L’opera di Verdi,
inserita in contesti risorgimental-viscontiani,
inaugurerà il 95°
Opera Festival 2017
all’Arena di Verona
Il nuovo allestimento è interamente prodotto da Arena di Verona e costituisce un passo significativo nel piano di risanamento, sottolinea il Sovrintendente Giuliano Polo, perché da almeno due anni non si realizzavano produzioni in proprio. Dopo oltre duecento rappresentazioni, Nabucco di Giuseppe Verdi, tornerà in veste rinnovata all’Arena di Verona a partire da venerdì 23 giugno 2017, quale titolo inaugurale del 95° Opera Festival.
Cast importanti si alterneranno come consuetudine, Daniel Oren dividerà il podio con Jordi Bernàcer, mentre il disegno registico, necessitante di tecnologie
all’avanguardia, è a firma di Arnaud Bernard. Sarà una lettura originale, non tradizionale ma nemmeno una “tedescata”, si affretta a specificare il regista francese, con ciò intendendo una monumentalità in grado di soddisfare le aspettative degli spettatori occasionali senza offendere la sensibilità dei melomani. Fedeltà allo spirito dell’opera, osando qualcosa di diverso, di “forte”, e attingendo a una molteplicità di ispirazioni.
Verdi fa parte integrante del Risorgimento italiano e il coro “Va’ pensiero, sull’ali dorate” è un inno patriottico a tutti gli effetti. L’assunto porta Bernard ad ambientare Nabucco a Milano nel 1848, durante le Cinque Giornate. Concedendosi analogo arbitrio storico di quello presente nel libretto di Temistocle Solera (il cui padre, magistrato e carbonaro, scontò una detenzione ventennale nella fortezza dello Spielberg), il regista colloca la vicenda nel periodo dell’occupazione austriaca del Lombardo-Veneto, tessendo un parallelo con il conflitto tra Babilonia e Gerusalemme. Facendo proprio l’incipit del film “Senso” di Luchino Visconti, Bernard immagina il Teatro alla Scala durante lo svolgimento di una rappresentazione di “Nabucco”. All’esterno, l’edificio è circondato da barricate e popolo in fermento, scene di lotta, d’amore e di resistenza, atti di abnegazione e di eroismo, tra sventolio di bandiere tricolori, come si vede nel bozzetto dello scenografo Alessandro Camera. Il teatro assurge così a simbolo di libertà. E il melodramma, che storicamente fu colonna sonora dell’epoca risorgimentale, diviene sinonimo della creatività italiana. In summa, W V.E.R.D.I. forever.
Maria Luisa Abate
Inaugurazione venerdì 23 giugno alle ore 21, per un totale di dodici repliche: 29 giugno ore 21; 7, 12, 15, 18 luglio ore 21; 4, 9, 12, 18, 23, 26 agosto ore 20.45. Alla direzione d’orchestra Daniel Oren (23, 29/6 – 7/7 – 4, 9, 12, 18, 23, 26/8), in Arena durante ventotto edizioni del Festival in quarantacinque titoli; per tre serate salirà sul podio il talentuoso Jordi Bernàcer (12, 15, 18/7), al suo debutto nell’anfiteatro.
Il cast sarà composto da rinomati interpreti del repertorio verdiano: vestiranno i panni di Nabucco: George Gagnidze (23, 29/6 – 7/7), Leonardo Lòpez Linares (12, 15, 18/7 – 4/8), Boris Statsenko (9, 12, 18/8), Sebastian Catana (23, 26/8). La fiera Abigaille avrà i sembianti di: Tatiana Melnychenko (23, 29/6 – 7/7), Anna Pirozzi (4, 9, 12/8), Susanna Branchini (18, 23, 26/8), Rebeka Lokar (12, 15, 18/7). Nel ruolo di Zaccaria, Stanislav Trofimov (23, 29/6 – 7/7 – 23, 26/8), Rafał Siwek (12, 15, 18/7), In-Sung Sim (4, 9, 12, 18/8). Fenena saranno Carmen Topciu (23, 29/6 – 7, 12/7 – 4/8), Anna Malavasi (15, 18/7), Nino Surguladze (9, 12, 18, 23, 26/8) e Ismaele Walter Fraccaro (23, 29/6 – 7/7), Mikheil Sheshaberidze (12, 15, 18/7 – 4, 9/8), Rubens Pelizzari (12, 18, 23, 26/8).
Inoltre Romano Dal Zovo e Nicolò Ceriani, Gran Sacerdote di Belo; Paolo Antognetti e Cristiano Olivieri, Abdallo; Madina Karbeli ed Elena Borin, Anna.
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