Di Barbara Baroni. MantovaMusica: Quartetto Vivaldiano con guida all’ascolto per il concerto monografico dedicato al compositore sei-settecentesco.
Il Quartetto Vivaldiano è un ensemble di tutto rilievo: Stefano Maffizzoni flauto, Riccardo Malfatto violino, Ludovico Armellini violoncello, Lorena Ruffin clavicembalo che ha fornito una guida all’ascolto.
Il celebre quartetto specializzato nelle varie aree e scuole del barocco ha scelto – per Mantova Musica “Le Bellezze ritrovate” – un interessante ed emozionante programma monografico, interamente dedicato ad Antonio Vivaldi (1678 -1741 date incerte, come peraltro i fatti della sua vita) interpretato in stile filologico, mettendo in evidenza il modo di comporre ‘a terrazze’ ed il concertato. “La follia del Prete Rosso” (titolo del concerto), il fascino luminoso a volte malinconico e pensoso, l’invenzione e l’imitazione portate alla massima espressione e virtuosismo, una fantasia scintillante e ricca di cambiamenti di registro.
Lorena Ruffin ha sottolineato il carattere “familiare frizzante e sperimentale, lo stato d’animo favorevole l’ispirazione che prendono l’ascoltatore” ed ha spiegato come nel periodo barocco l’arte girasse il mondo (Bach come lui si spostava spesso in viaggio). “Vivaldi si reca in Spagna, a Dresda dove dirige l’Orchestra e poi a Vienna dove dalla gloria passerà ad una fine umile”.
Ci ha poi ricordato “il fine sociale della musica (anche senza parola), come chiave di crescita umana: l’Autore era un uomo del presente, in un periodo di sperimentazione ed insegnava musica alle orfanelle dell’Ospedale della Pietà di Venezia portando dignità e possibilità, esibendosi presso i nobili e viaggiando in Europa”.
Per prima cosa il Concerto in fa RV 100, allegro iterativo, dall’affascinante Largo centrale (sostenuto e sospeso), che ricordava la distesa di un lago e Allegro vivace, concertante. Poi il Concerto in re RV 96, clima danzante della Spagna: Allegro tempo rapido, vivace e gaio con il gruppo di solisti rilevato ed anche il basso continuo. Il Largo lento, maestoso, non grave.
Si proseguiva con il Trio in sol RV103 (trascritto a quattro), in cui gli strumenti sono concertanti (domanda e risposta) e vi è abilmente suggerito l’andamento a piani sonori. E poi il Concerto in sol RV 106, movimenti mossi, basato su progressioni del flauto in una linea continua e finale accordale. Magnifico il Largo, archi pizzicati e melodia del flauto.
Per concludere splendidamente con un brano dal metodo simile alle “Quattro Stagioni” (periodo barocco e hanno eseguito come bis l’Adagio dell’Inverno pagina indimenticabile, unito ad un Allegro) la “Follia” op.1 n.12 RV 63 (1705) col significato “d’invenzione dell’uomo audace e innovativo”. Tema con variazioni che si espande in unità verso un clou drammatico, con suoni strappati e sempre più disegni tempestosi di semicrome come con la “Follia” (1700 col significato di divertissement) di Corelli, raffinatezza e virtuosismo, ma anche momenti di riflessione e con aggiunta di stupendi abbellimenti alla traccia obbligata.
Vivaldi tenne probabilmente come modelli tradizionali a lui noti le opp. II e IV di Corelli, le sonate di Caldara (op. II), Albinoni (op. III) e Gentili (op. II, 1703), basandosi sull’antico fulgido tema che “affonda le radici nella notte dei tempi” in stile di Sarabanda “forse tema funebre spagnolo, da baroc folle” che brilla nella Follia. Ricordiamo che la Follia è una danza simile alla Ciaccona e alla Passacaglia ed è riproposta da moltissimi compositori con successo per il tema cantabile, semplice, con sonorità particolari adatto agli abbellimenti, al momento di danza e alla metamorfosi incantevole delle varianti. Già nel sec. XVI sembra si variasse il tema ripetuto in danze popolari, ma si ipotizza anche un’origine ancora più arcaica portoghese e spagnola.
“Ricordiamo che ebbe una notevole importanza storica: si può notare che venne usata da Bach, che trascrisse i concerti vivaldiani, nella Cantata dei Contadini ed Haendel”. Dopo un periodo di relativa dimenticanza verrà poi modificato da Beethoven, da Liszt e nel ‘900 da Rachmaninov e “molti altri d’oggi come i Metallica, gruppo musicale heavy metal, che ne evidenzia molto la cadenza”. Applausi del numerosissimo pubblico affluito in Piazza Leon Battista Alberti a Mantova.
Report di Barbara Baroni
Visto a Mantova, Piazza Leon Battista Alberti, MantovaMusica, il 17 agosto 2024
Foto Barbara Baroni