Gallerie d’Italia: 140 opere tra dipinti, marmi, manoscritti, disegni, sculture. La mostra si estende ai Musei civici.
Intesa Sanpaolo apre al pubblico dal 23 novembre 2024 al 16 marzo 2025 nel suo museo di Milano delle Gallerie d’Italia, la mostra “Il genio di Milano. Crocevia delle arti dalla Fabbrica del Duomo al Novecento” a cura di Marco Carminati, Fernando Mazzocca, Alessandro Morandotti e Paola Zatti, che racconta come il capoluogo lombardo sia stato da sempre luogo di innovazione anche in campo storico-artistico.
L’esposizione, dal forte carattere identitario per la città di Milano, è realizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in partnership con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, e vede la collaborazione delle più importanti istituzioni culturali milanesi, come la Veneranda Fabbrica del Duomo, il Museo Diocesano, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, il Museo Poldi Pezzoli, la Biblioteca Nazionale Braidense, la GAM, il Museo del Novecento, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, molte delle quali organizzeranno nei prossimi mesi iniziative in dialogo con le Gallerie d’Italia.
In mostra 140 opere tra dipinti, marmi, manoscritti, disegni, sculture, provenienti dalle raccolte e dai depositi dei musei milanesi e da musei nazionali e internazionali come il Mart di Rovereto, Gallerie dell’Accademia di Venezia, Galleria Borghese di Roma, Kunsthistorisches Museum di Vienna, oltre che da Fondazioni, collezioni private e dalla collezione Intesa Sanpaolo.
Milano, città inclusiva per vocazione, è sempre stata aperta nel corso dei secoli alle innovazioni portate da artisti forestieri che vi hanno trovato grandi opportunità per realizzare le loro ispirazioni, anche grazie a un mecenatismo e a un collezionismo lungimiranti.
LA MOSTRA
Il percorso espositivo, organizzato in sezioni tematiche e cronologiche, parte dal Medioevo, quando l’attività del grande cantiere del Duomo era guidata da maestranze tedesche, fino al Novecento, quando un sistema di gallerie ed esposizioni unico in Italia e di respiro internazionale attraeva verso il capoluogo lombardo grandi personalità da tutto il mondo con nuove idee, decisive per aggiornare il gusto, le tradizioni locali e la realtà artistica milanese.
Tale fervore creativo viene illustrato in mostra attraverso dieci episodi significativi che, nel corso della storia, hanno fatto di Milano un’officina privilegiata delle innovazioni.
Il percorso inizia con una suggestiva rievocazione delle vicende del Duomo, documentate attraverso una serie di sculture, provenienti dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, destinate a popolare le fiancate e le guglie dell’imponente mole gotica, e alcuni significativi esempi delle vetrate dipinte, che per l’occasione sono state calate direttamente dalle finestre del Duomo di Milano. Questa prima sezione ci offre la possibilità di capire come gli artisti locali prendano il sopravvento dopo che le maestranze nordiche avevano avviato il cantiere, forti delle esperienze maturate nelle grandi cattedrali del Nord Europa.
La mostra prosegue con un capitolo cruciale per la storia artistica della città, segnato dalla presenza di Leonardo alla corte degli Sforza. I suoi progetti rinnovano l’urbanistica della città e fanno di Milano uno dei centri più interessanti del Rinascimento. Una significativa scelta di disegni conservati allaPinacoteca della Veneranda Biblioteca Ambrosiana e alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e alcuni dipinti dei suoi stretti seguaci, ci restituiscono la qualità delle sue invenzioni e l’impronta indelebile lascata dal maestro da Vinci nella cultura artistica milanese.
Una sezione della mostra è dedicata al mecenate e collezionista Cardinale Federico Borromeo che portò, in una città aperta ai commerci e agli scambi internazionali, la passione per la pittura fiamminga e i nuovi generi del paesaggio e della natura morta. Le opere, spesso di piccolo formato e dipinte su preziosi supporti di tavola e di rame, sono esposte su file sovrapposte, secondo il gusto tipico dell’epoca.
Il percorso espositivo approfondisce anche la relazione privilegiata di Milano con Venezia, i cui artisti primeggiano nell’Europa della prima metà del Settecento. Pittori come Sebastiano Ricci e Giambattista Tiepolo vengono accolti nella capitale del Ducato in momenti diversi, tra gli ultimi anni del Seicento e gli anni Trenta e Quaranta del nuovo secolo, e le loro opere aprononuovi orizzonti permettendo l’aggiornamento dei maestri locali sia nel genere mitologico che sacro.
Nella seconda metà del Settecento, grazie alla profonda opera riformatrice dell’imperatrice Maria Teresa e del figlio Giuseppe II e all’impegno degli intellettuali del “Caffè”, quali Pietro Verri e Cesare Beccaria, Milano diventa uno dei grandi centri dell’Illuminismo europeo.
Una pagina importante della storia milanese è quella del grande architetto Giuseppe Piermarini, che rinnovò radicalmente la città edificando nuovi palazzi per la nobiltà e per la borghesia emergente e realizzando decisivi interventi nel tessuto urbano, che trasformano Milano in una metropoli moderna. Dal Palazzo Belgiojoso alla Villa Reale di Monza, dal Teatro alla Scala ai Giardini Pubblici, sfilano le immagini della nuova Milano neoclassica.
Tra gli anni felici della prima dominazione asburgica e quelli esaltanti dell’età napoleonica, quando Milano diventa la capitale di due Repubbliche, Cisalpina e Italiana e in seguito del Regno d’Italia, la città lombarda si afferma come il maggiore centro italiano del Neoclassicismo, un movimento che allora stava modificando il gusto in tutta Europa, insidiando il primato di Roma.
La mostra documenta la presenza degli artisti che, come i toscani Giuliano Traballesi e Giuseppe Franchi, hanno decorato i palazzi progettati da Piermarini per una nobiltà, come i Belgiojoso, aperta alle novità. Questo contesto così stimolante favorirà il successo di Andrea Appiani che, nominato pittore di Napoleone, dominerà la scena artistica nel periodo della dominazione francese, quando il fasto della corte attirerà a Milano artisti celebri, come il mosaicista e bronzista romano Giacomo Raffaelli. Nella promozione della riforma neoclassica fu decisivo il ruolo dell’Accademia di Brera, diventata presto la prima d’Italia grazie alla presenza nel suo corpo insegnante di maestri affermati come il fiorentino Luigi Sabatelli.
Una sezione è dedicata a pittori e scultori ambiziosi come Pelagio Palagi, Francesco Hayez, Massimo d’Azeglio, Carlo Canella, Alessandro Puttinati, che si erano formati tra Roma e Parigi e vengono a stabilirsi a Milano per le opportunità offerte da una città sempre più europea, come riconosciuto da Stendhal, che è divenuta ormai la capitale culturale d’Italia in ambito letterario, musicale e artistico. Sono loro che, seguiti dai maestri locali come Giuseppe Molteni, Giovanni Migliara e Angelo Inganni, conquistano un collezionismo colto facendo di Milano nella prima metà dell’Ottocento il centro riconosciuto del Romanticismo, destinato a trasformare profondamente la sensibilità e la concezione stessa del bello.
Dopo l’Unità d’Italia nasce il mito di Milano come “capitale morale”, per il suo incalzante sviluppo economico e sociale che ne fa l’unica città veramente moderna e internazionale della nuova nazione. È negli ultimi dieci anni del XIX secolo che le grandi esposizioni e il mercato dell’arte in mano a operatori audaci come Vittore Grubicy favoriscono la nascita di un movimento come il Divisionismo, ispirato alle più avanzate esperienze europee e destinato a rinnovare radicalmente la visione, tanto da anticipare nel secolo successivo il Futurismo. In mostra opere di pittori come Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Angelo Morbelli e Giuseppe Pellizza da Volpedo, che si ritrovano a Milano per confrontarsi su ideali e aspirazioni comuni, ma con linguaggi differenti, preparando il terreno all’affermazione di Umberto Boccioni, il grande artefice del passaggio dal Divisionismo al Futurismo.
Si deve a un personaggio come la veneziana Margherita Sarfatti, la cui immagine si ritrova al centro della penultima sezione, la promozione e l’affermazione di un movimento come il Novecento, che fa di Milano un punto di riferimento del cosiddetto “ritorno all’ordine” dominante la scena artistica europea negli anni tra le due guerre. Le mostre da lei realizzate ed esportate con successo in tutto il mondo fanno la fortuna internazionale di artisti come Mario Sironi, Achille Funi, Arturo Martini e Francesco Messina.
La decima e ultima sezione sviluppa il singolare rapporto che ha legato l’eccentrico scultore Adolfo Wildt ai suoi due giovani allievi all’Accademia di Brera Lucio Fontana e Fausto Melotti. Viene rievocato, attraverso una serie di opere eccezionali che li mettono a confronto con il maestro, il loro straordinario percorso che li porterà dal figurativo all’astratto, a rivoluzionare e annullare i confini tra le arti come nell’installazione Ambiente spaziale a luce nera di Fontana, scenografica conclusione della mostra.
È presente in mostra anche uno dei progetti con cui l’artista partecipò nel 1955 al concorso per la realizzazione di una nuova porta del Duomo, la cattedrale dei milanesi che si ritrova in quasi tutte le sezioni del percorso espositivo, un filo narrativo che, attraverso una serie di opere, testimonia la sua immagine nel tempo.
Il catalogo della mostra è realizzato da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira.
C.S.m.
Fonte: comunicato stampa 22 novembre 2024
IL GENIO DI MILANO.
CROCEVIA DELLE ARTI DALLA FABBRICA DEL DUOMO AL NOVECENTO
23 novembre 2024 – 16 marzo 2025
Gallerie d’Italia – Milano, Museo di Intesa Sanpaolo
Piazza della Scala, 6 – 20121 Milano
Informazioni e prenotazioni
milano@gallerieditalia.com
Numero Verde 800.167619
http://www.gallerieditalia.com
NEI MUSEI CIVICI UN PERCORSO DI 20 OPERE CHE ESTENDE LA MOSTRA IN CITTÀ
In occasione della mostra “Il genio di Milano. Crocevia delle arti dalla Fabbrica del Duomo al Novecento”, dal 23 novembre al 16 marzo 2025 alle Gallerie d’Italia, il Comune di Milano ha promosso nei propri Musei uno speciale percorso che accende un faro su opere realizzate da figure particolarmente significative per la storia culturale e artistica della città, dal Medioevo al Novecento. L’iniziativa permette di scoprire, o riscoprire, alcuni tra gli artisti che – pur non essendo milanesi – hanno contribuito a fare di Milano un vero e proprio “crocevia delle arti”.
Milano ha infatti attratto e accolto nel corso dei secoli architetti, pittori e scultori da tutta Italia e dall’intera Europa, favorendo il dialogo tra maestranze locali e straniere, e l’elaborazione di nuovi linguaggi figurativi. Qui vennero chiamati a lavorare i grandi maestri attivi presso altri centri italiani, da Giovanni di Balduccio a Bramante, che proprio a Milano incontrò Leonardo da Vinci. Sempre a Milano trovarono terreno fertile, pronto ad accoglierne le sperimentazioni innovative, artisti come Francesco Hayez e più tardi Umberto Boccioni, Mario Sironi e Lucio Fontana, protagonisti dell’arte italiana e internazionale del Novecento. Nella città dell’industria ebbero infine la possibilità di sviluppare i propri progetti di ricerca personalità del mondo scientifico e imprenditoriale quali Carlo Maurilio Lerici e Ulrico Hoepli, nonché architetti e designer quali Ettore Sottsass e Roberto Sambonet. Tutti artisti presenti nelle collezioni civiche e inseriti in questo speciale percorso.
IL PERCORSO NEI MUSEI CIVICI
L’iniziativa del Comune di Milano, realizzata in collaborazione con Gallerie d’Italia, è un percorso in 20 tappe nelle collezioni civiche:
Acquario Civico di Milano, Casa della Memoria, Casa Museo Boschi di Stefano, CASVA – Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, Civico Museo Archeologico, Civico Planetario Ulrico Hoepli, GAM/Galleria d’Arte Moderna, MUDEC, Museo del Novecento, Museo di Storia Naturale, Palazzo Morando/Costume Moda Immagine, Palazzo Moriggia/Museo del Risorgimento, Palazzo Reale, Castello Sforzesco (Archivio storico civico e biblioteca Trivulziana, Raccolta delle stampe Bertarelli, Archivio Fotografico, Gabinetto dei Disegni, Museo d’Arte Antica, Museo dei Mobili e delle Sculture Lignee, Museo degli Strumenti Musicali).
All’ingresso di ogni sede è presente un totem che rimanda alla pagina del sito di Gallerie d’Italia dedicata all’iniziativa “La mostra in città”, mentre vicino a ogni opera sono presenti sia un QrCode per scaricare le informazioni sull’opera stessa, sia la mappa della città in cartaceo con l’indicazione di tutti i musei partecipanti.
La visita alle collezioni dei Musei Civici, grazie alla collaborazione tra il Comune di Milano e Gallerie d’Italia, permette di visitare la mostra “Il genio di Milano. Crocevia delle arti dalla Fabbrica del Duomo al Novecento” con ingresso a prezzo ridotto (mostrando il biglietto di ingresso a uno dei Musei Civici di Milano), mentre l’ingresso alla mostra è gratuito esibendo la Milano Museo Card.
La mappa del percorso e la brochure con la descrizione di tutte le opere è anche scaricabile qui https://gallerieditalia.com/it/milano/mostre-e-iniziative/mostre/2024/11/22/mostra-il-genio–di–milano-crocevia-delle-arti-fabbrica-duomo-900/
C.S.m.
Comunicato stampa 22 novembre 2024