Di Maria Fleurent. Bologna, Museo della Musica. In.Nova Fert: omaggio al compositore Fausto Romitelli, che si muoveva fra l’accademia post-seriale, lo spettralismo francese e le alternative rock anni ‘80 – ’90.

A Bologna, all’interno di uno splendido palazzo che fu anche dimora per un certo tempo di Gioacchino Rossini e non troppo lontano proprio dalla casa che questi si fece costruire, quasi all’ombra delle Due Torri e affacciato sulla vivace e antica Strada Maggiore, si trova il Museo della Musica, istituzione prestigiosissima che, assieme all’attigua Biblioteca, conserva alcuni dei più bei reperti musicali al mondo, compresi l’unico esemplare sopravvissuto del primo libro musicale stampato (l’Harmonice Musices Odhecaton di Ottaviano Petrucci), la prova d’esame di un Mozart adolescente, il manoscritto del Barbiere di Siviglia, il discussissimo ritratto di Antonio Vivaldi che pure universalmente gli associamo e tanto altro ancora.

Oltre ad essere tempio custode di secoli di storia musicale, il Museo della Musica di Bologna è anche promotore di nutritissime rassegne concertistiche e divulgative. Ma, cosa affatto scontata, l’offerta non si limita ad approfondire filoni e ambiti della musica classica che naturalmente trovano una risonanza nelle sale espositive del museo (ad esempio la rassegna Wunderkammer, che ha una lunghissima programmazione semestrale), ma con #Novecento – musiche da un altro millennio (annuncio stagione vedi qui) apre per ben due mesi e annualmente un ventaglio di appuntamenti dedicati ai variegati panorami del Novecento e della contemporaneità, dal jazz al pop, dal punk alla classica contemporanea, ponendosi così senza dubbio come uno degli spazi culturali più interessanti della città, anche perché della città ricorre ad alcune delle migliori risorse.

È così che, ad esempio, l’ultima data di #Novecento, “Have your trip”, avutasi sabato 7 dicembre 2024 nella deliziosa saletta delle colonne, ha visto in azione i musicisti di In.Nova Fert, un’associazione bolognese che su vari fronti si occupa della promozione della musica contemporanea e che, nonostante la giovane età dei suoi membri, vanta già diversi anni di attività e collaborazioni interessanti.

Al loro quarto anno di sodalizio con l’istituzione museale, In.Nova Fert ha proposto, a cavallo delle varie suddivisioni tematiche in cui la rassegna si articola, cinque appuntamenti tutti costruiti attorno un’equilibrata convivenza di narrazioni e musica. Spunto primario i tanti anniversari che il 2024 ha offerto, innanzitutto Kafka, Nono, Schoenberg, Marconi, cui si è aggiunto, nella data di chiusura, l’omaggio a Fausto Romitelli, il compositore friulano prematuramente scomparso nel 2004.

L’incontro/concerto è stato realizzato in collaborazione con i musicisti di Camerata degli Ammutinati, ancora una volta giovanissimi e talentuosi artisti, ed un esperto conoscitore dei linguaggi contemporanei come il violoncellista Nicola Baroni.

Ad uno dei membri fondatori di In.Nova Fert, il direttore d’orchestra e divulgatore Bernardo Lo Sterzo, era affidato di portare un pubblico curioso quanto eterogeneo ad accostarsi ai suoni e alla poesia di una musica incredibilmente ricca di suggestive riflessioni e ancor più incredibilmente ancora oggi poco valorizzata.

La narrazione di Lo Sterzo, che è stata spigliata e colloquiale, con una cifra equilibrata che univa simpatia, divulgazione e precisione, ha raccontato l’affascinante background postmoderno da cui Romitelli si è mosso con un’azione “onnivora” per costruire il suo pensiero artistico, affondando le radici fra l’accademia post-seriale, lo spettralismo francese e le alternative rock degli anni ‘80 e ‘90: Lo Sterzo, coadiuvato da una selezione di ascolti, dagli esempi dal vivo con l’ensemble e da intriganti riferimenti alla temperie culturale coeva, come gli scritti di Michel Turnier e Mark Fisher, ha completato l’immaginario attorno alla figura del compositore, per poi approdare al più naturale degli esiti, ossia l’esecuzione per intero di Domeniche alla periferia dell’impero, in cui direttore e i quattro strumentisti hanno mostrato tutta la loro bravura.

Essendo In.Nova Fert un progetto volto soprattutto a valorizzare, diffondere e portare a tutti la musica contemporanea, nonché nato attorno all’interrogativo sul senso dello scrivere musica oggi, non ci ha stupito che nella stessa serata trovasse spazio l’esecuzione di due brani vincitori della Callforscore che per il secondo anno l’associazione bolognese ha indetto; ancora una volta protagonisti due giovani artisti: Daniil Kaddouri, autore di La città muta, un duo che articola elegantemente la verticalità di taglienti lame di suono e l’orizzontalità di passaggi brulicanti, eseguito molto bene da Isabel Carmona Quiles al flauto e da Michela Marchiana al violino; Paolo Cipollini, autore di Apparirai ancora me stesso, eterno estraneo?, un altro duo, questa volta però affidato al clarinetto basso di Michele Fontana e al violoncello del già citato Nicola Baroni, che si sono entrambi destreggiati abilmente negli “spot” aggressivi coi quali, come un espansivo rampicante, il brano si va inerpicando fino ad un ultimo improvviso rilascio.

Recensione di Maria Fleurent
Visto a Bologna, al Museo della Musica, rassegna #Novecento, il 7 dicembre 2024
Foto: T.D.

AVVERTENZA
È vietato pubblicare integralmente o parzialmente questo articolo o utilizzarne i contenuti senza autorizzazione espressa scritta della testata giornalistica DeArtes (direttore@deartes.cloud).
Per condividere questo articolo sui social è fatto obbligo di indicare il nome della testata giornalistica DeArtes e il nome dell’autore.