È una strepitosa sequenza di capolavori, a partire da ben quattro opere di Leonardo, quella che offre la Galleria Nazionale di Parma con la mostra “La fortuna de La scapiliata di Leonardo da Vinci” (18 maggio – 12 agosto 2019), a cura di Pietro C. Marani e Simone Verde. Accanto a quelle di Leonardo, il pubblico potrà ammirare opere di altissimo livello di Gherardo Starnina, Bernardino Luini, Hans Holbein, Tintoretto, Giovanni Lanfranco e altri, tutte riunite intorno alla affascinante Scapiliata, patrimonio del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma.
Nessuna cuffia, nessuna crocchia o velo intorno al volto, bellissimo e intenso, ma capelli liberi, lunghi, scarmigliati da un vento che irrompe violento in scena. Lei ha gli occhi rivolti in basso, pudica e quasi solenne ma, grazie alla sua chioma libera e selvaggia, appare intensamente seduttiva. La scapiliata di Leonardo è forza, libertà, femminilità.
In questa tavoletta Leonardo dipinge esattamente ciò che lui stesso ha suggerito, a proposito della raffigurazione della chioma della figura femminile, nel Trattato sulla pittura: Fa tu adunque alle tue teste gli capegli scherzare insieme col finto vento intorno agli giovanili volti, e con diverse revolture graziosamente ornargli. Qui Leonardo non realizza semplicemente una icona di bellezza femminile ma molto di più. Con uno sperimentalismo unico nel suo genere, riesce a riassumere la complessità divina della realtà, sottolineano i due curatori, il professor Pietro Marani e il Direttore della Pilotta, Simone Verde.
Quattro le sezioni in cui si articola la rassegna. La prima include alcune antichità e gli inizi di una ricerca pittorica rinascimentale che troverà in Leonardo la sua massima espressione. La seconda annovera alcuni dipinti e disegni originali di Leonardo o di ambito fiorentino, precedenti o contemporanei all’artista, in cui viene trattato il tema dei capelli scomposti, come fiamme ondeggianti nell’aria a causa del vento, tra cui la celebre Leda degli Uffizi. Vengono poi riunite derivazioni antiche del tema leonardesco, a testimonianza della precoce fortuna critica di questo soggetto iconografico, scegliendo opere di Giovanni Agostino da Lodi e Bernardino Luini. In particolare nel confronto con l’opera di Luini, la Salomé con una serva che riceve dal boia la testa di san Giovanni Battista degli Uffizi, la tavoletta parmense pare ripresa quasi letteralmente nel volto della protagonista. Nella successiva sezione ad essere proposto è un excursus sul pittore e scultore Gaetano Callani (Parma, 16 gennaio 1736 – 6 novembre 1809) che nella sua collezione accolse La scapiliata di Leonardo. Allo scopo di documentare la politica di acquisizioni della Galleria Palatina fra 1820 e 1840, quindi al momento dell’ingresso dell’opera nelle sue collezioni, la mostra si sofferma anche sulla figura di Paolo Toschi, all’epoca direttore delle Gallerie dell’Accademia di Belle Arti di Parma, che definì La scapiliata «cosa rarissima da trovarsi ai giorni nostri». Tra le sue acquisizioni, opere provenienti dalle collezioni Callani Sanvitale e Baiardi, annesse rispettivamente nel 1834 e nel 1839, anno in cui le Gallerie si arricchirono del capolavoro di Leonardo.
Mostra e catalogo, di Nomos Edizioni, chiariscono definitamente il tema della autenticità dell’opera. L’ipotesi oggi più accreditata propone la tavoletta come appartenuta a Isabella d’Este. L’opera rimase a Mantova anche dopo la vendita della collezione Gonzaga a Carlo I Stuart (1626-27) per poi essere sottratta durante il Sacco della città operato dai Lanzichenecchi al soldo di Ferdinando II nel 1630-31. In seguito La scapiliata sarebbe confluita nella collezione di Gaetano Callani durante il soggiorno milanese intrapreso dall’artista tra 1773 e 78, forse grazie al tramite dei cognati Agostino e Giuseppe Gerli. Oggi la critica accoglie unanimemente l’attribuzione a Leonardo, riconosciuta come autografa dai maggiori specialisti e dalle recenti mostre su Leonardo: Louvre (2003), Milano (2014-2015), New York (2016), Parigi (2016); Napoli (2018); Louvre (2019).
Per questa occasione, La scapiliata è stata sottoposta a indagini scientifiche, affidate ad uno dei massimi specialisti del settore, l’ingegner Claudio Seccaroni dell’Enea. L’esperto, sotto l’attenta osservazione di Pinin Brambilla Barcilon e dei due curatori della mostra, ha sottoposto il dipinto a indagini con la fluorescenza a Raggi UV e a luce radente, al fine di rilevare la tecnica pittorica e i pigmenti utilizzati dall’artista nelle varie fasi di esecuzione dell’opera. Le interessantissime risultanze di queste indagini sono rese pubbliche dal catalogo.
La mostra, organizzata dal Complesso Monumentale della Pilotta e Fondazione Cariparma, rientra tra quelle ufficiali del Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci.
C.S.
Fonte: Studio
Esseci
LA FORTUNA DE LA SCAPILIATA DI LEONARDO DA VINCI
18 maggio – 12 agosto 2019
Complesso Monumentale della Pilotta, Galleria Nazionale
Piazzale della Pilotta, 15 – 43121 Parma
E-mail: cm-pil@beniculturali.it
Centralino +39 0521 233309 | +39 0521 233617