Palazzo Ducale: scoperta, restauro e riallestimento. Neoclassicismo inedito nell’appartamento di Vincenzo Gonzaga.  

Tre sale riscoperte. In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024, Palazzo Ducale di Mantova ha aperto alle visite alcuni spazi di Corte Vecchia sinora chiusi al pubblico: si tratta di tre ambienti di dimensioni contenute – la Camera di Giove e Giunone, la Camera di Leda e la cosiddetta Stufetta – che hanno rivelato decorazioni di epoca neoclassica e che sono visibili ora in un nuovo allestimento a conclusione di un importante intervento di restauro. Nel 2023 fu avviata una manutenzione delle logore stoffe novecentesche che rivestivano le pareti dei tre ambienti, ma sotto di esse emersero pitture neoclassiche, in diverso stato conservativo.

Queste pitture appartengono a una vastissima campagna decorativa occorsa in ampia parte della Corte Vecchia nel 1812-1813, in epoca napoleonica. Le decorazioni interessarono la sala del Pisanello, dei Papi, la Galleria Nuova, la Sala degli Arcieri e tutto l’Appartamento Ducale; documenti d’archivio permettono di precisare il nome del pittore, il lariano Agostino Comerio, incaricato di dipingere tutte queste sale, con l’assistenza di Alessandro Ferraresi, di Carlo Bustaffa e, probabilmente, anche di Giuseppe Canella. Il 99% di questi interventi decorativi di primo Ottocento fu cancellato in occasione di una campagna di lavori portata avanti da Paccagnini negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento: andarono perduti non soltanto gli apparati puramente ornamentali, ma anche vari inserti figurativi, poiché solo parte di essi furono strappati e conservati, venendo per la maggior parte eliminati. Alcune decorazioni furono però semplicemente nascoste sotto stoffe e sono riemerse lo scorso anno.

Lo stato conservativo era però disomogeneo e quindi si è deciso di restaurare tutte le tracce pittoriche emerse a parete, ma di lasciare in vista solo quelle della Stufetta, molto ben conservate. Questo ambiente ci offre quindi oggi una preziosa testimonianza di quella perduta campagna decorativa di epoca napoleonica e del talento di Agostino Comerio, il quale in seguito divenne professore dell’Accademia di Brera, a Milano.

I Camerini sono stati oggetto di un lungo intervento conservativo che ha coinvolto diverse ditte, casualmente tutte bresciane: Ilaria Mensi e Alessandra Didonè per le prime fasi di rivelazione e pronto intervento delle pitture emerse, poi restaurate dalla ditta Marchetti&Fontanini, mentre i pavimenti sono stati oggetto d’intervento da parte di Massimo Ziliani e Ida Gervasoni. Nelle camere di Giove e Giunone e di Leda sono state ripristinate tappezzerie alle pareti a cura di Ambientazioni Carraro di Venezia e le stanze vengono ad accogliere un allestimento stabile, con luci di Francesco Murano e Luisa Quintiliani, con ritratti gonzagheschi e con dipinti di soggetto sacro e di piccolo formato, che includono anche numerose scoperte: opere riemerse dai depositi, opere restaurate e recentissime acquisizioni.

Spiega Stefano L’Occaso, direttore di Palazzo Ducale: «La scoperta delle pitture di Comerio, perfettamente integre nella Stufetta, è stata una grande e felicissima sorpresa, che non soltanto getta luce su una fase poco conosciuta del Palazzo Ducale, la seconda dominazione napoleonica, ma che ci ha anche consentito di ripensare l’allestimento di questi spazi, in un’ottica di progresso ampliamento del percorso espositivo e dell’impiego delle infinite potenzialità del museo».
Le sale sono aperte al pubblico dal 28 settembre 2024.

C.S.m.
Fonte: comunicato stampa 25 settembre 2024
Immagini : Ufficio Stampa Palazzo Ducale

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