Presentato dal Direttore Artistico Francesco Micheli in diretta Facebook e Youtube, è stato reso noto il calendario della quinta edizione del Donizetti Opera 2019, al Teatro Donizetti e al Teatro Sociale dal 12 novembre all’1 dicembre, festival internazionale dedicato al compositore bergamasco. Prima novità del 2019, la programmazione prolungata, grazie anche a un terzo titolo operistico. In questo modo si rafforza ulteriormente la formula che vede le opere intrecciarsi nei tre fine settimana intorno al Dies natalis, il 29 novembre, insieme una serie di appuntamenti quotidiani – prove aperte per gli under30, uno spettacolo per bambini, concerti da camera, musica sacra, recital vocali – formando un cartellone indirizzato a un pubblico sempre crescente sia locale, sia internazionale.
Il progetto di riscoperta donizettiana va di pari passo con la vita della città: l’amministrazione comunale, infatti, pochi giorni fa ha proclamato Bergamo “Città di Gaetano Donizetti” dandone anche traccia in una rinnovata segnaletica stradale. In questa atmosfera di partecipazione collettiva ci si prepara ad accogliere la pacifica invasione di appassionati provenienti da tutto il mondo. Resta costante l’attività di studio e ricerca sull’eredità e la codifica dell’identità musicale operistica di Donizetti, affidata alle cure della sezione scientifica della Fondazione Teatro Donizetti, diretta da Paolo Fabbri.
Il festival Donizetti Opera 2019 si apre con un Gala inaugurale, giovedì 14 novembre al Teatro Sociale: sul podio il direttore musicale del Festival Riccardo Frizza alla guida dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI in un programma dedicato alle musiche del compositore orobico. Solisti il soprano Carmela Remigio, artista in residenza dell’edizione 2019 del Festival, e il baritono Alessandro Corbelli al suo debutto al Donizetti Opera, affiancati da altri “debuttanti” d’eccezione come il soprano Marta Torbidoni, il tenore Francesco Demuro e il baritono Florian Sempey.
Nel giorno del Dies natalis di Gaetano Donizetti, venerdì 29 novembre, nella Basilica di Santa Maria Maggiore sarà eseguita la sua Messa di Gloria, nuovo tassello della riscoperta del repertorio sacro del compositore affidato alla bacchetta di Corrado Rovaris, sul podio dell’Orchestra Donizetti Opera; Serena Farnocchia (soprano), Varduhi Abrahamyan (mezzosoprano), Giulio Pelligra (tenore) e Roberto De Candia (basso) compongono invece il cast vocale.
Per proseguire il ciclo #donizetti200 – la messa in scena ogni anno di un’opera di Donizetti che compie due secoli – è stato scelto il titolo del 1819 “Pietro il Grande kzar delle Russie” (15 e 23 novembre, 1 dicembre; anteprima under30 il 12 novembre), con la partitura curata da Maria Chiara Bertieri in base alle due uniche fonti superstiti: il manoscritto autografo, conservato all’Archivio Storico Ricordi, e una copia manoscritta del solo primo atto senza la sinfonia, conservata al Museo Donizettiano di Bergamo. Maestro concertatore sarà Rinaldo Alessandrini, specialista del repertorio antico e del recupero delle prassi esecutive, alla guida della nuova compagine orchestrale promossa dalla Fondazione Teatro Donizetti e denominata Gli originali, nata dall’incontro con Enrico Casazza e dal desiderio di Frizza e Micheli di proporre l’esecuzione delle opere del primo Ottocento con strumenti storici. Gli originali saranno impegnati anche negli attesi concerti nelle dimore storiche bergamasche. La regia è affidata a Ondadurto Teatro composto da Marco Paciotti e Lorenzo Pasquali, ideatori anche dei macchinari e delle scenografie per uno spettacolo improntato sulla loro consueta ed espansiva fisicità; i costumi saranno firmati da K.B. Project e le luci da Marco Alba. Il cast vocale vede nei panni di Pietro il baritono Roberto De Candia, anche lui al debutto al Donizetti Opera. Il ruolo di Caterina è affidato a Loriana Castellano, quello di Madama Fritz a Paola Gardina. Francisco Brito come Carlo Scavronski, e Ser Cuccupis invece Marco Filippo Romano.
Grande l’attesa per la prima mondiale in forma scenica dell’opera “L’ange de Nisida” (16 e 21 novembre), partitura che si credeva perduta dopo il mancato debutto nel 1839 e che invece è stata recuperata e ricostruita da Candida Mantica, giovane ricercatrice calabrese con un dottorato alla Southhampton University, che ha lavorato per otto anni sui fogli manoscritti alla Bibliothèque Nationale de France di Parigi, sparpagliati in 18 contenitori nei quali è riuscita a identificare circa 470 pagine manoscritte di Donizetti, grazie anche alla copia di una bozza del libretto conservata a Bergamo. Alla ricostruzione filologica farà da cornice la ricostruzione edilizia, perché l’opera ritrovata, già eseguita la scorsa estate a Londra in forma di concerto, verrà finalmente messa in scena nel cantiere del Teatro Donizetti prossimo alla completa riapertura. L’allestimento della “doppia rinascita” – con la regia di Francesco Micheli, le scene di Angelo Sala e i costumi di Margherita Baldoni – indicato a livello internazionale come avvenimento imperdibile, sta suscitando con grande anticipo l’interesse del pubblico e della critica e sono già pervenute decine di richieste di prenotazione e accredito. Per l’occasione l’Orchestra Donizetti Opera sarà diretta da Jean-Luc Tingaud, con Florian Sempey nel ruolo di Don Fernand d’Aragon, Paul Gay come Don Gaspar, Francesco Demuro come Leone de Casaldi e Salome Jicia nei panni della Comtesse Sylvia de Linarès.
Terzo titolo operistico è uno dei capolavori più amati di Donizetti, “Lucrezia Borgia” (22, 24 e 30 novembre; anteprima under 30 il 20 novembre), in una messa in scena basata sulla nuova edizione a cura di Roger Parker e Rosie Ward, che riprende la fondamentale collaborazione con Casa Ricordi (da trent’anni portabandiera dell’Edizione critica nazionale delle Opere di Gaetano Donizetti in accordo con il Comune di Bergamo e con la Fondazione Teatro Donizetti). L’esecuzione è affidata alla bacchetta di Riccardo Frizza che dirigerà l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, mentre Carla Delfrate sarà sul podio il 30 novembre. Nel ruolo del titolo il soprano Carmela Remigio e, nelle vesti di Gennaro, il tenore Xabier Anduaga – entrambi reduci dai successi nel Castello di Kenilworth – quindi Marko Mimica sarà Don Alfonso d’Este, Varduhi Abrahamyan sarà Maffio Orsini. Il nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti con la regia di Andrea Bernard, le scene e i costumi ideati rispettivamente da Alberto Beltrame e Elena Beccaro e luci di Marco Alba, è frutto di una importante coproduzione territoriale con la Fondazione i Teatri di Reggio Emilia, la Fondazione Teatri di Piacenza e la Fondazione Ravenna Manifestazioni, dove lo spettacolo sarà messo in scena subito dopo le date bergamasche.
Due saranno le compagini corali coinvolte nelle produzioni: il Coro Donizetti Opera diretto da Fabio Tartari sarà impegnato per il Gala inaugurale, la Messa di Gloria e in Pietro il Grande e Ange de Nisida; il Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto da Corrado Casati è invece nella Lucrezia Borgia.
Continua e cresce anche la sezione Donizetti Educational, per dare risalto alla figura di Donizetti come Maestro di emozioni ed esaltare la multidisciplinarità intrinseca nell’opera stessa. Anche per l’anno scolastico 2018/2019 è in programma un insieme di attività didattiche e formative, frutto del lavoro condiviso insieme all’ufficio didattico selezionato nel 2018 da “Donizetti con una Z”.
Il festival Donizetti Opera sarà preceduto da due importanti appuntamenti: il 12 aprile al Teatro Sociale ore 20.30, Francesco Micheli sarà sul palcoscenico per la Donizetti Revolution vol. 5, la presentazione-spettacolo per introdurre il pubblico alla prossima edizione del Festival in compagnia del soprano Marta Torbidoni e del pianista Sem Cerritelli (ultimi biglietti gratuiti disponibili su gaetanodonizetti.org). Il 15 giugno torna invece la Donizetti Night, l’attesissima festa cittadina che ogni anno chiama a raccolta migliaia di persone e che quest’anno animerà per tutta la sera il centro di Bergamo con centinaia di artisti impegnati su decine di palchi, tutti nel nome di Gaetano Donizetti.
C.S.
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Contributi fotografici Gianfranco Rota, Marco Rossi
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