Palazzo Merulana: 54 dipinti dell’artista pientino omaggiano il conterraneo “Papa umanista” Enea Silvio Piccolomini.
Arriva a Roma nell’anno del Gubileo la mostra “Aleardo Paolucci. 1927 – 2013. Tra Pienza, Siena e Roma sulle tracce di Pio II”, a cura di Laura Bonelli. È la terza e ultima tappa di un’esposizione itinerante, partita lo scorso anno dalla Toscana in occasione del decennale della scomparsa del celebre pittore della bellezza e della magia della Val d’Orcia, che come nessun altro, con la grazia delle sue linee morbide e dei suoi colori, ha saputo raccontare i “paesaggi dell’anima” della sua terra. Quella stessa terra che aveva dato i natali ad una figura centrale del Rinascimento, Silvio Enea Piccolomini, poi papa Pio II, che ha lasciato una grande eredità spirituale e intellettuale. La sua visione culturale si radicava nell’Umanesimo e fu espressa principalmente nella trasformazione del suo paese natale, Corsignano, in una città ideale, la meravigliosa Pienza, costruita secondo le idee urbanistiche più innovative.
Proprio a Pio II è dedicata la serie di dipinti del maestro Paolucci, esposti a Palazzo Merulana dal 24 gennaio al 2 marzo: 54 opere pittoriche e grafiche realizzate con tecniche diverse (oli, tempere, acrilici, graffiti, oro e sabbia). Un racconto grafico-cromatico che era già stato visibile al pubblico ma solo per meno di un mese, nel 2005, in occasione dei seicento anni dalla nascita di Pio II e poi mai più diffuso.
Lo straordinario intreccio tra tutti questi elementi è alla base della scelta di Palazzo Merulana, con la direttrice Paola Centanni, di CoopCulture, che lo gestisce e valorizza, e della Fondazione Elena e Claudio Cerasi, che qui ha sede, di ospitare questo progetto espositivo.
Palazzo Merulana diviene così luogo di incontro tra Aleardo Paolucci, Pio II e la Collezione Cerasi, un ponte tra passato e futuro in eterna evoluzione, il sacro e profano intimamente congiunti a favore del racconto della Storia Umana nell’anno del Giubileo 2025, a due passi dalle basiliche di San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore, nel cuore del rione Esquilino, culla della multiculturalità gentile della città di Roma.
LE OPERE DI PAOLUCCI DEDICATE A PIO II
Aleardo Paolucci volle dedicare una delle ultime imprese della sua vita ad Enea Silvio Piccolomini, il più illustre fra i suoi conterranei. In vista del seicentenario dalla sua nascita, il 18 ottobre 2005, si cimentò nell’impegnativo ciclo di 54 quadri che illustrano una sua personalissima Eneide, per usare una felice espressione coniata da Fabio Pellegrini.
Come sottolinea la storica dell’arte pientina Ilaria Bichi Ruspoli, l’iniziativa nacque senza committente, dal desiderio dell’artista di omaggiare da un lato direttamente l’eroe eponimo di Pienza, dall’altro indirettamente il discendente che lo aiutò in gioventù, Silvio Piccolomini:
«Impiegò tre anni nella realizzazione di una sorta di centone, un racconto che, come toppe di stoffa irregolari, cuce insieme fatti storici, ricordi, emozioni personali, ritagli di giornale, che collegano il passato al presente, in una continuità priva di spazio temporale… Il ciclo racconta in maniera onirica e visionaria la vicenda umana del Piccolomini, dalla sua gestazione, attraverso l’infanzia, con divagazioni sul contesto storico, sempre in relazione ai suoi luoghi di origine e di memoria, che sono gli stessi del pittore. Volutamente Aleardo omette episodi pubblici e politici. Si concentra invece sull’interiorità mai esplorata del personaggio. In primo piano tanti simboli di un mondo ritratto, dettagliato, concreto, quotidiano nella cornice della Val d’Orcia… Soggetti privilegiati sono il paesaggio e la figura umana, spesso abbinati su piani sovrapposti, e le nature morte di fiori, frutta e oggetti inanimati accostati insieme a suggerire un tema, come in un rebus. Anche le forme geometriche trovano ampio spazio nei dipinti di Aleardo, quadrati, cerchi che ricordano lenti di cannocchiale, linee, spartizioni asimmetriche della superficie da dipingere che evocano la sezione aurea e le ricerche scientifiche del Rinascimento, dove tutto è ponderato e nulla lasciato al caso. I colori distintivi, tenui, sono tutte le tonalità terragne della natura e delle quattro stagioni, accostati alle sfumature del cielo e talvolta squarciati da toni decisi, come il rosso sanguigno. Non di rado sono riconoscibili riferimenti formali e stilistici ai pittori italiani classici, da Giotto a Piero della Francesca a Botticelli, e alle forme semplificate da macchie di colore di un Cézanne e di un Gauguin, fino alle immagini fluttuanti fiabesche alla Chagall».
In conclusione la mostra rappresenta un’occasione unica per esplorare lo stile e il contributo di Paolucci nel contesto più ampio della pittura figurativa degli ultimi cinquant’anni in Toscana, collocando l’artista nel ruolo di rilievo che gli spetta.
IL PROGETTO DI MOSTRA
La mostra nasce da un’idea di Enki Produzioni, una giovane realtà pientina che si occupa di produzione, distribuzione e promozione nell’ambito di progetti culturali e di spettacolo dal vivo.
La curatela della storica dell’arte Laura Bonelli (Vernice Progetti Culturali) ha seguito l’intento di valorizzare l’opera di Aleardo Paolucci, artista fecondo che ha dedicato tutta la vita a raccontare la terra in cui è nato e dove ha sempre vissuto, nel podere di Beccacervello a Pienza, come la Bonelli stessa scrive.
La Fondazione Antico OSpedale Santa Maria della Scala a Siena, il Comune di Pienza e la direzione di Palazzo Merulana di Roma hanno accolto con entusiasmo il progetto che ha presentato una linearità performativa anche per il suo carattere itinerante.
La prima tappa, Siena, è stata scelta perché punto di partenza della formazione artistica di Aleardo Paolucci, che ha studiato all’Istituto d’Arte Duccio di Buoninsegna ma anche perché, allo stesso tempo, ha ricordato la formazione e l’inizio della carriera di Pio II. La seconda, al Collegio San Carlo Borromeo di Pienza, è stata l’omaggio alla terra d’origine insieme del pittore e di Pio II. Infine la mostra giunge nella Capitale, a Palazzo Merulana, non a caso proprio in occasione dell’Anno Santo. Un percorso che in qualche maniera esplora il viaggio ideale del Papa, dalla formazione giovanile fino all’apice della sua carriera a Roma, e sottolinea il legame profondo con le sue radici culturali e territoriali. L’esposizione diventa non solo narrazione visiva della vita di Pio II, ma anche un viaggio simbolico che segue le tappe cruciali della sua esistenza.
C.S.M.
Fonte: comunicato stampa 23 gennaio 2025
ALEARDO PAOLUCCI 1927 – 2013
TRA PIENZA, SIENA E ROMA SULLE TRACCE DI PIO II
24 gennaio – 2 marzo 2025
Palazzo Merulana
Via Merulana, 121 – Roma
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