Teatro alla Scala: direttore Michele Gamba, regia Davide Livermore. Con Anna Netrebko, Yusif Eyvazov, Roberto Alagna, Rosa Feola. Diretta su LaScalaTv. Moneta commemorativa del Centenario pucciniano del Poligrafico dello Stato.
Le celebrazioni per il Centenario della morte di Giacomo Puccini proseguono al Teatro alla Scala con un nuovo allestimento di Turandot, in scena per sette rappresentazioni dal 25 giugno al 15 luglio 2024 con la direzione di Michele Gamba e la regia di Davide Livermore che partecipa anche al disegno delle scene insieme a Eleonora Peronetti e Paolo Gep Cucco, mentre i costumi sono firmati da Mariana Fracasso, le luci da Antonio Castro e i video, sempre fondamentali negli spettacoli di Livermore, da D-Wok.
La nuova Turandot – che sarà eseguita con il Finale II di Franco Alfano – è occasione del ritorno di Anna Netrebko, al suo terzo titolo pucciniano alla Scala dopo La bohème del 2012 e Tosca con cui aveva inaugurato la Stagione 2019/2020. L’artista è attesa anche il prossimo 7 dicembre nella Forza del destino con Riccardo Chailly, che la dirigerà anche il 29 novembre – giorno della morte di Puccini – in un concerto straordinario insieme a Jonas Kaufmann, dedicato ai primi lavori del compositore, dalle Villi a Manon Lescaut.
Con lei canteranno in tutte le recite di Turandot Rosa Feola come Liù e Vitalij Kowaljov come Timur, mentre nella parte di Calaf si alterneranno Yusif Eyvazov (25 e 28 giugno, 4 e 6 luglio) e Roberto Alagna (9, 12 e 15 luglio), che il 23 giugno sarà impegnato anche in una serata pucciniana per il ciclo dei Recital di Canto. Il Coro, personaggio chiave dell’opera, è diretto da Alberto Malazzi.
Nel Ridotto dei Palchi giovedì 20 giugno alle ore 18, per il ciclo “Prima delle prime”, organizzato in collaborazione con gli Amici della Scala, il compositore e Direttore Artistico dell’Opera di Roma Paolo Arcà terrà una conferenza dal titolo “L’approdo della grande tradizione”.
Un’ora prima dell’inizio di ogni recita, presso il Ridotto dei Palchi, si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Liana Püschel.
La rappresentazione del 4 luglio sarà trasmessa in live streaming sulla piattaforma LaScalaTv e resterà disponibile on demand fino all’11 luglio.
IL DIRETTORE
Michele Gamba, che il 1 giugno ha diretto al Quirinale il concerto per la Festa della Repubblica (che è stata occasione per celebrare anche i 30 anni dell’Orchestra della Rai) ha con il Teatro alla Scala un rapporto consolidato. Dopo essere salito sul podio per I due Foscari, Le nozze di Figaro, L’elisir d’amore e la prima assoluta di Madina di Fabio Vacchi, oltre che in diversi concerti da direttore e da pianista, Gamba ha ottenuto un forte successo personale alla Scala dirigendo nel 2022 il nuovo allestimento di Rigoletto di Verdi con la regia di Mario Martone e nel ‘24 la prima scaligera di Médée di Cherubini in versione originale francese con la regia di Damiano Michieletto. Poche settimane prima, la sua direzione dell’Elisir d’amore al Metropolitan di New York veniva salutata dal New York Times come “performance classica dell’anno” per il 2023. Nella Stagione 2024/2025 tornerà per Tosca, ripresa dell’allestimento di Davide Livermore, ma già nell’autunno sarà a Milano per Requiem di Verdi all’Auditorium.
LO SPETTACOLO
Davide Livermore e il suo team hanno realizzato per la Scala produzioni di Tamerlano di Händel, Don Pasquale di Donizetti, ben quattro serate inaugurali con Riccardo Chailly (Attila di Verdi, Tosca di Puccini la serata televisiva … a riveder le stelle durante il lockdown e Macbeth), La Gioconda e Les contes d’Hoffmann. Nella versione di Livermore Turandot sarà una fiaba in cui i personaggi sono archetipi in cui possiamo riconoscere i passi da compiere nel cammino verso la realizzazione di noi stessi. Un mondo di principi e principesse che devono imparare a vincersi per diventare re e regine: al principe Calaf, che deve vincere la paura per poter scoprire lui per primo il suo nome, corrisponde la principessa Turandot che deve seppellire il lutto e la maledizione dell’ava per diventare del tutto se stessa. In scena una gigantesca lente mobile evidenzia gli elementi simbolici di un mondo di sogno – o d’incubo – costruito a partire da un’accurata ricerca iconografica sull’arte cinese di oggi.
Le scenografie sono opere d’arte digitale ideate e progettate da D-Wok, tra le prime società al mondo a rendere virtuali le scenografie per i palcoscenici operistici, mescolando la dimensione analogica con la dimensione digitale. La concezione è di Davide Livermore, con la direzione di Paolo Gep Cucco, direttore creativo di D-Wok, creatore e direttore di manifestazioni e progetti internazionali di entertainment design e video design. Lo spazio scenico assume quindi una concezione rinnovata, che unisce la tradizione dell’opera italiana con le tecnologie più all’avanguardia.
TURANDOT ALLA SCALA
Il 25 aprile 1926 il sipario si leva sulla prima assoluta dell’ultima opera di Giacomo Puccini: cantano Rosa Raisa e Miguel Fleta, le scene sono quelle celeberrime di Galileo Chini, i costumi altrettanto celebri sono firmati da Caramba, ma alcune fonti li attribuiscono a Umberto Brunelleschi, e Toscanini depone la bacchetta alla morte di Liù, le ultime note di pugno del Maestro. Nello stesso 1926 e poi nel 1928 e 1929 (con Georges Thill) lo spettacolo è ripreso da Ettore Panizza, nel 1930 da Giuseppe del Campo, nel 1932 da Victor de Sabata, nel 1935 da Gino Marinuzzi con Gina Cigna, Giacomo Lauri Volpi e Mafalda Favero.
Marinuzzi riprende il titolo nel 1939 con un nuovo allestimento di Colomanno Nadasdy, sostituito già nel 1942 con Franco Ghione sul podio da uno spettacolo di Mario Frigerio destinato a tornare nel 1944 di nuovo con Marinuzzi e nel 1948 con Franco Capuana. Dieci anni dopo Antonino Votto battezza la versione di Margherita Wallmann con un cast favoloso: Birgit Nilsson Turandot e Di Stefano e Corelli ad alternarsi come Calaf. La formazione regge con lievi variazioni nel 1960 e ‘62, nel 1964 dirige Gavazzeni, nel 1968 Georges Prêtre, nel 1970 Nino Sanzogno, nel 1976 Zubin Mehta. Una nuova pietra miliare nell’interpretazione dell’opera alla Scala è posta nel 1983 dalla coppia formata da Lorin Maazel e Franco Zeffirelli con le voci di Ghena Dimitrova, Nicola Martinucci, Plácido Domingo e Franco Bonisolli ad alternarsi come Calaf e Katia Ricciarelli come Liù. Un trionfo replicato nel 1985, 1988 e 1989. Georges Prêtre torna nel 2001 con le voci di Alessandra Marc e Nicola Martinucci e lo spettacolo di Keita Asari che sarà ripreso agli Arcimboldi da Carlo Rizzi nel 2004. Nel 2011 un nuovo spettacolo è firmato da Giorgio Barberio Corsetti, dirige Valery Gergiev.
L’ultima apparizione di Turandot è il 1 maggio 2015 quando, per la turbolenta inaugurazione di Expo tra contestazioni e black bloc, Riccardo Chailly, da poco nominato Direttore musicale, dirige Nina Stemme, Aleksandrs Antonenko e Maria Agresta nello splendido spettacolo creato da Nikolaus Lehnhoff per Amsterdam e ripensato per gli spazi della Scala. È la prima volta che il finale di Luciano Berio viene proposto a Milano in forma scenica dopo essere stato diretto in concerto dallo stesso Chailly con l’allora Orchestra Verdi.
IL POLIGRAFICO PRESENTA LA MONETA CELEBRATIVA PER I 100 ANNI DALLA SCOMPARSA DEL COMPOSITORE
Il 25 giugno alle ore 17:30 il Ridotto dei Palchi del Teatro alla Scala, in occasione della prima del nuovo allestimento di Turandot, ospiterà la presentazione della moneta d’argento da € 5 celebrativa dei “100 anni dalla scomparsa di Giacomo Puccini”. La moneta, che verrà emessa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e coniata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato il prossimo 14 giugno, appartiene alla Collezione numismatica della Repubblica Italiana 2024.
La moneta sarà disponibile per l’acquisto in concomitanza dell’evento, oltre che sullo shop www.shop.ipzs.it fino a esaurimento del contingente.
OPERA AND NEW MEDIA, UNA MOSTRA SU PUCCINI IN COLLABORAZIONE CON L’ARCHIVIO RICORDI/BERTELSMANN
Dal prossimo 24 ottobre il Teatro alla Scala ospita nei locali del Museo Teatrale la mostra Opera meets new media a cura di Gabriele Dotto, attualmente visibile a Berlino nella sede di Bertelsmann. Questa mostra, che conferma e rafforza la collaborazione storica del Teatro alla Scala con Archivio Storico Ricordi, già da molto tempo in corso per le mostre al Museo – il quale occupa fin dalla sua nascita i locali della sede originale della Ricordi – propone, attraverso l’esame della carriera internazionale di Giacomo Puccini, una riflessione sulle influenze che ebbero all’inizio del XX secolo i nuovi media e le innovazioni tecnologiche sul teatro musicale. In realtà fu un passaggio epocale, una vera rivoluzione per la fruizione della musica che fino a quel momento poteva essere fruita unicamente dal vivo. La mostra è promossa dal Teatro alla Scala, prodotta dall’Archivio storico Ricordi/Bertelsmann e curata da Gabriele Dotto insieme ai Co-curatori Christy Thomas Adams e Ellen Lockhart. L’allestimento al Museo Teatrale alla Scala è realizzato da Valentina Dellavia. Partner della mostra è il Comitato Nazionale per le Celebrazioni Pucciniane.
C.S.m.
Fonte: comunicato stampe del 6 giugno 2024
Immagine di copertina: Anna Netrebko Photo © 2023 Olga Rubio Dalmau color