MAN Museo: una mostra sul genio della pubblicità e un progetto inedito sul silenzio.

Due sono le proposte espositive del Museo MAN di Nuoro, che accompagnano il visitatore da marzo a giugno 2025. Una esposizione è dedicata al Maestro del graphic design che legò il suo nome al celebre marchio Olivetti. L’altra presenta la ricerca dell’artista napoletano contemporaneo.

[Giovanni Pintori. Foto Archivio Pintori]

GIOVANNI PINTORI (1912–1999) PUBBLICITÀ COME ARTE
21 marzo 2025 – 15 giugno 2025

a cura di Chiara Gatti e Nicoletta Ossanna Cavadini
coordinamento Rita Moro
progetto integrato con m.a.x. museo, Chiasso

L’esposizione monografica dedicata a Giovanni Pintori, maestro del graphic design italiano e internazionale, che ha legato il suo nome alla nascita della leggendaria immagine Olivetti, si inserisce nel percorso di ricerca che il museo MAN di Nuoro dedica agli autori nati sul territorio sardo e diventati protagonisti del panorama dell’arte mondiale.

Il museo MAN di Nuoro, in collaborazione con il m.a.x. museo di Chiasso, con cui ha siglato un progetto integrato per la valorizzazione dell’autore, ne indaga oggi la ricerca attraverso una sorta di lungo “racconto grafico”, evidenziandone la modernità del linguaggio e tutte le sue straordinarie scelte creative.

Trecento lavori, fra disegni e dipinti, bozzetti originali, maquette, pagine pubblicitarie di riviste, fotografie e manifesti, punteggiano cinquant’anni di attività premiata dalle più prestigiose istituzioni culturali del mondo: dalla Palma d’oro della Federazione italiana di pubblicità (1950) alla prestigiosa mostra del MoMA di New York (1952) – nel cui giardino Pintori costruisce una scultura pubblicitaria in ferro –, dall’esposizione al Louvre di Parigi (1955) al certificato di eccellenza dell’American Institute of Graphic Arts (1955), dalla Medaglia d’oro della Fiera internazionale di Milano (1956) all’Eight Annual Typographic Excellence Award del Type Director Club di New York (1962).

Durante la prima seduta della neo costituita AGI – Alliance graphique Internazionale – Pintori fu nominato socio e poi divenne presidente per l’Italia dello stesso premio, mentre la celebre rivista giapponese “Idea” lo inserì nell’albo dei trenta designer più significativi del XX secolo, testimoniando così il suo talento e il suo successo raccolto a ogni latitudine.

Genio assoluto della grafica pubblicitaria, scelto da un capitano d’industria illuminato come Adriano Olivetti per veicolare in tutto il mondo il nome della sua azienda e dei suoi prodotti leggendari, dalla Studio 44 alla popolarissima Lettera 22, Pintori è riuscito mirabilmente a sintetizzare sempre, in ogni singola immagine, forma e contenuto. Luce, colore, composizione e gioco creativo costituiscono i suoi ambiti di ricerca principali, che conducono la sua grafica «alla ribalta come unicum metaforico della comunicazione», disse Paul Rand, il noto designer statunitense autore del logotipo di IBM. Il ritmo veloce delle dita sui tasti di una macchina per scrivere, i caratteri in libertà, i meccanismi interni dei calcolatori trasformati in motivi dinamici e allegri, sono alcune delle cifre del suo linguaggio e di una vera e propria poetica della scrittura fatta di eleganza e ironia.
«La grafica non è sottopittura» rispondeva Pintori a chi lo interrogasse sul linguaggio del segno, l’unico in grado, come sottolineato dall’amico poeta Vittorio Sereni, di «liberare le risorse latenti contenute nell’oggetto o prodotto che […] viene proposto».

La mostra ripercorre l’iter creativo e professionale dell’artista, mostrando il processo ideativo dal quale sono scaturiti i progetti che hanno caratterizzato la sua notevole carriera, che va dalla creazione di manifesti, alle locandine, corporate identity, logotipi per le imprese.

La famiglia ha donato una parte dell’Archivio al MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro e una parte consistente è oggi in comodato d’uso. Da questo lascito trae spunto l’esposizione, che indaga in particolare materiali dell’archivio privato quali schizzi, disegni, dipinti, fotografie, che restituiscono le passioni di Pintori condivise con artisti e cultori dell’arte in una lettura critica innovativa.
Catalogo Silvana editoriale.

[Gregorio Botta]

GREGORIO BOTTA. IL SILENZIO È COSÌ ACCURATO
21 marzo 2025 – 15 giugno 2025
a cura di Chiara Gatti ed Elisabetta Masala
con un testo critico di Davide Ferri

In principio era la luce. Ma anche l’acqua e il fuoco, la cera e il piombo levigati dal tempo e dagli eventi atmosferici. Nell’opera dell’artista napoletano (classe 1953), l’energia arcaica degli elementi dialoga con iconografie classiche, con i temi del sacro e dell’invisibile. Per il MAN di Nuoro, Gregorio Botta studia un progetto inedito che, partendo dalla sua ricerca sull’equilibrio e sul silenzio, distilla nello spazio presenze astratte, giochi di riflessi e trasparenze nella materia, geometrie pure e gocce di pioggia, rivoli d’acqua e pentagrammi punteggiati di forme minimali.

Il titolo della mostra “Il silenzio è così accurato”, ispirato a una frase di Mark Rothko, abbraccia un percorso in cui la precisione del disegno tratteggia orizzonti prossimi, scandisce il tempo nei circuiti e negli ingranaggi di piccole macchine celibi, come le avrebbe definite Duchamp; macchine assurde, prive di una funzionalità specifica, ma poetiche nel loro orchestrare movimenti nel vuoto, produrre suoni, vapori o grafie libere nello spazio.

Il ferro e il vetro, l’alabastro e i fiori secchi, combinati fra loro producono paesaggi intimi, architetture da camera, riferimenti a iconografie quotidiane, oggetti, simboli, allegorie di una esistenza cucita sulla carta cerata, che si consuma, si logora e trasfigura nell’attesa. Epifanie e sparizioni, segreti e rivelazioni impercettibili tradiscono la vocazione di Botta per «un’arte del togliere, del poco, del meno, sperando di arrivare a un’arte del niente. Un’arte che sparisca e lasci solo, come una vibrazione, come un motore segreto, l’azione per la quale è nata».

L’impronta è traccia di un retaggio nella serie Pompei. Il peso del fumo è sopravvivenza della materia nell’opera che dona il titolo alla mostra. E poi la cera fusa in forme archetipiche evoca geometrie morandiane su un piano di cristallo che si distende all’infinito nel ciclo degli Orizzonti, dove il tema eterno della soglia porta con sé la lunga letteratura del limite fra visibile e invisibile, fra contingenza e immateriale.

C.S.m.
Fonte: comunicati stampa marzo 2025

Museo MAN
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