Intervista di Maria Luisa Abate. Verona: si è rinnovato il consueto appuntamento con il Festival Internazionale Maria Callas, che quest’anno ha premiato il soprano Giovanna Casolla. Nell’edizione del decennale si sono aggiunti due nuovi prestigiosi Premi e consolidate partnership. Il Maestro Nicola Guerini, Direttore d’orchestra, Presidente e ideatore del Festival, racconta le ultime tappe, traccia un bilancio dei primi dieci anni della rassegna e anticipa gli impegni futuri.
Era il 2013 quando ricorrevano i novant’anni dalla nascita di Maria Callas, non solo star dell’opera ma icona di moda e di stile. Maestro Guerini, come ebbe, allora, l’intuizione di far nascere un Festival dedicato a questa figura che ha segnato in maniera così importante il Novecento, non solo musicale?
Nel 2012 pensavo a qualche convegno dedicato a Maria Callas, poi nel 2013 la sfida di dedicarle una serie di incontri, un premio e immaginare un compleanno lungo dieci anni per festeggiare il centenario. Il Festival Internazionale Maria Callas nasce a Verona il 2 dicembre 2013 per il 90° anniversario della nascita del grande soprano. Il motto che da subito lo ha caratterizzato è Happy Birthday Maria Callas! e celebra due date significative: il 2 dicembre, giorno della nascita dell’artista e il 2 agosto, data del suo debutto nel 1947 all’Arena di Verona ne La Gioconda di Amilcare Ponchielli. Il legame della Divina con Verona è importante. Scoperta dal celebre tenore Giovanni Zenatello, (primo Radames dell’Aida del 1913), la scritturò per la stagione areniana del 1947, affidandola alla bacchetta autorevole di Tullio Serafin. Maria Callas ventitreenne conobbe subito l’imprenditore Giovanni Battista Meneghini che la sposò nel 1949 e ne fu anche il manager.
Due date, quindi, scandiscono le attività del Festival, il giorno della nascita anagrafica di Maria e quello della nascita artistica della Callas. “La” Callas. Maestro Guerini, quando un artista assume l’articolo davanti al nome, questo ne sancisce l’ingresso nell’olimpo dell’immortalità. Quando, Maria Callas è diventata “la” Callas? Possiamo dire che la metamorfosi da giovane cantante a “Divina” sia avvenuta proprio a Verona?
Per Maria, Verona è l’inizio dell’ascesa, preludio di un teatro musicale che lei rivoluzionerà per sempre lasciando la sua impronta nella storia e diventando per tutti “la Callas”. La sua voce è frutto di un incredibile istinto musicale, un’instancabile volontà e disciplina nello studio rigoroso del testo musicale.
Il timbro inconfondibile – scuro e «quasi nero» nel registro grave – l’intensità e l’estensione eccezionale di quasi tre ottave le permettevano di cantare un repertorio vastissimo che recuperava la vocalità legata alle grandi primedonne del belcanto ottocentesco. Come Zenatello la notò a New York scritturandola per la Gioconda veronese anche Serafin ne comprese il potenziale preparandola, sempre nel ’47, per il Tristano e Isotta a Venezia. Ma nel ’49 avvenne qualcosa di eccezionale. Quattro settimane dopo la Norma di Firenze Serafin le chiese l’impossibile: studiare I Puritani durante le repliche della Valchiria per sostituire alla Fenice Margherita Carosio, purtroppo ammalata. Da quel momento lei è un fenomeno vocale!
Definita soprano drammatico di agilità, ha inaugurato una nuova stagione per gli interpreti e per il repertorio che lei restaura e rivoluziona con la sua straordinaria capacità attoriale: il magnetismo dello sguardo, la mimica del viso e del corpo intagliano ogni sillaba, ogni suono, ogni respiro, rivelando la forza tragica delle eroine che lei vive in scena con tutta se stessa. Di lei il mondo ha celebrato la donna, l’artista, la Voce e infine il mito, definendo un prima e un dopo di lei.
Il Festival ha contribuito a far riappropriare i veronesi di una “paternità” nei confronti del soprano che non era così nota e sentita come meritava. In questi dieci anni, quanto il Festival si è inserito nel tessuto musicale e culturale della città?
Certo, sono soddisfatto di avere contributo ad accentuare il ruolo e il legame di Maria Callas e Verona. Un legame necessario per raccontare l’evoluzione artistica del soprano greco-americano. Il Festival festeggia dieci edizioni con più di 100 incontri di approfondimento sul fenomeno Callas e attività svoltesi con i patrocini della Regione Veneto, del Comune e della Provincia di Verona, dell’Accademia Filarmonica di Verona, della Società Letteraria di Verona, La Feltrinelli Libri e Musica, della Fondazione Arena, dell’Accademia di Belle Arti Statale di Verona, del Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona, Archivio Storico Tommasoli e con il sostegno del Comune di Verona e della Fondazione Giorgio Zanotto. Ma per alcuni progetti anche una rete con il Comune di Busseto, il Comune di Catania, il Comune di Fiuggi, il Centro Studi Pier Paolo Pasolini, l’Istituto Luce. Tra le partnership prestigiose si evidenzia quella con l’Atelier Arte Poli, Warner Classics, Rete Due della Radiotelevisione Svizzera italiana.
L’appuntamento del 2 agosto è molto atteso e molto frequentato, non solo dai veronesi ma da molti amanti dell’opera che si ritrovano all’Hotel Due Torri per la consegna di un prestigioso riconoscimento alla carriera di molte star del Belcanto. La consegna del Premio “Callas”, pur alla presenza di importanti autorità, si trasforma in una occasione di festa tra melomani che si riscoprono amici. Quale è il segreto che crea questa alchimia unica?
Credo che la formula vincente sia l’atmosfera che si crea in ogni appuntamento con l’ospite per i suoi racconti, le confidenze e le emozioni che scorrono durante la narrazione del proprio percorso artistico. Poi c’è sempre la telefonata a sorpresa di un collega che vuole salutare l’ospite e ricordare momenti importanti vissuti insieme sul palcoscenico, e i numerosi fans che assalgono la sala per incontrare e applaudire l’artista. Tutto questo in un clima autentico, mai retorico.
Dopo Franco Zeffirelli che fu Presidente onorario, Maria Chiara, Rolando Panerai, Gianfranco Cecchele, Renato Bruson, Raina Kabaivanska, Michele Pertusi, Leo Nucci, Nicola Martinucci hanno ricevuto l’ambita statuetta (disegnata da Albano Poli) negli anni passati. Che memoria conserva delle unicità di queste presenze prestigiose?
È difficile usare pochi aggettivi per identificare l’arte di coloro che hanno ricevuto il prestigioso Premio, sia per le caratteristiche sia per le personalità molto diverse. Tutti sfoggiano però una “unicità” fortissima e spesso una straordinaria semplicità.
Quest’anno il Premio “Maria Callas” è andato al soprano Giovanna Casolla. Ce ne descrive l’arte? E dal punto di vista personale, come si è rivelata al pubblico presente nella Sala Casarini?
Giovanna Casolla è una leggenda della lirica e la longevità della sua voce lo ha dimostrato. Ha cantato sui palcoscenici di tutto il mondo ed è stata presente nella stagione areniana per 18 stagioni debuttando nel 1986 come Maddalena di Coigny nell’Andrea Chénier, nel 1988 come protagonista de La Gioconda, nel 1990 è Tosca, nel 1992 la Principessa d’Eboli del Don Carlo, nel 1993 è Carmen (ruolo ripreso anche nel 1996) e Santuzza nella Cavalleria rusticana (nello stesso ruolo tornerà nelle stagioni del 1995 e del 2006). Nel 2000 è Leonora ne La forza del destino e nel 2003 debutta nei panni della Principessa Turandot, che affronterà anche nelle stagioni successive 2005, 2009, 2010, 2012. Infine debutta come Amneris in Aida nel 2009, ruolo che riprenderà in tutte le successive stagioni 2010, 2011, 2012, 2013, 2014 e 2017.
Il 2 agosto di quest’anno è stato un incontro davvero entusiasmante e lei era visibilmente emozionata. La sua schiettezza la sua ironia hanno creato un’empatia contagiosa con il pubblico che le ha tributato due standing ovation.
Da quest’anno ben due altri Premi si sono aggiunti al “Callas”…
Da quest’anno il festival affianca all’ambìto Premio due nuovi riconoscimenti: il Premio Circolo storico Tullio Serafin, un cristallo raffigurante il maestro, istituito per l’occasione dall’omonimo sodalizio, e il Premio Internazionale Giovanni Zenatello, un’opera in ottone realizzata dall’orafo Pino Antoniazzi, in partnership tra il festival ela famiglia Zenatello. Un segno tangibile che impreziosisce il rapporto indelebile di Maria Callas con Verona. Zenatello, ideatore, finanziatore e primo Radames della stagione areniana del 1913 e scopritore della giovane Callas; Tullio Serafin, il maestro che diresse la prima Aida del 1913 e che guidò la cantante al debutto areniano il 2 agosto del ’47, diventandone ben presto suo mentore.
Maestro Guerini, cosa ci può ricordare del rapporto Callas / Serafin?
Maria Callas e Tullio Serafin è un binomio indelebile. Dal debutto veronese il maestro di Cavarzere sarà un faro per lei guidandola nelle numerose performance in teatro e nelle incisioni discografiche. Nella foto con dedica che il maestro donò a Maria c’è tutta la stima e considerazione per la sua arte: «Voce unica. Artista che sa dare tutte le emozioni. Creatura a me particolarmente cara che ha affrontato tutte le difficoltà, e lotta per la carriera artistica, con la fede soltanto in se stessa, nel suo valore. Con l’affetto di sempre. Tullio Serafin, 1954».
Negli anni passati sono state molte le iniziative portate avanti a quattro mani con Nicla Sguotti, Presidente del Circolo Serafin. Ce ne può ricordare qualcuna?
Ho conosciuto Nicla Sguotti durante gli eventi del festival ed è nata subito una collaborazione che si è concretizzata in un mio saggio inserito nella biografia di Serafin da lei curata e la direzione artistica del Premio Tullio Serafin istituito dal Circolo storico Tullio Serafin.
Il Premio Internazionale Giovanni Zenatello si inserisce nelle attività del centenario callassiano e darà vita a un Comitato che intende coinvolgere le istituzioni cittadine e internazionali per festeggiare, nel 2026, i 150 anni dalla nascita del tenore. Maestro Guerini, ci può dire qualcosa di più?
Giovanni Zenatello, tenore veronese di fama internazionale e impresario teatrale in Italia e all’estero, fu artista di sensibilità moderna e uomo di teatro dalle geniali intuizioni, di visionaria proiezione al futuro per il mondo dell’opera lirica.
Dotato di voce brunita e squillante, nel 1902 debuttò alla Scala di Milano sotto la direzione di Arturo Toscanini e fu interprete di ruoli drammatici ed eroici, ricordato come specialista di Radames in Aida e soprattutto come Otello di Giuseppe Verdi. Il 17 febbraio 1904 fu interprete di Pinkerton alla prima assoluta della Madama Butterfly di Puccini alla Scala e poi ancora per la versione riveduta dell’opera a Brescia. Nel 1913 il suo apporto fu decisivo per la trasformazione dell’Arena di Verona in teatro d’opera all’aperto, finanziando la realizzazione di una spettacolare Aida da cui avrebbe preso il via il festival lirico più popolare al mondo. Quando si ritirò dalle scene si dedicò all’insegnamento e aprì a New York una famosa scuola di canto.
Ma non va dimenticato che fu anche talent scout di raffinato intuito: fu lui a scoprire cantanti destinati alla celebrità come Miguel Fleta, Lily Pons, Nino Martini e, soprattutto, Maria Callas. Giovanni Zenatello è un artista fondamentale nella storia di Verona e nell’ascesa artistica della giovane Callas. Il nostro territorio non può e non deve dimenticare figure che con la loro visione e il loro talento hanno inaugurato una nuova epoca per le comunità. La Callas e Zenatello sono legati indissolubilmente tra loro e a Verona: la Callas gli deve il debutto sul palcoscenico areniano, Verona gli deve la magia del teatro all’aperto più grande del mondo. E il festival Maria Callas è felice di ricordare e celebrare questo prezioso binomio.
Questo decimo anno di Festival coincide con una ricorrenza importante, ossia il centenario della nascita di Maria Callas, contrassegnata dall’hashtag #veronacallas100. Come proseguirà il “buon compleanno” lungo un anno?
Sono numerose le iniziative del festival per la X Edizione, tra cui la pubblicazione del volume I Volti di Maria Callas, in collaborazione con Società Letteraria, che raccoglie i contributi degli studiosi intervenuti nel ciclo di incontri del festival.
E anche la sinergia intrapresa dal festival con l’Accademia di Belle Arti Statale di Verona che ha organizzato un workshop di progettazione rivolto agli studenti di Design, con l’obiettivo comune di realizzare la medaglia celebrativa per il centenario callassiano. Vincitore è risultato il progetto 100 Petali di Christian Faes, che ha sintetizzato, in un segno tanto essenziale, gli anelli ellittici dell’anfiteatro areniano e un palcoscenico a forma di petalo dal colore rosso acceso, a indicare la forza tragica della Divina e il fuoco greco che nutre la sua arte. 100 monete richiamano la metafora del fiore attraverso cui la forma di ciascun petalo vibra con gli altri come una comunità consapevole e responsabile del proprio patrimonio.
La medaglia celebrativa vincitrice, con l’hashtag (#100petalicallasverona), sarà realizzata dall’Atelier Arte Poli in 100 copie numerate da conferire entro il prossimo 2 dicembre 2024 alle 100 eccellenze segnalate da un Comitato scientifico, tra artisti, intellettuali, imprenditori che si sono distinti per il loro talento, le idee, l’arte e lo sviluppo delle comunità in cui operano.
Alla luce di quanto finora costruito, in quale direzione immagina che possa andare il Festival nei prossimi anni?
Credo sia importante mantenere un dialogo aperto sul fenomeno Callas coinvolgendo realtà diverse, studiosi e artisti che possano sottolineare la modernità di un’artista che resta ancora oggi un punto di riferimento per il teatro musicale e che sottolinea il binomio Maria Callas e Verona, un legame indissolubile che continua oltre la storia, lasciando la sua impronta nel mito. Dopo il ’47 Verona è la città di Maria, la città della Callas.
Ringraziamo il Maestro Nicola Guerini per la generosa e gentile disponibilità
Intervista di Maria Luisa Abate
Verona, agosto 2024
Immagine di copertina: il M° Nicola Guerini
Le altre immagini si riferiscono alla Consegna del Premio Callas a Giovanna Casolla,
il 2 agosto 2024 nella Sala Casarini dell’Hotel Due Torri a Verona
Fotografie di Daniele Pernigo