Carabinieri TPC: il prezioso dipinto su tavola del ‘400 restituito dopo 45 anni dal furto “acrobatico” alla Pinacoteca Nazionale di Gubbio.

Ha fatto ritorno a Gubbio (Perugia) il dipinto tempera su tavola, datato alla seconda metà del XV sec., raffigurante “Madonna con Bambino e San Giovannino”, noto con il nome di “Madonna del Melograno”. L’opera, delle dimensioni di cm 65 x 44, inizialmente accostata alla scuola di Filippo Lippi è poi stata attribuita al suo seguace Pier Francesco Fiorentino (1444 – 1499) e per i colori, il disegno e l’espressione dei voltiè considerata di inestimabile valore artistico.  

L’opera era stata rubata 45 anni fa da ladri “acrobati”. Il recupero è stato possibile grazie all’accurata attività di indagine sviluppata dai Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna e alla fiducia riposta nell’Istituzione dal privato che, in buona fede, ne era venuto in possesso.

IL FURTO
La preziosa tavola quattrocentesca era stata trafugata da ignoti malfattori nella notte tra il 18 ed il 19 marzo del 1979 all’interno della Pinacoteca comunale di Gubbio, nel Palazzo dei Consoli. I malviventi, con il favore delle tenebre e l’aiuto di una corda da alpinista, si erano calati per circa trenta metri da una delle finestre più alte della Pinacoteca eugubina portando via il dipinto.

LE ATTIVITÀ DI INDAGINE
Dalla data dell’audace furto acrobatico fino ad oggi, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha posto in essere una incessante attività di ricerca per rintracciare l’opera. Nel tempo, la tavola a tempera è stata cercata dai Carabinieri TPC in modo assiduo e continuo, perfino oltre i confini nazionali, avvalendosi anche della divulgazione di informazioni sui mass media nazionali e programmi televisivi, come ad esempio “Maurizio Costanzo Show” e “Chi l’ha visto?”.

Grazie a tale prolungato lavoro di ricerca, l’attuale possessore, ignaro della reale importanza dell’opera, appena avutane la disponibilità e riponendo fiducia nell’Istituzione, ha contattato il Nucleo TPC di Bologna ai fini di ottenere maggiori informazioni.

L’effige fotografica dell’opera asportata era stata inserita all’epoca del furto nella “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti” gestita dal Comando TPC e nel Bollettino delle ricerche delle opere d’arte trafugate n. 9 anno 1982. In tal modo le analogie tra il dipinto rubato e quello segnalato sono emerse già nel corso degli accertamenti preliminari.

[Foto dipinto sequestrato]
[Foto dipinto della Pinacoteca di Gubbio]

Il dipinto è stato recuperato dal Nucleo TPC di Bologna nel mese di ottobre del 2024. Un recupero che ha richiesto un’attenta e delicata attività di polizia giudiziaria nell’individuare e ricercare quegli elementi irripetibili, le cosiddette “impronte digitali dell’opera”, che hanno permesso di acclarare con certezza che la tavola fosse proprio quella asportata nel 1979.

I militari hanno acquisito, presso la Pinacoteca civica di Gubbio, un’effige fotografica del dipinto scattata ad alta risoluzione prima dell’evento criminoso. La foto ha permesso di evidenziare ben 14 particolari irripetibili, quali cadute pittoriche, fori di tarlo o

danneggiamenti localizzati sulla superficie pittorica dell’opera d’arte asportata. Dal confronto si è accertata la corrispondenza tra il dipinto rubato e quello posseduto in buona fede dalla persona che lo aveva sottoposto all’attenzione dei Carabinieri.  

L’esame autoptico condotto dai funzionari della Pinacoteca del Comune di Gubbio ha ricondotto l’opera, senza alcun dubbio, a quella rubata. Nel contempo i funzionari hanno individuato un ulteriore elemento irripetibile, ovvero due fori di chiodi localizzati sulla cornice in basso a sinistra che in origine assicuravano la targhetta con il numero di inventario dell’Ente proprietario.

LE VICISSITUDINI DEL DIPINTO DOPO IL FURTO
A seguito degli accertamenti investigativi si è appurato che la tavola asportata era stata nascosta e custodita, per qualche tempo, in un magazzino sotterraneo nella città di Imola (BO), per poi essere rinvenuta durante uno sgombero su di una mensola e successivamente ceduta – qualche giorno prima del sequestro operato d’iniziativa dai Carabinieri TPC – al possessore ritenuto in buona fede.

LA RESTITUZIONE
A conclusione delle indagini condotte dai Carabinieri dell’Arte, il Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, che ha coordinato e diretto le attività investigative, ha disposto la riconsegna della pregevole tavola quattrocentesca al Museo civico del Comune di Gubbio (PG), proprietario dell’opera. La quale è stata restituita alla comunità eugubina e quindi all’intera collettività, celebrandone il ritorno come un doppio dono: un simbolo di fede cristiana, che si è rinnovato a ridosso dell’avvenuta celebrazione dell’Immacolata, e nel contempo un richiamo al legame con la natura e le sue luci, come quelle che accendono la collina alle spalle di Gubbio formando l’albero di Natale più grande del mondo.

Nella sala dell’Arengo del Museo Civico di Palazzo dei Consoli di Gubbio (PG), in Piazza Grande, l’11 dicembre 2024 il dipinto è stato riconsegnato dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale al Sindaco di Gubbio.

La cerimonia si è svolta alla presenza del Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura, del Vescovo di Gubbio e Città di Castello, del Comandante del Gruppo Carabinieri TPC di Monza, del Comandante del Nucleo Carabinieri TPC di Bologna, del Comandante interinale del Nucleo TPC di Perugia, del Dirigente settore cultura Regione Umbria, del Direttore dei Musei dell’Umbria, dell’Assessore alla Cultura del Comune di Gubbio e della Direttrice della Scuola di specializzazione in beni storico artistici.

M.F. C.S.
Tratto dal comunicato stampa 11 dicembre 2024