Di Barbara Baroni. MantovaMusica: ovazioni per il virtuosismo e la sensibilità interpretativa del pianista ucraino.  

Dopo le festività natalizie si è inaugurata la decima edizione della rassegna MantovaMusica. Tre Associazioni “Società della musica”, “Artico” e “Diabolus in musica” dal 2015 si sono aggregate grazie ad una proposta del Sindaco Mattia Palazzi, con lo scopo di unificare le programmazioni nell’arco di ogni anno. Una realtà che ha donato al pubblico un’elevata produzione culturale con una varietà molto vasta di stili in 390 concerti tenutisi in 25 luoghi emblematici dell’arte mantovana, con circa 46.000 presenze. Sulla base del successo di questi anni si forma un ampio insieme di appuntamenti a tema con attenzione ai giovani, ai vari generi musicali e ancora mettendo in luce anche rare bellezze artistiche mantovane.

Protagonista del primo appuntamento del nuovo anno, il pianista Alexander Romanovsky il 17 gennaio 2025, presso l’Auditorium “Monteverdi” del Conservatorio di Mantova. Alexander Romanovsky è un eccellente artista italo-ucraino che vinse a soli 18 anni nel 2001 il Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni ed ha offerto uno splendido recital con musiche di Franz Liszt (1811-1886). Il programma monocromo era formato infatti dagli Études d’exécution transcendante, S. 139.L’Autore scrive la prima versione già a quindici anni, per concludere con la terza stesura nel 1851. I brani sono assai virtuosistici, ma con un fine artistico e con l’espressione di sentimenti profondi. Il pubblico viene travolto in un tourbillon, fra melanconia, ansia e slancio vitale, a momenti furioso, caratteristico del personaggio romantico. 

Il Preludio in do maggiore ha aperto l’opera con vitalità, moto rapido e scavo nelle emozioni. Emerge nel concerto il celebre Mazeppa, da cui il poema sinfonico: Liszt,tema turbinoso di danza virtuosistico con parti interpretate in modo romantico. Liszt si ispira alla ballata di Victor Hugo, con luci e ombre. Funebre risultava Vision, col suono imitativo di campane, che riappare in altri punti e sembra spesso ispirare l’insieme degli Studi.La luce e la quiete si manifestano con i Fuochi fatui e in particolare in Harmonies du soir, uno studio elegante e suggestivo.Un Andantino col titolo tratto da Alphonse de Lamartine (1790-1869) e vi è anche una poesia di Charles Baudelaire omonima scritta pochi anni dopo. Notevole la presenza di un corale sacro, come introduzione spirituale ben rilevata dal pianista e in evidenza l’effetto di arpa. L’opera termina in modo spettacolare con Tormenta di neve proposta sottolineando il virtuosismo imitativo onomatopeico, descrivendo bene il fenomeno detto scaccianeve (blizzard), neve alzata da terra dal vento turbinoso, rappresentato da un continuum di tremolo.

Liszt usa l’estremo virtuosismo come ricerca di emozioni e descrizioni e raggiunge la sublimità romantica con lo Streben, aspirare verso l’infinito. L’Autore ha molte suggestioni culturali in Eroica si rifà all’ op. 111 di Beethoven nel Tempo di marcia ed anche a melodie di Spontini e Rossini, già impiegate nell’Impromptu. Liszt si ispira alla forma dell’Impromptu di Schubert con la scrittura detta “a catena” con variazioni o meglio microvarianti e alla didattica di Czerny, a cui l’opera è dedicata. Ricorda le Polacche di Chopin e i Phantasiestücke di Schumann.

Notiamo come il Romanticismo prediliga la musica come arte e la metta al vertice per la sua universalità e come linguaggio dell’inesprimibile (Novalis), specchio della gamma dei sentimenti umani. Alti ideali che vengono seguiti da Franz Liszt in quest’opera magnifica. I pezzi sono difficili ed intensi, magici eseguiti con velocità e coerenza stilistica, a momenti anticipatrice della scrittura novecentesca. Il grande genio ungherese indaga nuove possibilità del pianoforte, i timbri orchestrali ed usa tonalità particolari e poliaccordalità, accostamento di accordi di tonalità diverse e questo con il dinamismo e con le dinamiche estreme, il pedale e l’uso del cromatismo, che ricorda Wagner. Scale, arpeggi, tremoli e trilli uniti a cascate di ottave e doppie ottave si estendono su tutta la tastiera. La melodia risplendeva in mezzo agli effetti virtuosistici, in parte ripresi da Paganini, e ne veniva esaltata, ed era molto partecipata e legata in una interpretazione omogenea. Assume importanza in diversi brani la sospensione in attesa di un clou espressivo.

Gli altri Studi sono A capriccio, Paesaggio bucolico, Caccia selvaggia, con effetto di corni e schiocchi e Ricordanza, una suggestiva romanza resa cantabile dall’interprete e “Appassionata” allegro agitato. Romanovsky, accolto con grandi applausi e ovazioni, ha concesso diversi bis tre Studi di Chopin con la stessa impostazione di quelli lisztiani, uno Studio meraviglioso di Scriabin, ed infine un ritorno a J.S.Bach con la danza veloce e nitida “Badinerie”, musica barocca vivace e avvincente, settimo ed ultimo movimento della Suite Orchestrale n. 2 in si minore, BWV 1067, per flauto ed archi.

                                                                                Recensione di Barbara Baroni
Visto a Mantova, Auditorium Monteverdi – MantovaMusica, il 17 gennaio 2025
Foto Guido Mario Pavesi

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