Di Barbara Baroni. MantovaMusica: la vastità dell’aura mozartiana nel programma proposto da Maffizzoni, Malfatto, Armellini, Ruffin.
Tutta la gioia e l’espressione della musica del genio di Salisburgo col programma pomeridiano “Omaggio a W.A. Mozart” (1756-1791), in particolare con il genere della sinfonia trascritta per “ensemble familiare”. Svoltosi presso la Sala Isabella D’Este, per la rassegna MantovaMusica, il concerto era eseguito dal valente e noto “Quartetto Linzer”: Stefano Maffizzoni flauto e Riccardo Malfatto violino dal suono delicato via via più intenso, Ludovico Armellini violoncello profondo e Lorella Ruffin pianoforte scandito a sostituire la parte dell’orchestra e alle spiegazioni culturali. Il gruppo ha mostrato gusto narrativo e descrittivo sentimentale e timbri ben rilevati.
Il pianoforte di Bartolomeo Cristofori permise la trascrizione col piano e il forte di brani orchestrali e lirici. Il programma prevedeva la Sinfonia n.36 in Do K 425 “Linzer” da cui il nome dell’Ensemble. Un Adagio introduttivo con moto, l’Allegro definito “spiritoso” con fuoco, il ritorno all’Adagio assai evocativo e raffinato, in particolare cantabile il violoncello, la danza tipica ritmata (Ländler) Minuetto e Trio, per concludere col Finale Presto con slancio. La Sinfonia n. 36 fu scritta da Mozart alla fine del 1783, mentre passava per Linz con sua moglie Constanze, presso il conte J.A.Thun e Mozart improvvisò la nuova composizione festosa ed a carattere paesaggistico sereno in poco tempo (prima esecuzione 1783 e prima a Vienna 1784). È maestosa pur nella vivacità e si ispira ad Haydn con momenti espressivi. Notiamo che contiene una siciliana suggestiva.
Si proseguiva con la Sinfonia n.41 in Do K 551 “Jupiter” (titolo di Johann Peter Salomon amico di Haydn)famosissima brillante Sinfonia che fu completata a Vienna il 10 agosto 1788: allegro con vivacità a momenti con oscuramenti tremendi, “tuoni”, progressioni ed un tema impositivo, contrapposto a un Andante romantico (sottolineato dal violoncello) assai intenso dialogante e con secondo tema mosso. Danze allegretto maestose e coda finale Molto allegro. La sinfonia unisce il contrappunto alla forma sonata per sfociare in una fantastica e celebre Fuga finale (tema delle quattro note). Notiamo un incipit di carattere nell’Allegro vivace irruente. Ricordiamo che nel primo tempo l’Autore si ispira all’opera buffa citando la propria aria (Un bacio di mano K. 541). Poi nel fugato vi è il tema già impiegato da Mozart (due Sinfonie giovanili a cui si aggiungono la Sinfonia K. 319, il Credo della Messa K. 192), tema noto a Haydn (Sinfonia n. 13, del 1763). Il titolo è ispirato al Dio Zeus per la sua sublime divinità e come ultima Sinfonia dell’Autore, vetta espressiva del classicismo musicale. L’Opera risulta tra le più importanti del Settecento e commuove con la sua aria vivace, corrusca e cantabile e la Jupiter si staglia così come capolavoro mozartiano che guarda verso il moderno con l’unione di contrappunto barocco e forma sonata.
Conclusione del concerto mantovano con una trascrizione di Johann Nepomuk Hummel (1778-1837) allievo di Mozart di un’appassionata Canzone d’amore spagnola anonima dai toni fumosi esotici. Tra i pezzi di Hummel vi sono importanti trascrizioni per pianoforte, flauto, violino e violoncello di concerti per pianoforte e sinfonie di Mozart e Beethoven. Egli studiò con Mozart e Clementi, conobbe Haydn e Beethoven, scelse soprattutto la musica da camera con pianoforte, venne dimenticato, ma viene ripreso in auge nel’900.
Come bis il divertissement Duettino americain, op. 37 di Franz Doppler autore maggiormente conosciuto grazie alle opere per flauto. Un programma che ha fatto comprendere la vastità dell’aura mozartiana e ha ricordato anche le opere liriche come il Don Giovanni, aprendo attraverso le trascrizioni la conoscenza sinfonica, come si usava all’epoca.
Recensione di Barbara Baroni
Visto nelle Sala Isabella D’Este, per MantovaMusica, il 27 ottobre 2024
Foto: B.B.