Carabinieri TPC: pala d’altare del ‘700 riconsegnata alla comunità di San Zenone degli Ezzelini. Era stata rubata nel 1976.
Dopo 48 anni dal furto, i carabinieri del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia hanno ritrovato un’importante pala d’altare, la “Madonna del Carmelo” di Bartolomeo Litterini datata 1725. L’opera, olio su tela (176 x 96 cm) raffigurante la Madonna con in braccio Gesù bambino tra due Santi, risulta aver subito un restauro non documentato che ha portato alla rifoderatura e riverniciatura.
Il dipinto era stato rubato dalla chiesetta della Madonna del Carmelo, annessa alla Villa Marini – Albrizzi – Rubelli in San Zenone degli Ezzelini (TV) il 20 novembre 1976. L’evento delittuoso venne immediatamente denunciato dal parroco di allora, il quale, prima del fatto, aveva avuto la cura di eseguire una fotografia della tela nella sua sede originaria. La denuncia di furto e la corrispettiva fotografia presentata dal prelato presso la Stazione dei Carabinieri, fu successivamente acquisita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e inserita all’interno della “Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti”, il più grande data base per l’archiviazione informatizzata delle immagini di opere d’arte gestita dal Comando Carabinieri TPC.
Rimasta vuota la nicchia dell’altare, considerato il notevole valore devozionale all’interno della comunità sanzenonese, un artista locale ne realizzò una copia fedele pochi anni dopo il furto, permettendo di colmare quel vuoto.
L’attività di monitoraggio del mercato antiquariale, svolta dai militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia sul territorio e sul web, ha permesso di individuare l’opera del Litterini in vendita presso un negoziante padovano. Tramite l’utilizzo della Banca Dati TPC è stata constatata la perfetta corrispondenza tra l’opera in vendita e quella oggetto di furto. Dal controllo amministrativo eseguito nei confronti dell’esercente padovano, l’opera è risultata regolarmente iscritta nel Registro di P.S., come da normativa del T.U.L.P.S., e non più in sede poiché venduta.
Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Padova hanno permesso di accertare che l’opera in esame proveniva da privato cittadino, il quale l’aveva ricevuta per lascito ereditario e, pertanto, estraneo ai fatti delittuosi.
La successiva fase investigativa ha consentito di localizzare la pala d’altare in territorio capitolino e, pertanto, porla in sequestro mediante la collaborazione dei colleghi del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Roma.
Recuperata la preziosa tela, è stata fatta esaminare dal funzionario tecnico della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, il quale ha confermato l’esatta corrispondenza dell’opera sequestrata con quella trafugata.
Tale opera rientra a pieno titolo tra quelle indicate nell’art. 10 del “Codice dei Beni culturali e del Paesaggio”, poiché bene d’interesse storico artistico di proprietà di un ente ecclesiastico, la cui predetta normativa prevede l’inalienabilità
A Treviso presso la Chiesa di San Francesco, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia, dopo 48 anni dal furto, il 24 novembre 2024, ha consegnato la pala al Vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi.
La ricerca e il recupero dei beni ecclesiastici rappresenta una delle direttrici investigative che il Nucleo Carabinieri TPC di Venezia persegue, attraverso verifiche costanti presso gli esercizi commerciali di settore, mediante l’attenta raccolta di segnalazioni da parte di studiosi e appassionati, grazie alla collaborazione con gli uffici centrali e periferici del MiC.
La restituzione al patrimonio pubblico di questi beni, di maggiore o minore valore artistico, riporta alle comunità di fedeli opere artistiche di grande valore devozionale, strutturalmente legate a chiese e territori.
C.S.M.
Fonte: comunicato stampa 23 novembre 2024