Di Alessandra Pederzoli. “Ambiente è Musica” cinque giorni di cultura, arte e contenuto autentico: un’occasione per riflettere sul nostro tempo.

Si è appena conclusa la settima edizione del Ferrara Corto Film Festival, un Festival cinematografico nazionale e internazionale che mette al centro gli autori e tutte le professionalità più sommerse di un mondo in evoluzione culturale quale è il mondo del cinema. Un fitto programma di proiezioni, eventi, workshop, spettacoli, concerti, networking e industry. Un festival che si è caratterizzato, sull’onda delle parole di Gessi presidente dell’Associazione Ferrara Film Commission, organizzatrice dell’evento, come contenuto vero e proprio e non come puro contenitore. E ha fatto la differenza.

Tema dell’edizione 2024 è stato “Ambiente è musica” nell’intento di affrontare, attraverso i cortometraggi in gara, il tema dell’ambiente in tutte le sue varie accezioni, grazie alle produzioni selezionate provenienti da tutto il mondo. 18 i paesi in gara per un totale di 43 cortometraggi in concorso, di cui 24 opere prime italiane e 20 produzioni straniere.

Ciò che magistralmente ha unito e tenuto insieme i molteplici eventi proposti dal festival, come collante potente, è stato proprio il tema “Ambiente è musica” che ha esplorato, in modi diversi e originali, la relazione tra l’ambiente naturale e quello sonoro, proprio per risaltare la potenza del patrimonio naturale e musicale di ogni cultura e di ogni popolazione. Tutto è stato letto da uno sguardo attento, talvolta scientifico, di un patrimonio in continua evoluzione. Innovazione ed evoluzione potrebbero essere due parole chiave che hanno unito tutti i cortometraggi in gara, accomunati certamente da una condivisa delicatezza e dalla sensibilità nel trattare le varie tematiche sociali affrontate.

Il Ferrara Corto Film Festival si è posto nella sua molteplicità di eventi come un’occasione artistica per guardare al mondo esteriore e interiore con occhi attenti, capaci di porsi domande e questioni nell’ottica di una riorganizzazione generale e necessaria di intenti, alla ricerca di un nuovo equilibrio tra uomo e natura fondato sul rispetto. E l’arte cinematografica è stata veicolo per tutto questo. Il Festival si è relazionato con le grandi sfide contemporanee che riguardano non solo il nostro pianeta ma anche la nostra collettività. Ha posto suggestioni per un nuovo mondo, una nuova musica, una nuova espressione dell’empatia umana in ogni aspetto. Lo ha fatto con lo sguardo del cinema, usando la metafora della musica e dell’armonia da ritrovare con l’ambiente e le culture diverse, e varie, che ci circondano.

Tre le categorie in gara.
“Ambiente è Musica”: categoria aperta ad autori nazionali e internazionali di qualsiasi età, che dovevano interpretare il tema in maniera del tutto personale, mediante il linguaggio cinematografico.
“Buona la prima”: categoria aperta ad autori italiani, o residenti in Italia, di qualsiasi età e dedicata unicamente a opere prime, a tema libero.
“Indieverso”: categoria aperta ad ogni genere di cortometraggio, a tema libero, purché di produzione indipendente, per autori nazionali ed internazionali di qualsiasi età.

Giuria di professionisti di alto livello quella che ha valutato i corti in gara: Andrea Guerra (Presidente della Giuria Professionale FFCF 2024, figlio del poeta Tonino Guerra, compositore di colonne sonore di film di registi importanti). Roberta Tosi (storica e critico d’arte, curatrice di mostre, collabora con artisti e gallerie d’arte contemporanea). Loredana Antonelli (artista multimediale napoletana, regista video e performer). Ludovica Manzo (cantante e compositrice, è attiva in diverse formazioni nell’ambito della musica improvvisata, del songwriting e della musica elettroacustica). Rita Bertoncini(per anni ha alternato il lavoro formativo, all’attività culturale e sociale; attualmente esercita come libera professionista il mestiere di documentarista o meglio, come ama definirsi lei stessa, di “Artigiana delle immagini”).

[Il concerto di Emiliano Toso. Foto di Eugenio Squarcia]

I VINCITORI
Il Festival ha chiuso le sue porte con la cerimonia di premiazioni che si è svolta presso la Sala Estense sabato 26 ottobre, aperta dal concerto esperienziale a 432 Hz del biologo, pianista e compositore Emiliano Toso.

Ha vinto per la categoria “Ambiente è musica” il cortometraggio “It takes a village…” di Ophelia Haratyunyan, per la semplicità, l’immediatezza, la forza del racconto corale di resistenza, resilienza e reazione ad una situazione subìta. Per la limpidezza e l’incanto con i quali sono dipinti i tratti del valore umano e universale della collettività come entità di supporto e sostegno.

La categoria “Buona la prima” ha visto il corto “Vision d’été” di Anna Crotti, Lucrezia Giorgi e Anaïs Landriscina al primo posto per la capacità di essere onesto e diretto nel denunciare, con grande attenzione, originalità e sensibilità, la costante e inarrestabile dissoluzione del mondo moderno e contemporaneo, attraverso uno sguardo raro e particolare che a tratti si fa poesia, che invita a so-stare, a fare silenzio e a porsi domande.

E per l’ultima, ma non meno importante, categoria “Indieverso” sul gradino più alto del podio è giunto “Tu quoque” di Luca Fattori Giombi per la capacità e il coraggio, attraverso una sceneggiatura ben costruita in cui il crescendo dei dialoghi e della tensione rendono il colpo di scena finale un necessario e salutare pugno nello stomaco capace di incrociare e affrontare, in maniera intersezionale, tematiche delicate e scottanti, soprattutto in certe culture sulle quali, purtroppo, vige ancora un atteggiamento patriarcale e giudicante da parte della società e del mondo dell’informazione.

Per la sezione “Documentario” ha vinto “Home” di Nina Baratta e Valerio Armati per la capacità di raccontare in maniera innovativa, sincera, emozionante, originale e mai scontata, leggera e al contempo profonda, una realtà drammatica e complessa, per lo più ignorata o indifferente.

La miglior fotografia è andata a Jos Azuela per il corto “Trinidad”; miglior attrice è stata Nanor Petrosyan per il corto “It takes a village…”; miglior attore è stato Riccardo De Filippis per il corto “Benzina”; il premio speciale #Climatechange è andato a “Dr. Vaje” di Carmelo Raneri; Premio speciale musica indie è stato assegnato a Stephen Warbeck per il corto “The one note man”.

Tre, poi, le menzioni speciali della Giuria dei professionisti e sono andate a “Radio Perla del Tirreno” di Noemi Arfuso; a Ginevra Francesconi per il corto “A voce nuda”, e a Mattia Mazzini per il corto “50mm”.

Alla giuria dei professionisti si è affiancata una giuria giovani, nata dalla collaborazione con il Liceo G. Carducci e con l’Istituto di Istruzione Superiore L. Einaudi di Ferrara. Il compito dei ragazzi è stato frequentare le proiezioni in sala, valutare i film in concorso e attribuire un Premio Speciale dedicato al Miglior Cortometraggio.

I giovani hanno attribuito il premio di miglior corto in gara a “Super Giò” di Gianni Aureli per aver trattato delle tematiche importanti con approccio delicato e ironico. Per la capacità di puntare i riflettori sulle potenzialità delle persone con disabilità.

Il Ferrara Corto Film Festival è stato magistralmente organizzato dalla “Ferrara Film Commission APS”, presieduta da Sergio Gessi e sotto la direzione artistica di Eugenio Squarcia e il lavoro condiviso dell’intero team (Sara Bardella per la coordinazione eventi, Stefano Duo per la coordinazione Staff e Tutor, Simonetta Sandri per l’Ufficio Stampa e Comunicazione e Antonella Marchionni, fotografa ufficiale)

La “Ferrara FILM Commission Aps” lavora sul territorio con lo scopo di affiancare l’industria del cinema nazionale ed internazionale, supportando registi emergenti fino ad arrivare a produzioni locali di cortometraggi, lungometraggi e video per favorirne l’ingresso nel mercato.

Appuntamento dunque al prossimo 2025 con l’attesissima ottava edizione.

Report di Alessandra Pederzoli
Ferrara Corto Film Festival, 22-26 ottobre 2024
Immagine di copertina: foto (c) Valerio Pazzi