Sarà forse come dici tu, Acli, ma io sento sempre più meno e meno in tutto
sempre più.
Tutti i giorni scopro solo dolore su dolore e angoscia per il dolore, su dolore, che verrà. Forse è meglio che smetta di leggere Quasimodo…
“Già la pioggia è con noi,
scuote l’aria silenziosa.
Le rondini sfiorano le acque spente
presso i laghetti lombardi,
volano come gabbiani sui piccoli pesci;
il fieno odora oltre i recinti degli orti.
Ancora un anno è bruciato,
senza un lamento, senza un grido
levato a vincere d’improvviso un giorno”.
E tutto è lontano, fuori di me e tutto è perso, sempre e sbagliato, sempre.
Mi sento, e qui è il peggio, che non è nemmeno la fine e dovrò soffrire ancora molto per arrivare a sconfiggere il dolere e ritrovare il sorridere.