Museo Poldi Pezzoli: le nuove sale del Trecento, Quattrocento, Cinquecento e Settecento: riallestimento e restauri.
Il Museo Poldi Pezzoli presenta “L’arte di rinnovarsi”, i nuovi lavori di allestimento di alcune sale del museo. Il progetto, partito nel mese di luglio 2023, ha visto, a oggi, l’intervento su nove sale: le tre Sale dei Lombardi nel settembre 2023; il Salone dell’Affresco, la Sala degli Stucchi, le Sale del Trecento, Quattrocento e Cinquecento e la Sala del Settecento. Queste sale sono state riallestite con lo scopo valorizzare la collezione permanente offrendo al visitatore un percorso cronologico, migliorando l’accessibilità e la lettura delle opere. Il piano strategico prevede, infatti, il riallestimento delle sale della casa museo per stralci, in modo da garantire sempre l’apertura al pubblico e consentire la visita della collezione.
“Il lavoro di riallestimento delle sale è partito sempre dall’analisi dello stato di conservazione di dipinti, arredi e arti decorative, dallo studio della documentazione storica delle sale, favorendo anche l’esposizione di opere in deposito. L’obiettivo è rafforzare l’anima della casa museo attraverso il recupero degli ambienti introducendo soluzioni innovative per il sistema di illuminazione più adeguato alla lettura delle opere e sostenibile in termini di risparmio energetico e un apparato didattico più accessibile e inclusivo”.
Per valorizzare i nuovi allestimenti, il Museo ripropone nuove visite guidate in pausa pranzo della durata di mezz’ora, dedicate ai capolavori presenti nelle sale rinnovate.
Le visite, comprese nel biglietto d’ingresso, si terranno ogni giovedì alle ore 13.15 dal 3 al 31 ottobre e saranno tenute dai curatori del museo e da storici dell’arte che illustreranno alcuni dei capolavori presenti nelle sale.
IL SALONE DELL’AFFRESCO
Nel caso del Salone dell’Affresco si è partiti dal restauro della coppia di specchiere ottagonali di manifattura lombarda (1650-1700) in rame dorato e decorate da fiori e foglie in cristallo di rocca, su cui si è intervenuti durante i mesi in cui nel salone era ospitata la mostra dedicata a Piero della Francesca. Le specchiere sono state inviate ai laboratori del Centro Conservazione e Restauro di Venaria Reale a febbraio 2024 dove sono state sottoposte a un intervento di restauro anche con finalità didattiche. Infatti il cantiere è stato seguito dagli studenti del Corso di specializzazione in restauro del vetro e delle leghe di rame. Le due specchiere sono rientrate a luglio scorso dopo un intervento di pulitura, consolidamento e integrazione durato ben quattro mesi.
Il salone in cui erano ospitate è stato riallestito con una nuova illuminazione scelta anche per valorizzare maggiormente l’affresco sul soffitto, eseguito nel 1740-1745 da Carlo Innocenzo Carloni (1687-1775), che raffigura l’Apoteosi del condottiero Bartolomeo Colleoni. È stata inoltre illuminata la grande vetrina che accoglie uno dei tesori del Museo, il Tappeto di caccia,e in questa occasione si è deciso di avviare la manutenzione delle pareti del salone per cui è stato scelto un colore borgogna che richiama i marmi preziosi del pavimento della sala, conferendo all’ambiente una maggiore solennità.
LA SALA DEGLI STUCCHI
La stessa operazione è stata condotta nella Sala degli Stucchi, un tempo detta Sala Gialla, dove grazie al sostegno del Club del Restauro, di Buccellati e di Kerakoll, è stato possibile avviare un intervento complessivo di manutenzione e conservazione. È stato ripristinato il colore originale delle pareti e tutti gli elementi di arredo sono stati sottoposti a restauri realizzati da maggio a settembre in tempi diversi per tenere la sala aperta al pubblico.
I lavori di recupero hanno interessato la grande specchiera, le consolle e le sedie in legno laccato e dorato eseguite da Giuseppe Speluzzi tra il 1870 e il 1876, le appliquesin bronzo dorato realizzate dal francese Charles François Ladatte nella metà del Settecento. E ancora le porte, i basamenti dei busti in marmo, i vasi cinesi con le guarniture in bronzo realizzate sempre da Speluzzi.
Un lavoro corale che ha visto la partecipazione di più restauratori intervenuti sui diversi materiali con grande attenzione e cura grazie alla regia dei curatori del museo e allo studio di archivio fatto in previsione dell’intervento.
Anche in questo caso, sono stati rivisti gli apparati didattici ed è stata migliorata l’illuminazione delle appliques utilizzando lampade al risparmio energetico.
LE SALE DEL TRECENTO, QUATTROCENTO, CINQUECENTO E SETTECENTO
In linea con quanto già avviato per le sale della pittura lombarda, sono state studiate e riallestite le “stanze a quadri” di Gian Giacomo Poldi Pezzoli che ora ospitano in tre ambienti contigui anziché in due la pittura del Trecento, Quattrocento e Cinquecento.
Le tre sale sono state riallestite secondo un ordinamento cronologico e per aree geografiche favorendo il percorso dei visitatori; la sala dei fondi oro testimonia l’evoluzione della pittura nel periodo gotico (Vitale degli Equi, con le due opere di Bernardo Daddi ora accostate tra loro) e tardogotico.
Il percorso prosegue nella sala del Quattrocento Veneto che ospita oggi i dipinti di Jacopo Bellini, Crivelli, Cosme’ Tura, Cima da Conegliano e l’evoluzione della ritrattistica nella medesima area, si conclude quindi nella Sala del Perugino con i dipinti di area centro italiana.
Sono integrati nella collezione permanente la tavola del Maestro del 1416 ricevuta in dono nel 2022 e il tondo di Andrea della Robbia restaurato nell’ambito di Restituzioni nel 2020, inoltre è stata esposta dopo dieci anni la tavoletta di San Gaudenzio oggi attribuita a Jean d’Arbois. L’allestimento prevede anche la presenza di oggetti di arte decorativa disposti secondo il gusto del collezionista.
La pittura del Settecento è stata spostata in una sala più grande, nell’Ala Franzini, attigua alla galleria dei ritratti di Fra Galgario, per creare un nucleo coevo e accogliere il prezioso dono ricevuto nel giugno scorso, l’Interno di Pantheon di Giovanni Paolo Panini, grazie alla generosità di Giovanna Zanuso, mecenate da sempre vicina al Museo e alle istituzioni culturali. L’opera donata, un olio su tela di grandi dimensioni, firmato e datato “Roma 1743”, è una importante testimonianza del più famoso rappresentante del vedutismo romano, Giovanni Paolo Panini, ricercato da tutti i viaggiatori europei del Grand Tour.
Formatosi nel campo dell’architettura e del design teatrale, Panini ha manipolato la prospettiva per mostrare una visione dell’interno più ampia di quanto sia possibile da ogni singolo punto. Il punto di vista è all’interno dell’edificio, di fronte all’ingresso. I portali si aprono sulle colossali colonne del portico e su uno scorcio dell’obelisco nella piazza antistante la chiesa.
L’opera è allestita in posizione scenografica affiancata da consolle settecentesche e due importanti vasi di Meissein realizzati nel 1715 e donati al Museo Poldi Pezzoli nel 2017 insieme alla collezione Zerilli-Marimò. Questo riallestimento è partito dalla necessaria manutenzione delle “stanze a quadri”, sulle quali non si interveniva dagli anni ’70 e poi ha interessato diversi aspetti importanti di valorizzazione della collezione.
Tre dipinti su tavola sono stati restaurati, sei opere sono state dotate di cornici acquistate o recuperate grazie al confronto con le immagini storiche della collezione; sono state riviste le attribuzioni privilegiando nuove collocazioni geografiche e sono stati ricollocati alcuni bronzetti non più esposti dal 2006.
Un lavoro che ha visto la partecipazione di più professionalità e che è partito all’inizio del 2024 grazie alla collaborazione della professoressa Stefania Buganza della Università Cattolica del Sacro Cuore e del professore Alessandro Morandotti dell’Università degli Studi di Torino che hanno affiancato il museo nel riallestimento e studio delle opere.
Un altro intervento di recupero è la valorizzazione della scultura di Lorenzo Bartolini, Astianatte gettato dalle mura di Troia, fusione in bronzo eseguita dal modello originale che Rosa Trivulzio aveva commissionato a Bartolini il 1° aprile del 1841 che andò completamente distrutto in seguito ai bombardamenti di Milano durante la seconda guerra mondiale. La scultura in bronzo è collocata sulla loggia del palazzo Poldi Pezzoli e finora non era ben visibile al pubblico. In questa occasione è stato sistemato lo spazio esterno, illuminata la scultura visibile dalle vetrate della Sala del Trecento grazie all’applicazione di pellicole trasparenti anti UV che lasciano vedere l’esterno ed è stato predisposto un pannello didattico dedicato a questa straordinaria opera.
«La vera sfida per i prossimi anni – dichiara Alessandra Quarto, Direttrice del Museo Poldi Pezzoli – è quella di rendere il museo sempre più forte nell’offrire esperienze di conoscenza ai suoi visitatori: uscire dopo aver fatto una esperienza indimenticabile e possibilmente essere invogliati a tornare».
C.S.M.
Fonte: comunicato stampa 25 settembre 2024
Immagini © Pietro Masturzo
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