L’arte va in scena a Spoleto: tutte le mostre del Festival dei Due Mondi, iniziando dall’omaggio a Giorgio Ferrara. 

Durante il Festival dei Due Mondi (vedi qui) gli appuntamenti si moltiplicano, la città si trasforma in un luogo vivo della creazione per tutti i linguaggi dell’arte. A un anno dalla scomparsa, il percorso di valorizzazione del patrimonio artistico avviato dalla Fondazione Festival dei Due Mondi si arricchisce di una nuova tappa espositiva con la mostra dedicata a Giorgio Ferrara, suo direttore dal 2008 al 2020. Inaugurata il 28 giugno, attraverso un’accurata selezione di costumi, materiale d’archivio e fotografie, l’esposizione curata da Piero Maccarinelli ripercorre le produzioni di quegli anni, proponendo un’immersione nel mondo creativo di Ferrara e in quello dei suoi compagni di viaggio, offrendo un ritratto della sua straordinaria eredità artistica.

Il giorno successivo l’omaggio a Giorgio Ferrara è proseguito con l’appuntamento a cura di Fabiana Giacomotti Love letters to Giorgio, presso la Sala XVII settembre del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. Un percorso di parole e di emozioni con la partecipazione di alcuni fra i più grandi registi, costumisti, autori, ballerini, attori internazionali che hanno collaborato con Ferrara nelle tredici edizioni della sua direzione artistica. Un lungo cammino che ha permesso al Festival di Spoleto di rinascere in forma nuova, consegnandolo al successo culturale, ma anche popolare, di oggi.

All’Ex-Battistero della Manna d’Oro è aperta, fino al 14 luglio, la mostra Legàmi, un progetto del fotografo Luis Alberto Rodriguez e della set designer Afra Zamara per la Fondazione Carla Fendi, Main Partner del Festival, in collaborazione con Mahler & LeWitt Studios (approfondimento vedi qui).

L’artista Stefano Di Stasio presenta, dal 29 giugno al 7 ottobre, il suo Agata eterna nell’ambito della manifestazione La sottile linea d’Umbria, promossa dai Musei nazionali di Perugia – Direzione regionale Musei Umbria. Di Stasio ha inserito l’iconografia della Santa a cui è dedicata la piccola chiesa – parte integrante del Museo Archeologico Nazionale di Spoleto – all’interno del suo immaginario onirico: l’opera, un dipinto su carta, prenderà il posto dell’antica pala d’altare nell’abside della chiesa, diventando lo sfondo per le iniziative e i concerti che saranno accolti nella struttura. A metà tra spazio liturgico e civile, la Chiesa di Sant’Agata diventa una finestra sull’opera di Di Stasio, autore di una moderna sacralità.

MOSTRE AI MUSEI CIVICI DI SPOLETO
In concomitanza con l’apertura del 67° Festival dei Due Mondi  (vedi qui) si sono inaugurati i progetti espositivi dei Musei Civici di Spoleto. Come lo scorso anno, il programma è all’insegna della contemporaneità, filo rosso attraverso il quale connettere le sedi che compongono la rete dei musei comunali. Si tratta di una proposta culturale ampia e multidisciplinare che, insieme agli artisti invitati, vede il coinvolgimento di associazioni e realtà attive a livello nazionale così come sul territorio umbro, ognuna delle quali ha offerto il proprio contributo alla realizzazione delle varie iniziative.

A PALAZZO COLLICOLA
Il piano terra accoglie Concerto, la prima mostra personale in un museo pubblico di Roberto Fassone (Savigliano, 1986). L’esposizione, a cura di Saverio Verini, direttore dei Musei Civici di Spoleto, presenta una serie di opere realizzate dall’artista nel corso della sua carriera. La spiccata dimensione concettuale della pratica di Fassone, da sempre orientata alla riflessione sullo statuto dell’opera d’arte, si esprime attraverso lavori dotati di un carattere ludico e sperimentale, con i quali l’artista tenta di espandere il potenziale immaginativo dell’osservatore. Il progetto espositivo costituisce una prima e ampia lettura dell’intera opera di Fassone, attivo da oltre un decennio nell’ambito dell’arte contemporanea italiana e internazionale, recentemente insignito del prestigioso Maxxi Bulgari Prize for Digital Art.

Sempre al piano terra è allestita Performing across frontiers, a cura di Gertrude Gibbons e Giulio Pampiglione. Il progetto espositivo celebra il 40° anniversario dello spettacolo finale della compagnia teatrale Atelier di Formia, ll Ballo dei Manichini di Bruno Jasieński, tenutosi proprio al Festival dei Due Mondi nel luglio 1984. La mostra include l’esposizione di materiale d’archivio del direttore dell’Atelier di Formia, Giovanni Pampiglione, caratterizzandosi come un omaggio alla storia della compagnia teatrale e, insieme, a quella del Festival.

Gli spazi del Piano Nobile ospitano una mostra personale dell’artista Chiara Camoni (Piacenza, 1974),a cura di Saverio Verini, dal titolo Inizio fine. Rotondo. Tutte le cose del mondo. Le opere dell’artista dialogano con le stanze del palazzo e le sue preesistenze – gli arredi, i dipinti, le decorazioni – creando un percorso espositivo che si snoda attraverso tutti gli ambienti: richiami al mondo naturale e vegetale, fortemente presenti nella pratica di Camoni, si incontrano con il fasto delle sale di Palazzo Collicola, in un confronto inedito che vede anche la presenza di opere realizzate appositamente per l’occasione. La mostra nasce grazie alla collaborazione con il Festival dei Due Mondi: Chiara Camoni, infatti, è anche autrice del manifesto di Spoleto67, aggiungendo il suo nome a una lunga lista di artisti di fama internazionale.

La stanza adiacente alla Biblioteca Carandente, al primo piano di Palazzo Collicola, ospita un intervento inedito dell’artista Lulù Nuti (Parigi, 1988), In my end is my beginning. Il progetto, a cura di Spazio Taverna, è il frutto di una collaborazione dell’artista con l’Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO), il laboratorio CAOS dell’Università degli Studi di Perugia e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). L’opera nasce infatti a margine di una residenza che Nuti ha svolto nella sede dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo di Cascina (PI): l’incontro tra l’artista e i ricercatori ha portato alla realizzazione di una scultura di grande formato, che richiama un movimento di espansione e contrazione, la simmetria di un campo gravitazionale a riposo e la vertigine che l’immaginazione prova quando si raffigura la curvatura dello spaziotempo. Con l’opera di Lulù Nuti, questo spazio del museo intende caratterizzarsi sempre più come una vetrina per artisti emergenti, invitati a presentarsi con un “atto unico” che investe l’intera stanza.

Tre stanze al centro del secondo piano di Palazzo Collicola, dove è esposta la collezione permanente di arte contemporanea del Museo, ospitano La nuova debolezza. Fotografie dalla Collezione Attolico, a cura di Serena Schioppa e Saverio Verini. Il titolo riprende una frase della collezionista Bianca Attolico, che definì il suo interesse per la fotografia, cresciuto nei primi anni del Duemila, una sua “nuova debolezza”. Basato su una selezione di opere, il progetto espositivo offre una panoramica di ampio respiro sulla fotografia contemporanea, attraverso temi e sguardi che spaziano dal paesaggio urbano a quello naturale, fino all’interesse per il ritratto e la figura umana. Tra i nomi figurano artisti contemporanei di fama internazionale: Regina Josè Galindo (Città del Guatemala, 1974), Thomas Ruff (Zell, 1958), Santiago Sierra (Madrid, 1966), Anri Sala (Tirana, 1974), Jonathan Monk (Leicester, 1969), Elisabetta Benassi (Roma, 1966), al fianco di autori italiani storicizzati come Mario Giacomelli (Senigallia, 1925 – 2000), Gabriele Basilico (Milano, 1944 – 2013) e Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930). La mostra intende sottolineare ancora una volta il legame tra Palazzo Collicola e la famiglia Attolico, da anni vicina al Museo e alle sue attività, non ultimo grazie all’impegno di Elena Attolico come presidente dell’associazione “Amici di Palazzo Collicola”.

Le inaugurazioni di Palazzo Collicola non si limitano solo alle sale interne del museo. Gli spazi all’esterno del palazzo, infatti, accolgono l’installazione Dal giorno alla notte dell’artista Felice Levini (Roma, 1956),grazie a una collaborazione tra i Musei Civici di Spoleto e l’associazione Hypermaremma, da anni attiva nella promozione dell’arte contemporanea. L’opera di Levini, prodotta dall’associazione in occasione della scorsa edizione del festival di Hypermaremma, è formata da grandi frecce di colore rosso idealmente scoccate dall’alto che, unendo mitologia e simbolismo, si presentano come dei “segnali divini”, a indicare un luogo a suo modo sacro. La presenza delle frecce che compongono l’opera – insieme alla proiezione delle loro ombre – contribuisce a caratterizzare il cortile di Palazzo Collicola, diventando un nuovo elemento distintivo di quello spazio, liberamente accessibile al pubblico negli orari di apertura del museo.

Infine, al piano seminterrato (ingresso da via Loreto Vittori) è presentata Trace_001, mostra di gammatrace, artista digitale che risponde al nome di Nicolò Marchi (Spoleto, 1990). L’esposizione, prima personale dell’artista, disegna una realtà perturbata e contaminata, in cui mente, corpo e spazio rompono i confini che li dividono dando vita a figure colte in uno stato sospeso, le cui forme appaiono compromesse, sul punto di disfarsi. Trace_001 è composta da opere realizzate in CGI (computer generated imagery) e raccoglie due cicli: Nebuxel, del 2021, e Phosphenesis, il più recente e parzialmente inedito, che ha visto la collaborazione con l’attore e artista britannico Laurence Fuller e il regista e attore statunitense Vincent D’Onofrio nella realizzazione di un’opera di questa serie.

Si segnala che Palazzo Collicola è anche uno dei luoghi scelti dalla manifestazione diretta da Monique Veaute per accogliere gli spettacoli di “danza verticale” delle compagnie Il Posto / Wanda Moretti + Marco Castelli Small Ensemble e la serie di concerti della rassegna Jazz Club. https://www.festivaldispoleto.com/ .

NELLA CHIESA DEI SANTI GIOVANNI E PAOLO
Ospita Oggi, un progetto espositivo dell’artista Luca Bertolo (Milano, 1968),a cura di Saverio Verini. L’installazione si compone di un’opera dalle grandi dimensioni, ispirata a una serie di dipinti dell’artista intitolati Veronica, in cui la lettura del potenziale soggetto, coperto da un velo, è resa problematica. L’identificazione del soggetto sottostante viene infatti sacrificata in luogo di un’immagine che, simultaneamente, afferma e nega l’idea stessa di rappresentazione. Il riferimento è alla tradizione figurativa cristiana: la “veronica” indica infatti il velo che contiene l’impronta del volto di Gesù. L’opera presentata, Senza titolo (2024), intrattiene un rapporto specifico con la chiesa, luogo per la quale è stata concepita, dove sono presenti numerosi affreschi realizzati tra XIII e XVI secolo, compromessi e “schermati” dal passare del tempo, ma ancora dotati di una magnifica eloquenza. Il progetto di Bertolo è completato da un piccolo blocco di marmo con incisa la parola “oggi”, dalla quale deriva il titolo della mostra: una dichiarazione di attualità, ma priva di reali riferimenti temporali (oggi, quando?); un “qui e ora” che interroga e sollecita l’osservatore sulla stratificazione di epoche e segni che si sovrappongono nella chiesa.

NELLA CASA ROMANA
Paolina e il suo doppio è un’installazione costituita da due opere di Vettor Pisani (Bari, 1934 – Roma, 2011) a cura di Piero Tomassoni. Refrattario alle poetiche in voga negli anni Settanta, Pisani ha elaborato una visione dell’arte ispirata al mito e alle credenze magiche e religiose dell’ermetismo e delle dottrine anteriori al cristianesimo. Artista profondamente colto, nel corso della sua carriera Pisani ha creato opere che affrontano i grandi temi dell’esistenza, manifestando un interesse per il rapporto con la storia e la mitologia, oltre all’aver posto al centro della sua pratica il tema della “casa” come luogo simbolico e teatro di operazioni artistiche. Per questo la Casa Romana appare un luogo particolarmente adatto a ospitare le opere dell’artista. Paolina e il suo Doppio si collega all’ampia retrospettiva che il CIAC di Foligno dedica a Pisani tra giugno e settembre, creando una sinergia concreta e inedita tra le due realtà museali delle città di Spoleto e Foligno.

AL MUSEO DEL TESSUTO E DEL COSTUME
Un progetto in collaborazione con Mahler & LeWitt Studios, a cura di Guy Robertson: Umru: racconti da un paesaggio idrosociale dell’artista Cecilia Ceccherini e del geografo Alberto Valz Gris. Con un arazzo di grandi dimensioni e un’installazione sonora, il progetto esplora il modo in cui le comunità sono definite dal loro accesso all’acqua. Prendendo Spoleto e i suoi dintorni come punto di partenza, Ceccherini e Valz Gris attingono a diversi episodi legati al territorio, tra cui la leggenda del drago di San Felice e Mauro – intesa come mitologia dell’acqua –, le fonti d’acqua contestate utilizzate per l’imbottigliamento commerciale e la sopravvivenza di un raro gambero di montagna nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Il progetto ha previsto la collaborazione digiulia deval, Henry Albert e Guglielmo Diana.

NELLA TORRE BONOMO
Sempre promosso da Mahler & LeWitt Studios, Jonathan Monk inaugura SL, una mostra a cura di Vittoria Bonifati dal 28 giugno al 14 luglio, che nasce “in risposta” agli interventi dell’artista statunitense Sol LeWitt conservati nella Torre. L’esposizione include alcune sculture in ceramica realizzate a Deruta durante la sua residenza presso i Mahler & LeWitt Studios. Il lavoro di Monk – un omaggio a figure come Sol LeWitt, Ed Ruscha, Bruce Nauman e Lawrence Weiner – richiama le strategie procedurali tipiche dell’arte concettuale e minimalista degli anni ’60 e ’70 e le arricchisce con un tocco personale o ludico.

AL MUSEO DELLE SCIENZE E DEL TERRITORIO (MUST)
Il museo è tra le principali realtà che hanno reso possibile la rassegna Elementi, ideata e curata dall’associazione Fuori Festival: dal 28 giugno al 14 luglio, in diversi luoghi si alternano concerti, progetti espositivi, performance e laboratori all’insegna della multidisciplinarietà, nati da una serie di incontri tra artisti e ricercatori, inclusi gli operatori del MuST, che hanno messo a disposizione la loro conoscenza dell’ambiente e del territorio spoletino. https://fuorifestival.xyz/elementi/ .

AL MUSEO DELLE MINIERE DI MORGNANO
Il museo è teatro di una rassegna di tre film, selezionati dalla Sala Pegasus, cinema con sede a Spoleto, in collaborazione con l’associazione Amici delle Miniere. Le proiezioni, che hanno come filo conduttore il tema del lavoro, si tengono nel cortile del museo nella seconda metà di luglio.

INCONTRI E PRESENTAZIONI
I progetti espositivi dei Musei Civici di Spoleto sono accompagnati da una serie di incontri e presentazioni che si tengono alla Biblioteca Carandente di Palazzo Collicola, in collaborazione con la Biblioteca Comunale. Sono attesi, in diverse date, gli artisti Jonathan Monk e Giorgio Facchini, lo scrittore Luca Berretta, gli storici dell’arte Annarosa Mattei e Claudio Strinati, e poi Andrea Cortellessa e Jacopo Pellegrini, rispettivamente curatore e uno degli autori di Arbasino A-Z.

C.S.M.F.
Fonte: comunicato stampa del 25 giugno 2024
Immagine di copertina: Giorgio Ferrara © Ivano Trabalza

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