Di Alessandra Pederzoli. Cento (FE), Pinacoteca Civica: alla scoperta del Guercino e della contemporanea Carla Brasca e le sue Sibille.
Proprio vero che a volte si ha la bellezza così tanto vicina agli occhi da non notarla nemmeno. Proprio vero che a volte si cerca in luoghi remoti e lontani quanto invece vive da sempre lungo le strade che quotidianamente percorriamo. Proprio vero che rendersi conto di tutto ciò porta a fermarsi e a riflettere.

Ai tempi del liceo ogni mattina camminavo lungo via “Guercino” per arrivare a scuola. Ogni mattina per cinque anni. Sono cresciuta e migliaia di volte ho di nuovo percorso quella strada, sono entrata nelle chiese cittadine, ho varcato soglie che sono state culle di un’arte che troppo a lungo non ho conosciuto. L’arte quella vera. E ora il mio figlio più piccolo, che frequenta lo stesso liceo, percorre le stesse strade e varca le stesse soglie. E anche lui, come me allora, lo fa ignaro di quali grandi artisti abbiano camminato su quei ciottolati antichi del centro della cittadina di Cento, in provincia di Ferrara.
Attirata dalla mostra temporanea “Sibille” di Clara Brasca, allestita alla Pinacoteca Civica di Cento fino al 27 aprile, mi sono concessa un pomeriggio alla scoperta, o riscoperta, di tesori così vicini e così poco esplorati prima. Siamo nella patria del pittore Giovanni Francesco Barbieri, noto al mondo come il Guercino. E tutto qui parla di lui, della sua scuola e di un’epoca artistica di grande fermento che vede Il Carracci come sua principale guida e ispirazione artistica.

Entrare nella Pinacoteca Civica di Cento è come immergersi completamente in quell’epoca artistica; il percorso è davvero ben studiato, ci si sente infatti accompagnati a conoscere la personalità di questo artista così completo. A partire dalla sua prima fase di formazione, la conduzione della scuola “L’accademia del nudo”, fino ad arrivare alla maturità artistica sua e dei suoi tanti allievi che troviamo accanto a lui in esposizione. Sono varie le opere nelle quali è possibile immergersi: le tele, i disegni, le incisioni ma anche gli affreschi stessi. Del resto fu proprio un affresco la sua prima “opera”: aveva otto anni e aveva dipinto una Madonna sul muro della sua casa natale, che solo 200 anni dopo è stata demolita.
Ecco perché questa ricchezza consente di avere davvero una panoramica completa di un percorso di evoluzione artistica che coinvolge sì il Guercino, ma anche tutti suoi allievi.
Lo sguardo corre tra le pennellate d’impeto fatta dei chiariscuro della giovinezza, per arrivare poi alla fase della maturità dove il classicismo domina in immagini, certamente più idealizzate e aristocratiche.

E in questo intreccio evolutivo dell’artista si insinua la contemporanea Carla Brasca e le sue Sibille. Le troviamo accanto alla classica Sibilla del Guercino del 1620 di cui non si può non cogliere l’immediatezza e la forza espressiva.
Figure affascinanti queste Sibille che hanno una storia lontana. Sono da sempre misterioso collegamento tra il mondo pagano e l’età cristiana. Le dipinge Michelangelo nella volta della Cappella Sistina e le dipingono i pittori del Seicento della scuola emiliana.
Così, da un lato, lo sguardo della Sibilla del Guercino che affonda quello dello spettatore, immediato, diretto e potente; dall’altro la delicatezza dei volti di cui la Brasca raffina i tratti e i volti, di reminiscenze chiaramente classiche. In un soffio e in una pennellata così misurata si attraversano quattro secoli di storia e di arte. Il tocco della Brasca si armonizza in modo magistrale come se fosse un canto antico, di una saggezza che pare inascoltata, leggera e quasi evanescente. Ci si perde allora in un concerto di note antichissime dove il moderno respira del classico e il classico dà voce al moderno e lo illumina, lo rinforza e ne dà senso pieno.
La Brasca negli ovali dei visi, nei tratti coperti dalla leggerezza di fogli in volo, riesce a rendere proprio l’enigma della bellezza mai completamente svelata della figura della Sibilla: una saggezza forse inascoltata ma che in questo contesto si intreccia in epoche così diverse da emozionare chi vi ci si avvicini, con cuore aperto e lo sguardo dell’abbandono, per perdersi in una metafora che è certamente, prima di tutto, una metafora interiore.
Recensione di Alessandra Pederzoli
Cento (Ferrara), Pinacoteca Civica di Cento, 23 marzo 2025
Immagini allestimento mostra, foto A.P.
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SIBILLE DI CLARA BRASCA
8 Marzo – 27 Aprile 2025
Civica Pinacoteca Il Guercino
Via Giacomo Matteotti 16 – 44042 Cento (FE)
Tel. 051 684 3287
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