Mart e Fondazione Luigi Rovati: mostra in due tappe diverse. Oltre 200 opere tra grandi capolavori d’arte moderna e reperti archeologici, più documenti, libri, fotografie, riviste.
1916: viene ritrovato l’Apollo di Veio. A partire da questa scoperta, nel giro di pochi anni prende avvio il periodo conosciuto come “rinascenza etrusca”.
1955 e 1985: vengono organizzate grandi mostre internazionali dedicate agli Etruschi. Attorno a queste date, nei periodi precedenti e successivi fioriscono studi, convegni, dibattiti; agli Etruschi si ispirano intellettuali, artisti, designer, stilisti, orafi. Una vera e propria “etruscomania”.
2024 – 2025: il Mart e la Fondazione Luigi Rovati presentano “Etruschi del Novecento”, un grande progetto espositivo sulla fortuna che ebbe la cultura etrusca sui moderni e sui contemporanei.
GLI ELEMENTI DI UN GRANDE PROGETTO, DA ROVERETO A MILANO
Due tra i maggiori musei italiani: Mart e Fondazione Luigi Rovati. Tre storiche dell’arte: Lucia Mannini, Università di Firenze, Presidente Museo Stibbert, Anna Mazzanti, Politecnico di Milano, Alessandra Tiddia, Mart di Rovereto. Un etruscologo: Giulio Paolucci, Fondazione Luigi Rovati, direttore Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona
Due mostre in due città: dal 7 dicembre 2025 al 16 marzo 2025 Rovereto, dal 2 aprile 2025 al 3 agosto 2025 a Milano. Oltre 200 opere esposte: un dialogo tra grandi capolavori dell’arte moderna e reperti archeologici a cui si aggiungono decine di documenti, libri, fotografie, riviste.
Il metodo: i confronti in mostra non si limitano agli aspetti stilistici o alle somiglianze, al contrario sono basati su documenti e dichiarazioni degli artisti stessi che furono influenzati, parteciparono a “tour etruschi”, visitarono musei e zone archeologiche, scrissero, studiarono o si dedicarono alle “etruscherie”.
Se tra gli artisti del primo Novecento sono numerosi i rimandi al mondo “classico”, greco o romano, gli Etruschi ispirano coloro che prediligevano una posizione artistica “anti-classica”, alla ricerca di un linguaggio espressivo differente, originale.
Al Mart Etruschi del Novecento si inserisce nel filone di progetti che confrontano e propongono dialoghi tra periodi storici differenti.
La mostra inoltre conferma la mission stessa del museo che tutela, studia e valorizza un patrimonio di opere e materiali d’archivio che guarda con particolare attenzione alle vicende dell’arte italiana nel XX secolo.
Alla Fondazione Luigi Rovati Etruschi del Novecento conferma l’identità e l’eclettismo della Fondazione che incrocia le epoche storiche e le categorie artistiche, partendo dal nucleo originario della collezione etrusca per arrivare ad opere commissionate ad artisti viventi.
IL PROGETTO ESPOSITIVO
Etruschi del Novecento racconta di come la civiltà etrusca abbia influenzato, a più riprese, la cultura visiva del secolo breve: a partire dai ritrovamenti archeologici e dai tour etruschi, organizzati a cavallo tra il XIX e il XX secolo, fino alla Chimera di Mario Schifano, eseguita durante una performance a Firenze nel 1985, in occasione dell’inaugurazione del cosiddetto anno degli etruschi.
L’eco di scoperte sensazionali come quella dell’Apollo di Veio (del IV secolo a.C. la scultura in terracotta dipinta, alta quasi due metri, fu ritrovata nel 1916 ed è oggi conservata al Museo di Villa Giulia a Roma) portò alla diffusione di numerosi studi e pubblicazioni e alla ripresa di stili, forme, temi, materiali.
Il sorriso arcaico, gli animali fantastici, la vita e la morte, il culto del popolo misterioso ammaliarono i moderni, affascinati dallo stile denso, sintetico, sincero, “primitivo”.
Tra gli altri, contribuì al “mito etrusco” l’intellettuale di riferimento del primo Novecento, Gabriele d’Annunzio. Negli anni dei suoi viaggi a Volterra, dove ambientò il suo romanzo Forse che si, forse che no, d’Annunzio lavorò all’opera drammaturgica La città morta che andò in scena a Parigi (1898) e a Milano (1901) con l’interpretazione di Eleonora Duse. Nel generale clima di interesse verso l’archeologia e gli scavi, il Vate mise in scena una tragedia ambientata in un tempo sospeso, nel mondo delle ombre, nel quale i protagonisti si muovono tra un repertorio indistinto di copie di opere archeologiche.
Se la cultura di fine Ottocento, erede della tradizione simbolista, è incuriosita da un popolo misterioso che riaffiora dalle tombe dell’Etruria, nel secondo Novecento due celebri esposizioni amplificheranno la portata del fenomeno anche all’estero, raggiungendo artisti del calibro di Alberto Giacometti, Andy Warhol o registi come Alfred Hitchcock.
Si tratta della Mostra dell’arte e della civiltà etrusca, allestita da Luciano Baldessari a Palazzo Reale a Milano nel 1955, e di Civiltà degli Etruschi, organizzata nel 1985 nell’ambito del variegato Progetto Etruschi che la città di Firenze e la Regione Toscana dedicarono a quello che venne chiamato l’anno degli etruschi.
LE DUE MOSTRE
Oggi Mart e Fondazione Luigi Rovati offrono per la prima volta una visione complessiva del vasto e articolato fenomeno che fu la riscoperta della civiltà etrusca nel secolo scorso, attraverso un progetto in due tappe diverse e complementari, da inizio dicembre ’24 a inizio agosto ’25, a cura di un unico team curatoriale.
Nelle due mostre l’arte visiva dialoga con le arti applicate e grafiche: dalla pittura all’arte orafa, passando per la statuaria e documentando il ritorno di forme, di tecniche e di materiali come la terracotta dipinta, i metalli, la pittura parietale e vascolare, il bucchero (la tradizionale ceramica nera utilizzata dagli Etruschi per realizzare vasi).
I confronti tra antichi e moderni vengono approfonditi in maniera puntuale grazie a riproduzioni fotografiche, pubblicazioni e una preziosa selezione di straordinari pezzi archeologici.
Il catalogo è pubblicato da Johan & Levi Editore.
LA PRIMA TAPPA
MART ROVERETO (TN)
7 DICEMBRE 2024 − 16 MARZO 2024
La mostra si snoda lungo un percorso tematico costituito grazie a prestiti provenienti da prestigiose collezioni pubbliche, come la Galleria Nazionale di Roma, Ca’ Pesaro, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, e da i più importanti musei archeologici: il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, l’Accademia Etrusca di Cortona, il Museo Archeologico Nazionale di Arezzo, il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia e il Museo Civico Archeologico di Bologna.
In mostra anche opere appartenenti ai patrimoni degli organizzatori del progetto, il Mart e la Fondazione Luigi Rovati. A questi si aggiungono opere provenienti da collezioni private e fondazioni. Il display allestitivo, coinvolgente e scenografico, è di Officina delle idee, Torino.
Convivono insieme a reperti archeologici e preziosi documenti quasi 200 opere, tra cui si segnalano quelle di Massimo Campigli, Marino Marini, Arturo Martini, Alberto e Diego Giacometti, Michelangelo Pistoletto, Gio Ponti, Mario Schifano, Gino Severini.
LA SECONDA TAPPA
FONDAZIONE LUIGI ROVATI MILANO
2 APRILE 2025 − 3 AGOSTO 2025
Nel Museo d’arte la mostra si sviluppa in entrambi i piani espositivi: accanto alla collezione permanente, i capolavori esposti seguono il percorso tematico della prima tappa al Mart, con la scelta a Milano di proporre solo artisti italiani.
Con l’occasione vengono esposte alcune opere inedite della collezione di arte moderna e contemporanea della Fondazione.
C.S.M.F.
Fonte Comunicato stampa novembre 2024
Nella locandina: (particolare) Marcello Nizzoli
Bozzetto per il Manifesto per la XIX Biennale di Venezia, 1934
CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma
Mart Rovereto
Corso Bettini, 43 – 38068 Rovereto (Trento)
T.+39 0465 670820
T.+39 0464 438887
info@mart.trento.it
www.mart.trento.it
Fondazione Luigi Rovati
Corso Venezia 52, Milano
T. 02.38.27.30.01
www.fondazioneluigirovati.org
info@fondazioneluigirovati.org