Di Maria Luisa Abate. Mantova: viaggio interattivo alla scoperta del Poeta. Museo che parla un linguaggio contemporaneo.

Un museo pensato e realizzato per i giovani e che ai giovani si rivolge usando il loro linguaggio. Un museo dove queste belle intenzioni si sono concretizzate, e non è risultato di poco conto. Complice è stata la situazione ideale: un allestimento ex novo in un palazzo storico appena restituito alla fruizione; un percorso espositivo interamente da scrivere e prima ancora da ideare senza alcun condizionamento preesistente, se non lo stimolante confronto diretto tra i concetti contemporanei e l’antico splendore dell’edificio, tra la tecnologia e le stratificazioni architettoniche, tra gli avatar e gli affreschi dalla bellezza mozzafiato che meritano essi soli una visita. Un museo in bilico tra il presente, l’immediato futuro e il carico da novanta della storia.

Mantova, circondata dai suoi laghi, è famosa nel mondo per essere la città dei Gonzaga, culla di un Rinascimento che esportò in tutta Europa i propri canoni estetici, artistici e non solo. Nota anche come città del Rigoletto verdiano, come culla del governo di Maria Teresa d’Austria, come decantata tappa di uno dei viaggi in Italia di Mozart e l’elenco potrebbe continuare, comprendendo Giulio Romano e Andrea Mantegna, Claudio Monteverdi e Tazio Nuvolari. Però finora c’era una enorme lacuna: mancava un luogo istituzionale deputato a ricordare Virgilio. Quel Publio Virgilio Marone che abbiamo studiato sui libri di scuola, nato a Andes (Mantova) il 15 ottobre 70 a.C. e morto a Brindisi il 21 settembre 19 a.C., e che scrisse tre opere destinate a influenzare la letteratura attraverso i secoli fino ai giorni nostri: le Bucoliche, le Georgiche e l’Eneide.

Virgilio Poeta ma anche Profeta, Vate e Mago, capace di asservire a sé i demoni perciò un mago buono, sul quale sono sorte numerose affascinanti leggende i cui echi si sono sparsi per l’Europa e si ritrovano nella letteratura, in special modo anglosassone, e nella pittura. Virgilio quindi personaggio europeo a pieno diritto, che ha costituito un modello non solo italiano ma fonte di ispirazione per tutto il Vecchio continente.

Quello stesso Virgilio che ha precorso il cristianesimo e che Dante ha scelto come guida per attraversare Inferno e Purgatorio. Proprio Dante accoglie i visitatori nel totem video con countdown, a indicare che non si sta entrando in uno spazio museale canonico ma si sta per iniziare un cammino di conoscenza a vari livelli, seguendo i su e giù delle diverse pavimentazioni dell’edificio.

Il ponte teso tra il Virgilio di duemila anni fa e quello del futuro, è, in somma sintesi, la sostanza del Museo Virgilio inaugurato dal Comune di Mantova nel mese di dicembre 2024 (notizia con diverso corredo fotografico vedi qui). La sede è il Palazzo del Podestà, dal quale si accede dalla suggestiva scala posta nel Sottoportico dei Lattonai che collega le centralissime piazze Broletto e delle Erbe. Un museo collocato strategicamente nel cuore storico della città e dalle cui finestre si gode un affaccio privilegiato; nato con l’intento di rivolgersi prevalentemente al turismo internazionale, invitato a intraprendere un percorso di conoscenza, o di scoperta, del poeta latino.

Le tappe sono scandite da sagome di alberi di colore arancio a ricordare, oltre al legame che Virgilio ebbe con la natura, un atavico rito propiziatorio: la leggenda infatti narra di un albero piantato nel luogo dove Virgilio nacque e che divenne rigoglioso già dal giorno successivo. Alle Bucoliche e alle Georgiche, così come all’Eneide, sono dedicate sale specifiche e altre sono riservate alla figura di Virgilio inserita nel suo tempo, con la possibilità, grazie ai supporti tecnologici, di tessere relazioni e collegamenti.

Ci guardiamo bene dall’utilizzare l’aggettivo “didattico”, che reca seco un retrogusto di scolastico e noioso che non si addice al Museo Virgilio. Il quale offre un’esperienza virtualmente dinamica di viaggio, modulabile dai fruitori, ne solletica la curiosità e fornisce le notizie aggiuntive eventualmente ricercate, offrendo quindi più stadi di approfondimento. I visitatori sono liberi di creare il proprio tragitto utilizzando gli schermi che costellano le sale, divertendosi. Ad esempio, nella sala dedicata alle Georgiche si può “giocare” a cimentarsi nell’allevamento delle api, che Virgilio descrive come società ideale. Si aggiungono l’app Virgilio scaricabile sul proprio cellulare e personalizzabile nei contenuti, apparati multimediali, postazioni touchscreen, pannelli autoparlanti. Ogni teca e ogni oggetto antico esposto sono dotati di QR code per conoscerne i dettagli. Anche il suono che si diffonde negli spazi costituisce un’esperienza integrata alla visita.

Tutto ciò è stato reso possibile grazie alla sinergia con la Scuola Holden (la celebre scuola di storytelling fondata a Torino nel 1994 da Alessandro Baricco e che attinge il nome dal romanzo di Salinger “Il giovane Holden”, dove si parla di un ragazzo che odia lo studio). Anche il museo mantovano sposa il concetto di portare la conoscenza fuori dalle aule scolastiche, rendendola accessibile e piacevole.

All’anteprima riservata alla stampa giunta in gran numero extra muros, siamo stati accompagnati da alcune guide d’eccezione, da alcuni “Virgilio” contemporanei, iniziando dal sindaco Mattia Palazzi che ha sottolineato la modernità e la vitalità del pensiero del poeta e ha annunciato l’intenzione di dotare prossimamente il museo di un public program rivolto sia agli studiosi che ai curiosi, oltre che la volontà di dare vita a un convegno biennale coinvolgendo i sindaci delle città virgiliane, da Brindisi dove il poeta morì, a Napoli, dove si trova la sua tomba (recante la celebre iscrizione: «Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua rura duces»).

Hanno poi preso la parola Veronica Ghizzi, direttrice dei Musei Civici, che ha illustrato nei dettagli il ciclo di affreschi evidenziandone studi scoperte e ipotesi interpretative; Giovanni Pasetti, del Comitato scientifico del Museo, che assieme al giornalista Stefano Scansani si è soffermato in particolare sulla leggenda legata a Virgilio e sui contenuti di una grande mappa interattiva; Alessandro Mari della Scuola Holden che ha mostrato le potenzialità della dotazione tecnologica.

Non si tratta di una mostra bensì di un allestimento permanente, nel quale spiccano alcuni pezzi antichi straordinariamente preziosi. Tra questi troviamo la statua di Virgilio in cattedra databile tra XII e XIII secolo, che guarda oltre la finestra l’altro Virgilio affisso nell’antica edicola sul muro esterno del palazzo. Poi quello che è noto come Trono di Virgilio, un marmo del II sec a.C. a lui attribuito già dall’800. In realtà, ha spiegato la dott.ssa Ghizzi, proviene probabilmente da Colofone in Turchia dove si trova uno scranno gemello. Particolarità: una ipotesi vuole provenire da Colofone anche Manto, l’indovina e maga figlia di Tiresia fondatrice della città che prese il suo nome: Mantova. Non potevano mancare alcune monete gonzaghesche e antichi volumi riportanti le opere virgiliane esposti a rotazione per ragioni conservative, iniziando da un pregiato esemplare del 400. Poi il busto di Virgilio della prima metà del XVI sec. e una inestimabile terracotta smaltata recante gli stemmi fatti da Ginori, la cui copia si trova sul muro esterno del palazzo.

Il Museo come si diceva inizia il suo percorso nel Palazzo del Podestà e si snoda tra l’Arengario, struttura di collegamento sospesa nel vuoto, e il Palazzo del Massaro, in un tragitto che ha voluto salvaguardare le diverse stratificazioni e i differenti livelli di pavimentazione (per gli utenti con difficoltà motorie è presente un ascensore e sono stati creati accessi digitali). Una struttura fino a questo momento completamente sconosciuta anche ai mantovani. I lavori iniziarono nel novembre 2016, anno in cui Mantova divenne la prima Capitale Italiana della Cultura e compresero in seguito anche i danni cagionati dal terremoto del 2021. Il Palazzo del Podestà fu fondato nel 1227. Nel 400 era documentato come “palazzo di Virgilio” e fu sede dell’amministrazione comunale per 700 anni, fra il 1200 e il 1900. Fino al 1873 è stato anche Palazzo di Giustizia, che veniva amministrata sotto il nume tutelare di Virgilio, e fu adibito a carcere fino al 1911. Il primo rinnovamento percepibile alla visita risale al Medioevo, al 1462 dopo l’incendio che nel 1413 ne devastò la facciata.

Oggi troviamo un po’ ovunque lacerti di affreschi e lo splendido ciclo affrescato scoperto solo di recente. Un soppalco intelligentemente creato oltre a condurre al livello superiore del museo consente di ammirare le pitture murali vis à vis, alla giusta altezza e a distanza ravvicinata: un’esperienza difficilmente vivibile altrove. È presentato un tema molto “virgiliano”, il Ciclo dei mesi, una decorazione di qualità eccelsa risalente alla metà del 200 che raffigura scene di lavori prevalentemente agricoli o contadini, come l’uccisione del maiale, correlati alle stagioni e suddivisi in ciascuno dei dodici mesi, con i precisi riferimenti astrologici. Nelle pareti accanto si vedono scene di battaglie e cicli cavallereschi.

Per Virgilio l’ordine del tempo celeste e quello dell’uomo scandito dai lavori alla terra erano portatori di armonia e pace, in contrasto con il disordine e il caos generato dalla guerra. In riferimento a una rarissima rivisitazione del mito di re Artù rappresentato con gambe di caprone, l’ipotesi interpretativa avanzata dalla dott.ssa Ghizzi è che la guerra genera mostri, il lavoro dell’uomo la pace.  

Nell’ultima sala, un totem posto accanto a un busto marmoreo ricorda che tuttora non si conosce con esattezza la fisionomia di Virgilio e ci si rifà all’immaginario rinascimentale: capelli ricci e voluminosi, zigomi alti, mento un poco rilassato. Tutti possono diventare Virgilio, creando un avatar del proprio viso sul cui capo è posto un serto di alloro e scattarsi un selfie virtuale. È questo uno dei tanti insegnamenti che il museo ci dà: la storia non è noiosa ma divertente. La storia non è il passato ma il presente di ogni tempo. Anche il nostro.

L’ultimo incontro è con Virgilio Glocal, una mappa interattiva che suggerisce i percorsi virgiliani non solo nella città e nella provincia di Mantova ma in tutta Italia. E il viaggio continua…

Report di Maria Luisa Abate
Mantova, dicembre 2024
Foto MiLùMediA for DeArtes

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Museo Virgilio
Palazzo del Podestà
Piazza Erbe 4 Mantova
Info: 0376 338779
museovirgilio@comune.mantova.it
www.museovirgilio.it