Al Castello del Buonconsiglio, nel centenario del museo, 100 opere fra stampe, dipinti, incisioni mostrano il Rinascimento in Trentino tra 1470 e 1530-40.

A Trento, l’incontro tra Dürer e i nordici con l’arte veneta e italiana crea l’originale laboratorio del Rinascimento Alpino. Una grande mostra, per la prima volta, documenta un momento magico della storia dell’arte.

[Albrecht Dürer, Cristo tra i dottori, 1506, Madrid, Museo Thyssen]

Il Castello del Buonconsiglio sceglie, non a caso, un grande nordico, Albrecht Dürer, come protagonista della mostra simbolo del Centenario del museo, nato nel 1924. Dürer scoprì Trento e il Trentino negli anni 1494-95, restando affascinato dai paesaggi e dalle atmosfere di questi luoghi, catturandone l’essenza in una celebre serie di acquerelli.

Ad attrarre il norimberghese fu un Principato dove l’arte e le arti erano coltivate con grande passione e dove il Rinascimento veniva declinato in modo del tutto originale da artisti trentini e da “foresti” che vi giungevano perché attratti dal prestigio e dalle committenze della corte del principi-vescovi e delle élites economiche.

“Dürer e gli altri. Rinascimenti in riva all’Adige”, al Buonconsiglio dal 6 luglio al 13 ottobre 2024, rivive quel viaggio e quel magmatico, creativo momento della storia dell’arte di una terra tra i monti. La mostra, promossa dal museo del Castello del Buonconsiglio, in collaborazione con l’Università di Trento e la Soprintendenza per i beni culturali, è a cura di Bernard Aikema, Laura Dal Prà, Giovanni Maria Fara, Claudio Salsi.

[Albrecht Dürer, Adorazione dei Magi, particolare, Firenze, Galleria degli Uffizi]

LA MOSTRA: IL “CASO DÜRER” E IL RINASCIMENTO IN TRENTINO
Nell’esposizione, la presenza di Dürer in Trentino è ricordata da disegni, acquerelli, tra questi la magnifica veduta proprio del Castello del Buonconsiglio proveniente dal British Musuem, incisioni e dipinti: l’arte del grande tedesco non passò inosservata ma stimolò gli artisti qui attivi a ripensare la loro arte.

Partendo dallo spettacolare “caso Dürer”, il percorso espositivo si estende infatti ad indagare le origini di quel Rinascimento originale, sui generis, che si sviluppa in Trentino tra 1470 e 1530/40. A prendere forma è uno stile nuovo, o meglio, l’insieme di tanti nuovi linguaggi, influenzati da artisti, opere, mode e modi che risalgono dall’Italia alla Germania, alle Fiandre e viceversa.

Il Trentino e il Tirolo meridionale vantavano alcune sedi episcopali (Bressanone, Trento) e commerciali (Bolzano) che costituivano poli attrattivi di prim’ordine. Piccola enclave autonoma nel mezzo delle potenze dell’epoca, qui si attivò un laboratorio di innovative soluzioni artistiche, in un’epoca – i decenni attorno al 1500 – di intensa trasformazione artistica e culturale di tutta l’Europa.

[Bernard Strigel, Massimiliano I d’Asburgo con le insegne imperiali, post 1508, Innsbruck, Museum Ferdinandeum]

LA MOSTRA: NON SOLO DÜRER
La mostra indaga la presenza di artisti tedeschi a Trento, come esemplarmente documentato dall’impressionante Crocifissione di Sisto Frey nel Duomo cittadino.
Dopo la straordinaria fase dell’Umanesimo, del quale fu campione il vescovo Johannes Hinderbach, un particolare focus la mostra lo riserva alla figura del grande principe vescovo Bernardo Cles (1485-1539), promotore della costruzione e decorazione del Magno Palazzo al Castello del Buonconsiglio, consigliere di Massimiliano I e poi membro della dieta imperiale di Carlo V, oltre che suo gran cancelliere. Egli impiegò non soltanto artisti italiani, ma si fece ritrarre da pittori come Bartholomäus Bruyn, o da medaglisti come Hans Schwarz, e coinvolse maestri come Dill Riemenschneider, accanto a Romanino, Dosso e Fogolino.

Un ulteriore approfondimento è dedicato al ruolo dell’imperatore Massimiliano I, sovrano per il quale Dürer prestò servizio. Massimiliano si fece proclamare Re dei Romani proprio il 4 febbraio 1508 a Trento con una sfarzosa cerimonia e il vescovo Neydeck volle che la circostanza fosse ricordata nelle portelle dell’organo di Santa Maria Maggiore dipinte da Falconetto.

[Michael Pacher, Santa Caterina (portella di predella da altare maggiore di Sebato), 1465 ca., Innsbruck, Ferdinandeum]

GLI ARTISTI IN MOSTRA
La mostrariunisce quasi un centinaio fra opere su carta (le stampe, e non solo quelle di Dürer, come mezzo di diffusione di forme ed idee artistiche di primaria importanza, avranno un ruolo fondamentale nell’insieme), dipinti, sculture e arti applicate nelle varie tecniche.

Sono esposti straordinari dipinti, sculture, disegni, incisioni di importanti artisti come Albrecht Dürer, Alvise Vivarini , Bartolomeo Dill Riemenschneider, Jorg Artzt, Max Reichlich, Michael Pacher, Girolamo Romanino e altri ancora, provenienti da grandi istituzioni museali come la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Pinacoteca Ambrosiana di Milano, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, l’Accademia Carrara di Bergamo, il Museo Correr, il Museum Ferdinandeum di Innsbruck, il museo Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, i Musei di Strada Nuova di Genova e la Pinacoteca Nazionale di Siena.

 Attraverso le loro opere è possibile cogliere, in varie inflessioni personali, la nuova sensibilità religiosa, l’interesse per l’individuo, la riflessione sul paesaggio – al cospetto delle Alpi – la permeabilità artistica di un territorio ‘a cerniera’ tra mondo tedesco e mondo italiano.

La sezione conclusiva è riservata alle opere diffuse nel territorio trentino, evidenti testimonianze del miscuglio di stili che in quel fecondo periodo si palesò con felici esiti. A rivivere un momento magico della storia dell’arte e della Storia trentina ed europea.

C.S.m.
Fonte: comunicato stampa di giugno 2024
Immagine di copertina: (particolare) Albrecht Dürer, Veduta del Castello del Buonconsiglio
acquerello su carta 1495, Londra, British Museum

DÜRER E GLI ALTRI. RINASCIMENTI IN RIVA ALL’ADIGE
6 luglio 2024 – 13 ottobre 2024

Castello del Buonconsiglio
Via Bernardo Clesio, 5 – 38122 Trento
T 0461233770
info@buonconsiglio.it
www.buonconsiglio.it