Di Barbara Baroni. Mantova, Eterotopie: i brani per percussioni di Iannis Xenakis, da Persephassa a Rebond. E non solo.
Un programma archeo-mitologico e avvincente di musica contemporanea per MantovaMusica Eterotopie – “Per sentieri sconosciuti”, con sole percussioni, del compositore rumeno greco naturalizzato francese Iannis Xenakis (1922 – 2001) ed altri. Il concerto, svolto presso l’Auditorium Monteverdi del Conservatorio “Campiani” di Mantova, e poi nel Chiostro, aveva come titolo “Discesa nell’Ade e ritorno”:
Interprete il preparatissimo Ensemble “Icarus vs Muzak” (Martina Dicuonzo, Michele Di Modugno, Marco Lazzaretti, Francesco Pedrazzini, Matteo Rovatti e Roberto Enea Varalta), continuazione dell’Ensemble Icarus Junior, formazione giovanile fondata da Icarus Ensemble nel 2007 e che ha preso parte, ad esempio, al progetto selezionato dal Ministero degli affari esteri “Vivere all’Italiana in Musica”, bando indetto per diffondere la musica italiana nel mondo.
Circa un secolo fa nacque dunque il grande compositore e ingegnere che collaborò anche con Le Corbusier unendo all’arte musicale ingegneria e architettura. È il creatore della “musica stocastica” basata sulla matematica e sul movimento delle particelle ed il suono naturale. Nel 1945, partecipò alla resistenza, fu gravemente ferito e perseguitato, perciò si trasferì in Francia (condannato a morte in contumacia). Trova nella musica una rinascita che dedica ai suoi compagni di guerra ed afferma “ero tormentato da un senso di colpa…”. A Parigi negli anni ’60 studiò musica con Olivier Messiaen (come Stockhausen), che gli insegnò la struttura sonora in evoluzione e compie anche opere architettoniche importanti. Scrive Metastaseis e Annestenaria. Entra nel gruppo della Musique concrète e si dedica alla musica elettronica. Fonda “L’equipe matematica e musicale” unendo grafica e suono e conosce Edgar Varèse. Il maestro Messiaen lo definisce compositore “delicatamente poetico e/o violentemente brutale”.
L’Autore compose Orient-occident nel 1960, per nastro magnetico e tonale e Nuits del 1968 per dodici voci soliste. Ed anche pezzi elettronici oltre a quelli classici, (cfr. Pithoprakta per orchestra a Eonta per piano e ottoni). E poi Persephassa, musica in programma nella serata mantovana, per sei percussionisti, nata per essere eseguita all’aperto: ed infatti ci si è spostati nel Chiostro del Conservatorio “Campiani”. La prima assoluta è del 1969 a Persepolis (una delle cinque capitali dell’Impero achemenide) in Iran, con i membri delle Percussions de Strasbourg sui tronconi delle colonne del Palazzo di Re Dario. ll pubblico era disposto al centro di un cerchio creato dalle percussioni che generavano quasi una coreografia, ripresa in questa esecuzione: Xenakis crea un grandioso crescendo, costruendo sei legature spiraliformi di patterns intorno agli ascoltatori. Sono fondamentali per Xenakis la spazialità e il conteggio del tempo. Vi sono strumenti particolari oltre ai tamburi, piatti, gong, sirena e maracas, ecc. Con fonti matematiche, negli anni ’80 cerca una maggiore semplicità delle strutture in Pour la paix per coro, voce recitante e nastro. Nel 1983 viene eletto membro dell’Académie Française.
Il programma a Mantova comprendeva così Persephassa: Persefone dea dell’Ade, dell’oscurità e del mutamento, con percussioni violente che richiamavano l’Ade, un baccanale e poi una ricchezza di strusciato tempestoso. Ed ecco anche nel programma un capolavoro come Rebonds, eseguito da Francesco Pedrazzini, una sola percussione, composto tra 1987 and 1989 insieme a Psappha ed è l’altra delle due composizioni per sole percussioni dedicata a Sylvio Gualda: molti elementi differenti del pezzo come l’indeterminazione e l’illusione gestaltica creano un nuovo suono percussivo. Il pezzo è in due parti A e B intercambiabili ed è stata scelta la B. L’aura è misteriosa e ricorda una tempesta. A causa di una grave malattia, nel 1997, poté finire solo O-Mega per percussione solista e orchestra da camera. Xenakis ha scritto tantissimo con attenzione alla teoria e “alla scuola sperimentale d’avanguardia”.
Vi era anche il brano Ilijas di Nebojša Jovan Živcovič. Ilijas (1996) è un pezzo rapsodico che prende il titolo da una cittadina della Bosnia, eseguito da Roberto Enea Varalta. Ha un chiaro legame con la musica di questa zona, la poetica unisce ritmi e scale tonali dell’est. Nell’apertura è usata la strana tecnica della marimba che ricorda il piano di Liszt. La parte centrale usa invece la marimba in modo classico con patterns, con metrica e melodia in ottave. Vi sono varie ripetizioni, una illuminazione che richiama la pace e la speranza e un ritorno alla tranquillità nella parte conclusiva. Il percussionista e compositore ha sviluppato un intenso e forte stile compositivo, ha anche un gesto ampio e fiero ove unisce virtuosismo e calda espressione.
Inoltre abbiamo ascoltato One Study, di Ioannis Psathas, eseguito da Michele Di Modugno, un lavoro per marimba, con junk percussion and digital audio, pezzo favorito dai solisti percussionisti. Come dal titolo, il pezzo mostra un continuo motorismo con elementi della parte finale, la parte elettronica risulta melodica, c’è una buona sincronizzazione ritmica. Ioannis (John) Psathas ha collaborato alle cerimonie di Atene 2004 Giochi Olimpici. In trent’anni di carriera ha scritto per ensemble tradizionali, soprattutto percussioni ed è impegnato nel sociale. Ha collaborato in progetti d’elettronica, pop, classica, jazz, e multietnici, e ora si rivolge a video, poesia, e panorami sonori del cinema.
Notiamo infine che l’arte di Xenakis affonda le origini nell’Ellade e possiamo dire con Nietzsche che “la musica arte dionisiaca e l’architettura apollinea si sposano” e tutto questo si ritrova nello stile di Xenakis. Ricordiamo l’uso della sezione aurea della matematica dalla Grecia pitagorica, architettura medioevale, pittura rinascimentale per creare frasi numeriche di divina bellezza: Bartók e Debussy sono compositori che fra gli altri hanno introdotto in musica il concetto di “sezione aurea”. Nelle avanguardie musicisti quali Stockhausen e Iannis Xenakis hanno evoluto l’uso matematico in modo più strutturato, col calcolo delle probabilità e del computer.
Scrive Xenakis “Il compositore contemporaneo deve essere un pioniere. È obbligato a rimettere tutto in discussione sia sul piano della forma sia sul piano della realizzazione sonora. È trascinato nella regione delle leggi che guidano le strutture. La sua evoluzione si svolge nel campo della meta composizione”. Nel 1956 Xenakis creò la teoria stocastica basandosi sulla “Teoria dei giochi” di John von Neumann: l’alea diventa per lui molto importante e la probabilità è interamente calcolata.
È da ricordare, nel corso del concerto mantovano, il passaggio dall’Auditorium al Chiostro del Conservatorio, molto suggestivo e segno dell’importanza spaziale del suono per l’Autore.
Report di Barbara Baroni
Visto al Conservatorio Campiani di Mantova, Auditorium e Chiostro, il 14 settembre 2024
Immagine di copertina: Guido Mario Pavesi