Fabbrica del Vapore, Spazio Messina: retrospettiva sull’artista italofrancese che univa filosofia e pittura.

Nato nel 1954, da padre francese e madre italiana, frequenta gli ambienti della scena culturale milanese, in particolare abbraccia il mondo del teatro di ricerca, diretto dal grande regista e pittore Tadeusz Kantor. A partire dalla fine degli Ottanta, Barotte sente l’esigenza di sviluppare un proprio linguaggio espressivo: i primi disegni nascono durante le tournée, nelle camere d’albergo in giro per il mondo. Da qui inizia il suo percorso come artista, per dare una nuova forma al proprio pensiero, giungendo infine alla pittura.

Il mondo espressivo dell’artista prende spunto e ispirazione dalla letteratura e dalla filosofia e dà corso ad un viaggio interiore. I legami con l’opera letteraria di Edmond Jabès, l’opera poetica di Paul Celan, il percorso spirituale di San Juan de la Cruz, l’opera filosofica di Jacques Derrida, ispirano l’artista in una continua ricerca sul campo che unisce filosofia e pittura. Le sue opere testimoniano una profonda riflessione, formale e concettuale, nella serie ispirata alla Noche oscura del alma di San Juan de la Cruz conduce dall’oscurità alla luce: neri vellutati fanno affiorare un lontano barlume e rivelano una via alternativa all’oscurità, dando forma a quel continuo dialogo tra la vita ed il suo limite.

Le opere di Jean-Marie Barotte sono soglie che si affacciano verso visioni di altri, possibili mondi, che l’artista svela allo spettatore. Crea le condizioni formali per condurci davanti all’abisso per contemplarlo senza paura.

La Fabbrica del Vapore di Milano accoglie, dal 5 al 31 ottobre 2024 nello spazio Messina, la prima importante retrospettiva dedicata all’opera di Jean-Marie Barotte (1954-2021). L’allestimento trasforma per la prima volta gli spazi in un labirinto di stanze, studioli claustrali o piccole wunderkammer, connesse fra loro a evocare il flusso dei pensieri.

Galleria immagini: https://www.jeanmariebarotte.net/it/progetto-retrospettiva/

La mostra traccia la riflessione dell’artista dal 1987 con Au commencement était le signe, l’inizio del suo percorso pittorico durante le tournée internazionali con il teatro, fino a Tout se tient en équilibre précaire, realizzato nel dicembre 2020, un mese prima della sua morte.

Il senso profondo dei suoi silenzi e delle sue assenze è da considerarsi una lunga meditazione che si manifesta attraverso la sua ricerca, le materie impalpabili, le forme, i segni, i neri alchemici dai quali emerge la luce e il colore. La sua pittura si esprime come una poesia muovendosi tra continui rimandi filosofici. Jean-Marie Barotte, nel corso della sua inesausta ricerca sui mezzi e sul linguaggio della pittura, ha creato il suo proprio nero fumo attraverso una tecnica personale, sedimentando con ritualità la cenere, “ciò che resta del fuoco”. Jean-Marie Barotte ha usato la scrittura poetica e filosofica come detonatore pittorico, affidando all’immagine ciò che il fuoco lasciava.

La mostra è organizzata e promossa dal Fonds Barotte Madau e Fabbrica del Vapore con l’associazione T.Art, a cura di Chiara Gatti, Marco Bazzini e la direzione artistica di Maria Cristina Madau. Catalogo edito da Silvana Editoriale.

C.S.M.
Fonte: comunicato stampa settembre 2024
Galleria immagini: https://www.jeanmariebarotte.net/it/progetto-retrospettiva/

JEAN MARIE BAROTTE
5 ottobre 2024 – 31 ottobre 2024

Fabbrica del Vapore, Spazio Messina
Via Procaccini 4, Milano
Tel. 02 0202
c.fabbricadelvapore@comune.milano.it
fabbricadelvapore.org

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