Motta Filocastro – frazione di Limbadi (VV) in Calabria l’artista Lulù Nuti realizza l’intervento È tutto vero, una serie di opere in bronzo provenienti dai calchi di alcuni zerbini donati all’artista dagli abitanti del paese.
Nicola Baratto & Yiannis Mouravas progettano per il borgo di Sant’Angelo Muxaro (AG) in Sicilia una seduta dalla forma organica: Legame immisurabile è un intervento che diventa un luogo di riposo ma anche un’opportunità per la comunità di riunirsi e celebrare la propria storia e identità.
L’opera Campanacci del solstizio (Sos sonazos de primu istíu) di Virginia Russolo a Sedilo (OR) in Sardegna trae ispirazione da una tradizione carnevalesca del paese poco nota ed è composta da sculture metalliche campaniformi realizzate reinterpretando tecniche tradizionali.
LE OPERE ACCOLTE IN MODO PERMANENTE
Grazie alle acquisizioni delle amministrazioni e alle donazioni degli artisti, ad oggi oltre un terzo dei borghi coinvolti hanno scelto di accogliere in modo permanente le opere realizzate nell’ambito delle quattro edizioni trascorse. Più di trenta interventi diffusi sul territorio– un numero destinato a crescere nei prossimi anni – costituiscono oggi un vero e proprio itinerario visitabile tutto l’anno, che corre parallelo all’edizione.
Tra questi, la prima opera ad aver trovato una collocazione definitiva durante l’edizione del 2020 è stata Whalebone arch, scultura realizzata da Claudia Losi a Presicce-Acquarica (Puglia), mentre l’installazione di Agnese Spolverini nel borgo di Abbateggio (Abruzzo) è tra le opere ancora visibili dell’edizione 2021.
Tra le dieci opere permanenti del 2022, il borgo di Aggius (Sardegna) ha accolto l’opera Paphos dell’artista Ludovica Carbotta, tuttora visibile così come l’intervento diffuso a Rocca San Giovanni (Abruzzo) di Victor Fotso Nyie, artista che partecipa alla 60. Biennale d’Arte di Venezia.
Nel 2023, tra le altre, Vermogno – frazione di Zubiena (Piemonte) ha accolto l’opera permanente in realtà aumentata, Victimula di Invernomuto. Nello stesso anno l’artista Mohsen Baghernejad Moghanjooghi ha donato le sue opere al Comune di Santa Severina (Calabria) che in cambio si è impegnato a piantare 1.900 alberi, un albero per ogni abitante.
C.S.M.
Fonte: comunicato stampa del 6 giugno 2024
Una Boccata d’Arte
20 borghi 20 regioni
22 giugno – 29 settembre 2024
info@unaboccatadarte.it
www.unaboccatadarte.it
IG: @unaboccatadarte
FB: Una Boccata d’Arte
#unaboccatadarte