Di Nadia Giori. Verona, convegno al Polo universitario: l’arte è mezzo per acquisire consapevolezza sulle tematiche più urgenti del nostro presente.

L’acqua è da sempre stata un elemento fondamentale fin dagli albori dell’Umanità. Le prime grandi civiltà si sono sviluppate lungo i fiumi, i grandi imperi della storia hanno basato il loro potere sulla presenza di mari e oceani e, con il passare dei secoli, l’acqua è diventata motore del progresso tecnologico e industriale. Questo ha comportato enormi cambiamenti dal punto di vista economico, sociale, ma soprattutto ambientale.

Con il convegno “Acque, presente e futuro: stato e prospettive di tutela”, tenutosi venerdì 14 marzo 2025 nel Polo Santa Marta dell’Università di Verona, ci si è posti l’obiettivo di indagare le varie implicazioni che l’acqua riveste nella società di oggi, analizzandone le criticità e proponendo possibili soluzioni. L’incontro, organizzato da Fondazione Cariverona in collaborazione con Urbs Picta, ha visto alternarsi professionisti appartenenti al mondo della scienza, dell’arte, dell’impresa e delle istituzioni.

Il terzo panel della giornata, dedicato all’arte, ha puntato l’attenzione sulla relazione fra la ricerca artistica e la sensibilizzazione sulla crisi idrica che stiamo vivendo. Il primo intervento, a cura di Jessica Bianchera, ricercatrice dell’Università di Verona e Direttrice artistica del progetto Panta Rei e di Tomorrow – A Land of Water, ha sottolineato il ruolo dell’arte contemporanea nell’affrontare i temi urgenti della nostra epoca. Essa infatti riesce a coinvolgere un pubblico che non appartiene al mondo tecnico-scientifico, e lo fa utilizzando modalità in grado di arrivare ai fruitori senza bisogno di spiegazioni.

A seguire l’artista Elena Mazzi ha presentato il suo progetto The Upcoming Polar Silk Road nel quale affronta la tematica dei cambiamenti climatici e territoriali che stanno avvenendo in zona artica, partendo dal punto di vista delle popolazioni indigene e collegandosi a contributi di economia, geopolitica e ecologia.

Ha chiuso la sezione artistica Sara Mattiazzi, Responsabile Comunicazione e Marketing di Ocean Space – Fundacion TBA21, sottolineando come l’arte sia uno strumento potentissimo per arrivare vicino alle persone e illustrando l’importanza della sensibilizzazione partendo dall’educazione delle nuove generazioni nelle scuole.

[Carlo Ferrari. Ponte Nuovo a Verona 1850-1860 ca]

Questa giornata di studio fa parte di Panta Rei (vedi qui), un progetto iniziato nel settembre 2024 con la finalità di approfondire il tema dell’acqua attraverso una serie di eventi culturali di vario tipo, declinando la riflessione sia a livello globale, sia a livello territoriale. Ed è proprio al territorio di Verona e alla sua strettissima relazione con il fiume Adige, che si riferisce l’omonima mostra visitabile fino al 30 agosto 2025.

L’arte diventa testimone delle trasformazioni urbanistiche della città nel corso del tempo, delle sue attività commerciali e dell’identità dei vari quartieri attraverso l’esposizione di una selezione di 20 opere della collezione di Fondazione Cariverona, che coprono un arco temporale che va dal Settecento al Novecento. Opera di punta è sicuramente Donna che nuota sott’acqua di Arturo Martini, una scultura dei primi anni Quaranta in marmo di Carrara che pur non rappresentando concretamente l’elemento acqua, pone l’osservatore nella posizione di percepire pienamente un corpo fluttuante.

Oggi più che mai risulta fondamentale una nuova consapevolezza sulle tematiche più urgenti del nostro presente. Dare spazio all’arte in un dibattito che sembra essere più legato all’ambito tecnico-scientifico, rappresenta un atto di fiducia nei confronti della sua essenza più autentica, considerandola non solo una pura espressione estetica, ma soprattutto un invito alla riflessione.

Report di Nadia Giori
Polo Santa Marta dell’Università di Verona, 14 marzo 2025
Foto Nicolò Lucchi

Panta Rei – Mostra
Verona, Fondazione Cariverona dal 21 settembre 2024 al 30 agosto 2025
www.fondazionecariverona.org

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