Piazza Municipio: installazione dell’artista formata da due sculture in dialogo. Una resterà patrimonio della città.  

L’opera nel suo insieme simboleggia l’affetto che Gaetano Pesce provava per Napoli e per la sua regione, oltre che la ricerca delle sue radici lontane (i nonni paterni erano di Sorrento).

“Tu si ‘na cosa grande” è il titolo dell’installazione d’arte pubblica concepita da Gaetano Pesce per Napoli contemporanea, il programma di mostre e installazioni voluto dal sindaco Gaetano Manfredi e curato da Vincenzo Trione, consigliere del sindaco per l’arte contemporanea e l’attività museale, che mira a riaffermare con forza il ruolo di Napoli come una delle capitali della contemporaneità.

Questa è l’ultima opera autografa di un grande maestro. Non un testamento ma un atto d’amore: per una città, per una cultura e – forse – anche per se stesso.

Scomparso lo scorso 3 aprile, Gaetano Pesce (La Spezia, 1939 – New York, 2024) ha dedicato a Napoli un monumentale intervento, composto da due sculture in dialogo fra loro.

La prima rivisita l’abito di Pulcinella, appoggiandolo su una struttura metallica sottile alta 12 m e mantenuta in equilibrio da cavi su cui si attorcigliano fiori sintetici di diversi colori (di notte questo grande abito è illuminato dall’interno). Di fronte all’abito c’è la seconda scultura, un cuore rosso alto 5 metri, a sua volta illuminato internamente nelle ore notturne e trafitto da una freccia metallica che lo sostiene, conficcata su una piattaforma di legno di forma triangolare alta 50 cm.

L’installazione, curata da Silvana Annicchiaricoe insediata in piazza Municipio, recepisce e sottolinea molti degli aspetti e dei temi ricorrenti nella poetica e nel lavoro di Gaetano Pesce: il femminile come motore del progetto, l’estetica dello scarto e dell’imperfetto, la scelta di materiali contemporanei, l’attenzione al corpo e alla sua centralita – non solo ergonomica ma sensoriale ed emozionale; e riesce a metterne in rilievo anche il valore specificamente personale e autobiografico.

Da una parte c’è il cuore, archetipo e simbolo popolare degli innamorati, che evoca in questo caso l’attaccamento affettivo a un luogo e a una città. Dall’altra, la maschera simbolo di Napoli, Pulcinella, rappresentata attraverso la sua veste-camicia, evoca la forza di volontà, l’ingegno, l’ironia, il coraggio, ma anche la disponibilità al cambiamento e la dualità degli opposti.

Ancora una volta, sino alla fine, Gaetano Pesce sa essere al tempo stesso colto e popolare, ironico e sentimentale, concettuale ed emozionale. Con Tu si ‘na cosa grande trasferisce su scala urbana la sua ricerca decennale sugli interni abitativi e regala a una delle piazze più belle di Napoli un artefatto che è una sintesi perfetta di memoria, sentimento, visione e identità.

Al termine dell’esposizione in piazza Municipio, dove resterà visibile fino al 19 dicembre 2024, una delle due sculture che la compongono, il cuore, per volere dell’artista resterà a Napoli, entrando a far parte del patrimonio cittadino.

L’EVENTO INAUGURALE
L’inaugurazione dell’installazione, lo scorso 9 ottobre 2024 – alla presenza del Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, del consigliere Trione e della curatrice Annicchiarico – è stata accompagnata da una performance voluta e pensata direttamente da Gaetano Pesce.

Un’orchestra composta esclusivamente da giovani donne ha eseguito il Bolero di Ravel: una musica ossessiva e in crescendo interpretata solo da suonatrici (dei Licei musicali della città) perché – nella visione del Maestro – è il genere femminile che oggi incarna ed esprime una nuova e potente energia, capace di rivitalizzare e rigenerare anche la “stanchezza” creativa diffusa nel mondo maschile.

Durante i circa 19 minuti del Bolero, Pulcinella ha cambiato abito: il suo tradizionale vestito bianco è stato sostituito da un costume coloratissimo e femminile, disegnato dallo stesso Pesce. Verso la fine della performance, un gruppo di ragazze è entrato in scena trascinando una catena da nave, simbolo di staticità e immobilismo. Rompendo un anello della catena, hanno liberato le energie compresse e intrappolate: un metaforico riferimento alla vitalità di Napoli, e alla necessita di liberare ancor di più la sua inesauribile carica creativa.

C.S.M.
Fonte: comunicato stampa 9 ottobre 2024
Immagine dell’evento inaugurale: foto (c) Elena Padovan e Giulia Mirabella