Via Appia Regina Viarum, il cui primo tracciato è del 312 a.C., è il 60° sito italiano riconosciuto dall’Unesco. Italia è il Paese con il maggior numero di siti Patrimonio dell’Umanità.
Il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Nuova Delhi nella 46a sessione, ha deliberato l’iscrizione della “Via Appia. Regina Viarum” nella Lista del Patrimonio Mondiale che diventa così il 60° sito italiano riconosciuto dall’UNESCO.
Si tratta della prima candidatura promossa direttamente dal Ministero della Cultura, che ha coordinato tutte le fasi del processo e ha predisposto tutta la documentazione necessaria per la richiesta d’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. Il risultato è il frutto di un lavoro di squadra che ha visto il coinvolgimento di molteplici istituzioni: 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 13 Città metropolitane e Province, 74 Comuni, 14 Parchi, 25 Università, numerosissime rappresentanze delle comunità territoriali, nonché il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede.
CENNI STORICI
L’Appia fu la prima delle grandi strade di Roma costruite con tecniche innovative, veri e propri capolavori di ingegneria civile che si affiancarono alle vie naturali e che costituiscono i monumenti più durevoli della civiltà romana. Il tracciato, iniziato nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per collegare Roma a Capua, fu poi prolungato fino a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente, man mano che avanzava la conquista romana e lungo la Via Appia Traiana, la variante fatta realizzare dall’imperatore Traiano nel 109 d.C. per agevolare il percorso nel tratto da Benevento a Brindisi.
Concepita per esigenze militari, la Via Appia divenne da subito strada di grandi comunicazioni commerciali e di primarie trasmissioni culturali e, nel tempo, è diventata il modello di tutte le successive vie pubbliche romane così come, in un certo senso, l’origine del complesso sistema viario dell’Impero, che è anche alla base dell’attuale rete di comunicazione del bacino del Mediterraneo.
La creazione di questa rete stradale ha permesso la strutturazione di rotte di scambio anche con le vie d’acqua, permettendo così, nel corso dei secoli, un flusso praticamente ininterrotto di persone, idee, civiltà, merci, religioni e idee, percorsi che sono ancora vivi e sentiti da chi abita ancora oggi questi territori. Gli appellativi con cui gli stessi autori antichi la definirono, insignis, nobilis, celeberrima, regina viarum, testimoniano tutte le valenze politiche, amministrative, economiche, sociali e propagandistiche che le valsero la sua millenaria fortuna.
LE PAROLE DELLE AUTORITÀ
A Roma, al Mausoleo di Cecilia Metella (via Appia Antica, n. 161), il 31 luglio 2024 si è svolto l’evento celebrativo per l’iscrizione del sito “Via Appia. Regina Viarum” nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
Sono intervenuti: il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano; il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi; il sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri; il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in videocollegamento; i rappresentanti delle istituzioni pubbliche e private coinvolte nel percorso di candidatura.
IL MINISTRO DELLA CULTURA, GENNARO SANGIULIANO:
«Esprimo tutta la mia soddisfazione e il mio orgoglio per il grande risultato ottenuto. La ‘Via Appia. Regina Viarum’ da oggi è patrimonio mondiale dell’umanità. L’UNESCO ha colto l’eccezionale valore universale di una straordinaria opera ingegneristica che nei secoli è stata essenziale per gli scambi commerciali, sociali e culturali con il Mediterraneo e l’Oriente. Congratulazioni a tutte le istituzioni e comunità che hanno collaborato con il Ministero della Cultura per arrivare a questo prestigioso traguardo. È un riconoscimento del valore della nostra storia e della nostra identità, dal quale può nascere una valorizzazione in grado di portare benefici economici ai territori interessati»
IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA CON DELEGA ALL’UNESCO, GIANMARCO MAZZI:
«La Via Appia Patrimonio UNESCO è un grande successo per il Ministero della Cultura, ma soprattutto per quei milioni di italiani che vivono nei territori della Via Appia, simbolo mondiale della storia da cui proveniamo. Si aggiunge alla straordinaria affermazione ottenuta meno di un anno fa dalla lirica italiana e sono felice che coincida con il mio mandato».
IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA, LUCIA BORGONZONI:
«Da Nuova Delhi arriva una notizia che ci riempie di orgoglio. Per l’Italia un’ulteriore prestigiosa conferma dell’eccezionale valore universale della bellezza che caratterizza i territori della Penisola, straordinariamente unica. Con l’iscrizione del sito ‘Via Appia. Regina viarum’ nella Lista del Patrimonio mondiale si rafforza il nostro primato di Paese con il maggior numero di siti riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità, che sale così a sessanta. Un’immensa soddisfazione per una candidatura (la prima) promossa direttamente dal MiC con il coinvolgimento di numerosi altri enti istituzionali. A proposito del riconoscimento conferito alla più importante delle strade romane per il prossimo autunno stiamo lavorando a una mostra dedicata ai sessant’anni dell’Autostrada del Sole. Ci sarà un richiamo ai punti di ristoro presenti lungo il tragitto, ‘luoghi non luoghi’ che riportano con la memoria alle stazioni per le soste dei viandanti presenti già lungo le vie consolari“.
C.S.m.
Ufficio Stampa e Comunicazione MiC 27 luglio 2024
Immagini: Roma, presso Mausoleo Cecilia Metella 31 luglio 2024
Foto: Raffaele Marino © Ministero della Cultura
VIDEO
Promo:
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Proclamazione:
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Ministro Sangiuliano:
https://www.youtube.com/watch?v=h8kbbvYF7to&ab_channel=MiC_Italia
https://www.youtube.com/watch?v=nGfKrOnyNlk&ab_channel=MiC_Italia
Streaming:
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