Di Barbara Baroni. MantovaMusica: notte latina tra brani celebri e altri originali, arrangiati per questa formazione.  

È proseguita nel segno del tango nuevo e della ritmata trascinante milonga, danza derivata dalla Habanera e amata da Pablo Neruda, la poetica Stagione Mantova Musica “Le bellezze ritrovate”, nella splendida Piazza Leon Battista Alberti della città lombarda (dove continua per tutto il mese) con l’artista argentino di fama internazionale Javier Girotto, sassofono creativo dai colori ammirevoli, attento ai timbri unici per emissione, effetti ed estensione. Nato a Córdoba nel 1965 da famiglia di origine italiana, dagli anni ’90 inizia la sua avventura nel Belpaese. Dopo aver sofferto di una patologia chiamata distonia focale del musicista che gli ha cagionato disturbi a una mano, è ritornato alla musica nel 2018 con un tour in Argentina e Uruguay.

Si univa al sentimentale Ensemble Lumière, noto insieme decennale, luminoso ben assortito ed intenso: Marco Fabbri bandoneon nostalgico, Carlo Cantini violino dalle sonorità estreme, Christian Serazzi viola, Andrea Musto violoncello, Lorenzo Gabellini contrabbasso, archi di rilievo e Stefano Giavazzi pianoforte romantico. Un Ensemble ricco di sonorità personali e di effetti strumentali, coinvolgente nella fusion di vari stili, che risalta soprattutto nella innovazione musicale dando un colore e un sentire travolgenti, trasparenti e inimitabili.

Il programma “Impresiones latinas” comprendeva un vasto panorama: Alberto Ginastera Milonga lenta caratterizzata da sentimento profondo e unita a Variación per contrabbasso strumento di base e Criolla op. 6 (solo il gruppo). E ancora, di questo famoso maestro che seppe fondere in una sua cifra inventiva il tango e la serie di Schōnberg Impresiones de la Puna (1934, primo periodo nazionalista). Puna indica in questo pezzo, con lo studio attento della civiltà precolombiana, il nord delle Ande abitate dagli Inca. Vi è la descrizione delle maestose e rocciose montagne e la melodia degli indigeni. Ma Puna indica anche gli estremi orizzonti del pianeta, da cui il titolo del concerto e unisce quena (interpretata assolo di sax), canzone e danza.

Un viaggio musicale che approda al grande allievo Astor Piazzolla con Michelangelo 70 ed altro. Svettavano i celebri tanghi scelti Otoño e Verano Porteño (da Le quattro stagioni di Buenos Aires) ispirati a Vivaldi ed interpretato nel tema anche in questa chiave “barocca” veramente commovente. Inoltre un brano toccante di Valendei Elegia latina, che ricorda con la definizione la forma di poesia malinconica e d’amore, prediletta anche da Ovidio; molto emozionante. Dulcis in fundo, dello stesso virtuoso sassofonista e compositore J. Girotto, la struggente Nahuel ove suona il flauto andino chiamato quena (canna di bambù).

Si distinguono arrangiamenti appositi per questo meraviglioso gruppo, aperto sia alla musica classica che contemporanea, al Jazz-latino e musica popolare rivisitata e pura, scavo di Autori meno conosciuti e collaborazioni teatrali di successo con sentita originalità. Plauso del numeroso pubblico portato verso paesi lontani con contrasti e suoni onomatopeici e sinestesici, e il bis Libertango.

Recensione di Barbara Baroni
Visto a Mantova, piazza L.B. Alberti per Mantova Musica, il 3 agosto 2024
Foto: Ufficio Stampa Mantova Musica

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